Capitolo 7.2

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 Chiusi gli occhi per evitare di vacillare nella mia risolutezza dopo aver visto i suoi e presi coraggio. Forse avrei peggiorato tutto con le mie parole, ma ormai avevo già superato il limite.

<<Sì, mi piaci molto, non lo nego.>>

Fu il momento di Lilith di imbarazzarsi; spalancò gli occhi, rilasciando un sospiro: <<Tara, non so che cosa fare con te...>>

<<Immagino che molti te lo diranno, ma io... Lilith... non sai quanto ti desideri>> sussurrai sulle sue labbra chiedendole pietà con lo sguardo, pietà per i tormenti, causati da quella lussuria che mi stava divorando.

Afferrai il suo braccio e continuai il discorso: <<ieri notte volevo parlare con te, avevo raggiunto l'università per questo... avrei voluto dirti quello che provavo, ma poi... è successo tutto quel casino e->>

Lilith mi zittì con un bacio infervorato, portando una gamba tra le mie, strofinando, forse per errore, in zone troppo sensibili per riuscire a riprendere il controllo dei miei impulsi: fin dall'inizio ci aveva legato un filo lubrificato di lussuria, pronto ad essere acceso dalle fiamme in qualunque momento, e nessuna delle due poteva veramente comprendere da che cosa dipendesse quella passione irrazionale e improvvisa.

Non esistevano ricerche che potessero far luce su gli istinti più profondi e intricati che attorcigliavano due amanti improvvisi. Perché proprio quella persona e non qualcun altro? Perché era così forte, così intenso?

Era del tutto nuovo per me: ero abituata ad accettare gradualmente le persone, ad affezionarmi poco a poco, ma non contava più il passato ormai. Sembravo una persona diversa, come se avessi gettato fuori dalla finestra tutta quella razionalità che mi apparteneva e la mia freddezza.

Forse era proprio Lilith ad avermi cambiata.

<<Lilith, anche t-!>> cercai di parlare ancora una volta, ma continuò a tapparmi la bocca con la sua, a mordermi le labbra e tentare di approfondire il bacio. Le sue mani stavano esplorando la mia pelle, trepidanti e impazienti, ma non andarono mai oltre un certo limite, magari per evitare che perdessimo il controllo della situazione.

Come se non lo avessimo già perso da tempo.

<<Voglio anch'io delle risposte>> afferrai i suoi polsi e capovolsi le nostre posizioni, senza stupirmi di essere capace di controllare la mia forza con la bella corvina. Avere sotto di me Lilith Morgan, paonazza in volto con gli occhi lucidi dalla passione e le labbra semiaperte, fu un colpo troppo forte per il mio povero cuore.

Se esiste una divinità dell'amore là fuori, prego che plachi i bollenti spiriti, perché da sola temo di non farcela!

<<Che cosa vuoi da me Tara?>>

Il petto di Lilith si alzava e abbassava ancora rapidamente per via dell'impeto con cui mi aveva baciato, mentre io tentavo di calmare i miei pensieri.

<<Lilith, io non desidero crearti problemi con l'università e la tua carriera, ma avevo bisogno di dirti ciò che provavo... prima di poter andare avanti.>>

Dovevo concentrarmi solo sulla donna al mio fianco, avrei dovuto pensare alla sua posizione fin dall'inizio, ma mi ero curata solo dei miei desideri egoistici. Lilith aveva uno sguardo indagatore, eppure non sembrava avere parole per me, era rimasta in silenzio, ancora.

Lilith Morgan probabilmente era abituata da sempre ad appagare le persone e vivere seguendo standard fissi di perfezione, persino nei suoi rapporti più intimi. Forse non si era sentita mai abbastanza: figlia di genitori influenti e di successo, doveva essere cresciuta sotto un peso sociale enorme, osservata da tutti e criticata per il minimo errore; non potevo capire quello che aveva vissuto o stava ancora vivendo, ma non avrei permesso che si sentisse in quel modo anche con me.

Injection: Phoenix RiseWhere stories live. Discover now