Capitolo 12.2

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"Quando guardi a lungo nell'abisso l'abisso ti guarda dentro." 

(Friedrich Nietzsche)

***

Spalancai gli occhi, stringendo i denti, per evitare di urlare. <<Che c-cosa vuoi che faccia?!>> dissi disperata e tremante. Marc rise, per poi rispondermi con un tono di voce freddo ed apatico: <<Vieni all'incontro, da sola. Ora sai che le persone a cui tieni sono sotto mira... Ti consiglio di fare la brava questa volta. A domani Tara.>>

Crollai a terra, voltandomi verso l'edificio in cui doveva trovarsi il cecchino e dopo aver visto qualcosa brillare e un movimento, non ci fu più nulla. Il cecchino era andato via, ma era stato proprio lì, pronto a sparare a Lilith. Pronto ad ucciderla.

<<Lilith? Lilith!>> corsi da lei e quando si voltò allarmata dalla mia voce, mi fiondai tra le sue braccia, stringendola con forza. Per fortuna stava bene, quel pazzo non le aveva fatto nulla di male, ma era arrivato così vicino a farlo e ne ero terrorizzata.

<<Tara ti ha contattato Marc?>> Lilith lo capì subito e io mi limitai ad annuire e mostrarle subito il video. La docente dopo aver terminato di vedere la registrazione mi chiese di salire in macchina e ci avviammo subito verso la centrale di polizia.

<<Dobbiamo farlo sapere a Catherine.>>
<<Questo non risolve il problema principale.>>
<<Lo capisco Tara, ma che cosa possiamo fare allora?>>
<<Non lo so! So solo che stavo impazzendo quando ho visto la registrazione... Ho pensato seriamente che ti avrebbe ucciso.>> Asciugai una lacrima stringendo i denti. Non era il momento di essere deboli, dovevo trovare una soluzione per proteggere tutti.

Lilith non disse nulla, mi strinse la mano, continuando a guidare. Il suo gesto mi aiutò a ritrovare un po' di sicurezza, ma non avrebbe tolto lo stato di agitazione che stavo vivendo da qualche giorno. Se avessimo saputo fino a che punto si sarebbe spinto Marc D'Owel in questo folle gioco, forse avremmo potuto prevedere le sue mosse; inoltre rimaneva il grosso dubbio sul ruolo di Xavier Morales nei suoi piani. Era il capo o lui stesso vittima di Marc? Continuavo a girare intorno e forse avrei fatto bene a confrontarmi anche lui, pur mettendo a rischio la mia vita.

Giunte alla centrale di polizia, mi guardai attorno sospirando: era trafficata come sempre, con gente indaffarata e sommersa di lavoro, ma anche lavoratori fermi nella loro amata pausa caffè. Un uomo apparso dal nulla (non lo avevo sicuramento notato in mezzo a tutti) si avvicinò a Lilith sorridendo con timidezza e le chiese un autografo, presentandosi come suo grande fan. Lei accettò la richiesta, ma notai quanto fosse nervosa dal modo in cui continuava a rivolgere gli occhi nella direzione in cui dovevamo proseguire.

<<Bene, ora puoi andare.>> dissi all'uomo con un sorriso falso, non preoccupandomi della sua reazione irritata e afferrando la mano di Lilith per portarli via da lì. Non volevo che qualcun altro si sentisse coraggioso abbastanza da chiedere anche una foto con lei o cose simili.

Scacciando via i pensieri che riguardavano la fama di Lilith e le persone che la amavano, cominciai a chiedermi quale soluzione sarebbe stata adatta alla mia situazione, per non mettere in pericolo nessuno, ma allo stesso tempo non rischiare che Marc mi ferisse o peggio, mi uccidesse.

<<Catherine? Possiamo entrare?>> Lilith una volta arrivata davanti all'ufficio della detective, aveva bussato sul vetro della porta aperta, portando gli occhi sulle varie figure che si trovavano all'interno della stanza. Una ragazza e un uomo stavano parlando con l'amica di Lilith e quando ci videro, calò il silenzio.

Injection: Phoenix RiseWhere stories live. Discover now