Capitolo 14.1 - Isabella Carter

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ISABELLA CARTER

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ISABELLA CARTER

Tara Lancaster era in guai seri, fu la prima cosa che pensai quando lessi il pezzetto di carta che aveva lasciato sul bancone della cucina. Avevo capito fin da subito che non era stato un caso se l'allarme dell'edificio era suonato proprio prima che potessi incontrare la mia migliore amica in fuga: era entrata nell'appartamento approfittando di quel diversivo, aveva preso le sue cose, lasciando un messaggio per me, ed era andata via immediatamente dopo.
Ovviamente la prima cosa che feci fu chiamare Lilith Morgan, avvertirla e chiedere spiegazioni riguardo quello che era avvenuto con Marc D'Owel.

Non avevo insistito abbastanza con Tara per farla riflettere a fondo prima di prendere una decisione così importante e probabilmente lei aveva accettato di incontrare il suo aguzzino senza sentirsi veramente pronta. Anche se in parte mi sentivo coinvolta, sapevo che era stata una sua scelta andarsene via: avrei dovuto fidarmi di lei e lasciarla andare senza fare nulla? Mi aveva detto che sarebbe tornata, con quel misero pezzo di carta, ma non era abbastanza per me. Non mi importava se altre persone avrebbero visto il mio comportamento come insistente o le mie scelte come sbagliate nei confronti della mia migliore amica, ma io la conoscevo e sapevo che non era davvero il suo desiderio quello di rimanere da sola in quel momento.

La notte della sua cosiddetta fuga l'avevo passata a cercare di contattarla, ma fu completamente inutile; non dormii molto, ma la mattina dopo mi costrinsi ad alzarmi dal letto, andare all'università per poter parlare con Lilith e discutere faccia a faccia. Una volta che la vidi, non perdemmo tempo e lei mi seguii fino al mio appartamento, anche per vedere con i suoi occhi la scena del crimine. La stanza di Tara era un vero casino e si vedeva che non solo aveva fatto le cose di fretta, ma nella sua ricerca era pure sembrata molto agitata: non parlavo solo dei vestiti per terra, ma degli oggetti caduti e alcuni persino rotti che occupavano il pavimento.

Io, Lilith e la detective Catherine ci impegnammo a rintracciare Tara, ma non sarebbe stato affatto semplice: Phoenix era una città immensa e anche considerando la possibilità che Tara avesse deciso di allontanarsi da qui, non sapevamo che mezzo avesse preso; per saperlo ci sarebbero voluti giorni di ricerca.
Avevamo quasi perso la speranza di individuare la sua posizione nel giro di pochi giorni, finché Tara stessa non ci chiamò per farci sapere che fosse viva e al sicuro.
Lilith mi aveva fatto sapere che era riuscita a parlare con lei, ma, proprio come era capitato anche a me, non aveva ottenuto informazioni sulla localizzazione della bruna. Fu inevitabile che la mia agitazione esplose e la rabbia con essa: la mia amica non solo aveva spento quella chiamata all'improvviso ma non si era più fatta sentire. Caso voleva che Laura Micheli pochi giorni dopo avrebbe risposto alla mia chiamata, dicendomi persino dove si trovassero, grazie ad un piccolo espediente che avevo utilizzato, ovvero la drammatizzazione.
Non era completamente falso che la situazione fosse davvero urgente e, come avevo detto anche al telefono, una questione di vita o di morte.

<<Chi è quella donna?>

Lilith era arrivata all'appartamento di corsa quando la avvertii di avere notizie su Tara. Erano già passati quattro giorni dalla sua scomparsa ed eravamo esauste, confuse e soprattutto disperate di trovarla entro poche ore. L'urgenza della questione dipendeva dalla necessità sia di assicurarsi che la mia amica stesse bene, ma soprattutto, come aveva comunicato anche Catherine Blossom, che fosse protetta da ulteriori attacchi di Marc D'Owel. Anche senza sapere che cosa fosse successo all'incontro, ero abbastanza certa che lo scienziato avesse scoperto che l'esperimento, qualsiasi esso fosse, aveva avuto degli effetti evidenti e inestimabili per la sua ricerca. Bisognava assolutamente trovare un modo per incastrarlo o metterlo alle strette, in modo che tenesse a freno le sue azioni, per non rischiare di rivelare la sua identità al pubblico e alle autorità, ma per il momento era più importante raggiungere Tara, prima che lo facesse Marc D'Owel o uno dei suoi uomini.

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