Capitolo 4.2

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Prima di potermi confidare con la mia cara amica, dovevo andare alla centrale di polizia per testimonianza richiesta dalla detective Catherine Blossom, la bella donna dai capelli scuri e gli occhi azzurri che aveva parlato con me sul sito dell'inc...

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Prima di potermi confidare con la mia cara amica, dovevo andare alla centrale di polizia per testimonianza richiesta dalla detective Catherine Blossom, la bella donna dai capelli scuri e gli occhi azzurri che aveva parlato con me sul sito dell'incidente. Non ero molto in vena di ripercorrere quello che era successo, ma sapevo che era la cosa giusta da fare: presi in prestito l'auto di Isabella e raggiunsi l'edificio con un velo di agitazione che mi accompagnò durante tutto il viaggio. Quando varcai la soglia della centrale di polizia, cercai qualcuno a cui domandare dove potessi trovare la detective Blossom. Il giorno pria avevamo stabilito di trovarci alle sei e parlare, ma non aveva specificato dove aspettare o se mi avrebbe raggiunto lei all'entrata.

Per fortuna una ragazza gentile mi indicò subito la strada per raggiungere l'ufficio della detective e in poco tempo fui davanti alla sua porta; bussai sul vetro col cuore in gola e quando una voce femminile mi disse di entrare, abbassai la maniglia e mi ritrovai davanti una persona che non mi aspettavo di vedere: <<Tara? Il mondo è davvero piccolo delle volte...>>

<<Diana abitiamo nella stessa città e il mondo dovrebbe sembrare piccolo per questo?>> la detective comparve dietro di me e sussultai per la sorpresa; aveva un sorriso amichevole e sembrava meno tesa del giorno in cui l'avevo incontrata.

<<Tara mi dispiace averti fatto aspettare, accomodati>> mi disse gentilmente indicando una sedia posta davanti alla sua scrivania.

<<Diana se non ti dispiace...>> la donna fece intendere alla dottoressa di abbandonare la stanza per lasciarci in privato, ma guardando la bionda mi accorsi che sembrava dispiaciuta, così pensai di parlare: <<Non mi dispiace parlare in sua presenza... se ovviamente non è problema anche per lei detective>> non capivo per quale motivo Diana fosse qui, ma dagli sguardi che si erano rivolte, era ovvio che si conoscessero bene e che avessero qualche affare da sbrigare insieme.

<<Sicura Tara?>> mi domandò con cautela Diana porgendomi uno sguardo preoccupato. L'educazione e la sensibilità di quella donna erano ammirevoli.

<<Si, se va bene anche alla detective>>

<<Mh... sì>> la donna si passò una mano fra i capelli, poi cercò qualcosa nel cassetto. Diana mi sorrise e ritornò a sedersi su una poltroncina nell'angolo della stanza, posta in modo che fosse rivolta alla scrivania: era di pelle nera, sembrava davvero comoda.

Solo allora mi guardai attorno, notando la strana disposizione dei mobili nell'ufficio: la cattedra in legno era spostata verso la parete per lasciare spazio ad un grosso tabellone girato verso il muro, in modo che nessuno potesse leggere quello che c'era scritto sopra, mentre vicino alla finestra si trovava una piccola libreria che teneva fra i suoi scaffali quelli che dovevano essere fascicoli con cui la detective lavorava. La finestra, l'unica presente nella stanza, mostrava il retro dell'edificio e il parcheggio in cui si trovavano alcune volanti della polizia.

Injection: Phoenix RiseWhere stories live. Discover now