PROLOGO 0.2

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<<Mi scusi-!>> Affermai con le guance già rosse e facendo un passo indietro riuscii finalmente a vedere bene questa donna. Indossava leggins sportivi neri e una felpa aperta del medesimo colore, la quale lasciava intravedere una maglietta bianca di una marca conosciuta.

<<Non scusarti, è colpa mia>> mi rispose con dispiacere ma le accennai un sorriso per farle capire che non era successo nulla di grave. La sua voce era dolce e matura e mi piacque subito, così cercai di sentire qualcosa di più da lei: <<Jogging?>>

Si vedeva che si teneva in forma: era abbastanza alta con un fisico da modella e con le giuste forme, però non provai affatto invidia. La trovavo davvero bella.

<<Sì- mi aiuta a mantenere in forma il corpo e la mente, ne ho bisogno con tutti gli impegni quotidiani. Tu invece... posso darti del tu?>>

<<Certo>> le sorrisi e poi risposi alla sua domanda: <<Di solito vengo anch'io a correre da queste parti, ma oggi sentivo il bisogno di una passeggiata.>>

La donna non sembrava più imbarazzata e mi guardò con curiosità, come se avesse capito che il motivo della mia passeggiata fosse un altro e non un cambio improvviso di routine. Portò una ciocca di capelli dietro all'orecchio e mi ritrovai a fissare quel semplice gesto e a trovarlo attraente: probabilmente si trattava della bellezza mozzafiato della donna davanti a me, perché non solo aveva dei bei lineamenti sul volto, un corpo perfetto e un sorriso smagliante, in lei vedevo sicurezza, carisma nel solo portamento e grazia. Sembrava familiare, magari si trattava di una celebrità, ma mi convinsi che mi sarei ricordata di una come lei se la avessi mai vista. Doveva piuttosto essere una di quelle che facevano cascare uomini e donne ai loro piedi con un semplice schiocco delle dita ed ad essere sincera, nemmeno io sarei riuscita ad essere indifferente al suo fascino.

<<Non vorrei interrompere la tua corsa->> stavo già iniziando a salutarla per non toglierle altro tempo, nonostante lo facessi con dispiacere, ma mi sorpresero le sue parole: <<Non preoccuparti, è stato un piacere parlare con te...>>

Le dissi subito il mio nome pensando che me lo stesse chiedendo: <<Tara>>.

<<Bene, Tara, mi dispiace ancora di esserti venuta addosso, di solito non sono così sbadata>> affermò ancora dispiaciuta per quello che era successo.

<<Ho fatto di peggio credimi, questo non è nulla in confronto alla vera sbadataggine. Sono contenta che tu non ti sia fatta male>> le mie parole la fecero sorridere e uno strano calore mi afferrò il petto. Quel sorriso era troppo attraente per distogliere lo sguardo, così rimasi a fissarla, probabilmente sembrando una stupida, ma che cosa importava alla fine, sicuramente non la avrei rivista una seconda volta.

<<Io comunque sono Lilith, piacere di conoscerti Tara>> mi disse prima di salutarmi per tornare alla sua corsa. "Piacere di conoscerti", non intendeva forse che ci saremmo riviste o che le sarebbe piaciuto almeno parlare ancora con me? Fissai la sua siluette mentre si allontanava da me e sospirai per un motivo differente questa volta: molte persone mi conoscevano per essere un amante delle cose belle, ma preferivo definirmi davvero passionale e avevo una vena artistica che mi faceva adorare e contemplare la bellezza e l'armonia. Lilith ad esempio mi ispirò come mai prima.

Dopo gli eventi del parco, raggiunsi il primo bar aperto lungo strada e ordinai cappuccino per me e una tazza piena di concentrato di caffeina per Isabella. E a parte gli scherzi... forse le sarebbe servita davvero perché stavo facendo tardi e potevo solo aspettarmi mille domande da parte sua o freddezza per il resto della giornata.

Injection: Phoenix RiseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora