Capitolo 18.1: Diana Smith

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DIANA SMITH

<<Catherine, stai bene?>>
<<Nulla di grave Diana... sono solo impegnata con le indagini... ed è stressante, lo ammetto, ma sono certa che le cose miglioreranno molto presto.>>
<<Ricordati che puoi contare anche su di me, va bene?>>
<<Certo Diana...>>
<<Ti dispiace se passo a casa tua stasera?>>
<<...ehm, no, nessun problema. Arriverò... per le sette? Non saprei. Cercherò di non fare tardi però->>
<<Tranquilla Cath, lo capisco. Io ti aspetterò lì. A dopo.>>
<<Sì, a dopo Diana...>>

Sospirai dopo aver chiuso la chiamata, facendo scivolare il telefono nelle tasche del mio camice. Ero preoccupata per Catherine e la realizzazione dei miei sentimenti nei suoi confronti, non aiutava a controllare i pensieri che mi ricordavano dei pericoli in mezzo ai quali si trovava la detective.

Era stato improvviso e allo stesso tempo pietrificante per me, quando un giorno mi ero accorta di essermi innamorata di Catherine Blossom.

Io e Kevin non stavamo avendo un buon periodo e trovavo sempre conforto nel passare il tempo con le mie migliori amiche, finché non mi sono resa conto che quello che provavo per Lilith e per Catherine era differente. Amavo Lilith, era come una sorella per me, ma Catherine riusciva sempre a suscitare in me delle emozioni che credevo di aver dimenticato da anni; volevo conoscerla più a fondo, starle vicino il più possibile, aiutarla come potevo e soprattutto prendermi cura di lei, ma non come una semplice amica ed era bastata una frase per farmi rendere conto della verità.

<<Non hai più tempo per me Diana? Sembra che Catherine conti più di me, eppure sono il tuo ragazzo.>>
Quella frase che aveva pronunciato Kevin in uno dei loro litigi era stato uno sfogo per lui che si sentiva ignorato, ma per me aveva cambiato tutto. Nel giro di poco tempo ci eravamo lasciati, poiché mi ero resa conto di non amarlo più come prima; non era stato semplice per me superare la rottura del nostro rapporto dopo anni che stavamo insieme, ma il pensiero di Catherine mi aveva occupato la mente per la maggior parte del tempo, facendomi provare un dolore ben peggiore di un cuore spezzato per una separazione.

Rendermi conto di essermi innamorata della mia migliore amica che conoscevo da anni, era terrificante.

Sapevo di non essere in uno di quei film cliché in cui i migliori amici poi finiscono per sposarsi e vivere insieme felici e contenti. Catherine non era semplice da leggere e non sapevo come avvicinarmi a lei, per capire se fossi l'unica a provare un sentimento diverso dall'amicizia nei suoi confronti.

Certi suoi sguardi e comportamenti mi avevano messo in testa di trattenere il mio innamoramento e l'amore che probabilmente covavo da anni nei suoi confronti.

Le nostre vite erano troppo frenetiche per incrociarci come amanti, lo sapevo. Avrebbe ferito entrambe e molto probabilmente avremmo rovinato anche l'amicizia che avevamo costruito negli anni. Conoscevo Catherine e sapevo che se ci fossero stati problemi, avrebbe taciuto, finendo col farsi male pur di non ferire chi amava. In conclusione, sarebbe stato meglio rimanere in silenzio sui miei sentimenti almeno per il momento; non eravamo in un periodo adatto per ulteriore confusione e non avevo intenzione di complicare le cose per lei.

Il filo dei miei pensieri venne interrotto da un'altra chiamata, ma a causa di un'urgenza in pronto soccorso, fui costretta ad ignorarla e ebbi il tempo di riprendere il telefono solo nel tardo pomeriggio, mentre mi cambiavo nello spogliatoio per lasciare l'ospedale.

Vedendo una chiamata persa da parte di Lilith, cercai di contattarla, ma dopo due tentativi senza alcuna risposta, le mandai un messaggio, sperando che la mattina dopo avrei avuto più fortuna. Sperai che non fosse nulla di grave ma per sicurezza scrissi anche a Catherine chiedendole se avesse parlato con Lilith durante la giornata e il suo messaggio affermativo mi rassicurò.

Injection: Phoenix RiseWhere stories live. Discover now