Capitolo Primo

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«Okay...» respira affannato dicendomi mentre mi scosta dolcemente sul lato. Lascio andare un altro bacio dalle mie labbra sulle sue che accolgono infuocatamente. Mi tira il labbro inferiore tra i suoi denti e quasi mi lascio sfuggire un gemito, mentre le sue mani rimangono in allerta sui miei avambracci.

Controllo i miei istinti per non toccarlo in parti proibite, ma quando scendo con una mano sul suo orecchio...: «Becca...» fa in tono di chi vuole controllarsi.

Duramente si mette a sedere passandosi la mano tra i capelli aridi, ricci, neri indomabili. Tira un sospiro come per spegnere il fuoco che ha dentro, e i suoi muscoli si rilassano sotto la pelle nera. Mi alzo in piedi portandomi lontano da lui, alla sedia della scrivania della mia camera da letto. Mi guardo allo specchio ovale da tavolo: le guance arrossate a coprire il mio candore, e i capelli a caschetto castani totalmente scompigliati.

Inizio a sistemarmi: stiro sotto le mani il colletto della camicia a tinta unita rosa- come le altre migliaia e sole che ho nell'armadio- e passo una mano su una guancia mentre guardo il riflesso di Paulo, il mio fidanzato. Mi viene da sorridere, ma decido di contenermi visto come è finita l'ultima volta che l'ho fatto.

Per noi mormoni, la castità è di dovere. Non la viviamo come un obbligo- anche se lo è per la religione- ma trattenersi per me e Paulo- okay, soprattutto per me-non è mai stato semplice. L'ultima volta che l'ho portato così oltre con me, come oggi, toccando il suo punto più sensibile- il lobo-, e poi mi sono messa a ridere quando ha reagito nello stesso modo odierno fermando tutto, è finita che abbiamo discusso e non abbiamo parlato per tre giorni; è stato il periodo più lungo sinora durante il quale ci siamo tenuti il muso a vicenda.

Prendo anche io la mia religione seriamente, altrimenti molte cose che fanno di me una buona mormone, non avrebbero ragione di far parte di me. Solo che alcune volte mi sento così disinibita che...

«Sto benissimo con te.» dice alzandosi e posandomi un bacio tra i capelli.

Stiamo insieme da quattro anni io e il signorino Dominguez, e lo amo come fosse sempre il primo giorno. Quando si trasferì qui in Alaska dal Brasile, fu per me quel qualcosa di nuovo che mi prese totalmente. Nella piccola cittadina dove vivo qui in Alaska, Whittier, non accade spesso che qualcuno decida di trasferirsi per la vita come ha fatto lui insieme ai suoi genitori e suo fratello, e così è successo che ci mettessimo insieme dopo il compimento dei nostri sedici anni a testa di età- un mormone non può frequentarsi con una persona prima del raggiungimento dei sedici anni.

Whittier è molto famosa per il Begich Towers Condominium; mai sentito parlare della cittadina che ospita tutti i suoi abitanti (oggi ne conta duecentosette), in un solo edificio? Certo è stato un fenomeno molto discusso.

Questo edificio contiene la maggior parte degli appartamenti dove alloggiano i cittadini, e inoltre all'interno ci sono le scuole e i supermercati e qualunque altra cosa di bisogno pubblico. Un'altra peculiarità del mio posto in cui vivo è che per raggiungerlo bisogna attraversare una lunga galleria a senso unico di cui bisogna aspettare la precedenza che scatta ogni trenta minuti, prima per un lato, e poi per l'altro. Io la paragono a una città sotto terra, anche se non è propriamente così, ma mi deprime a tal punto da ricordarmelo.

Comunque sia, io e i miei genitori- sì, sono figlia unica- viviamo qui da otto anni, perché in realtà siamo nativi dello Utah, ma una volta trasferitici qui abbiamo preferito non alloggiare anche noi nel Begich, ma in una casetta a parte come altre, anche se poche, famiglie. La prima cosa che ha destabilizzato me e i miei è stato il clima certamente, e come seconda la non presenza di una comunità di mormoni. Ci siamo così adoperati per costruirne una, e abbiamo ricevuto molto supporto dalla nostra ex comunità nello Utah. Non è stato facile, ma ora contiamo su per giù venti membri convertiti alla religione che si impegnano con noi a mantenere vivi i nostri ideali.

Paulo e la sua famiglia si sono trasferiti proprio qui dall'Amazonas in Brasile per una questione lavorativa. Quando sono arrivati non sapevano risedesse una comunità mormone- la nostra-, e dopo che ci hanno scoperti, sembrava fosse un segno che il padre celeste mi avesse mandato dall'universo, visto che lo erano anche loro. I miei sono ovviamente super contenti del nostro fidanzamento, e non vedono l'ora che io mi sposi con lui- certo una volta finito il collage- e anche i suoi sono trepidanti all'idea di avere un giorno attorno pargoletti mulatti.

Di certo noi mormoni non discriminiamo in base alla religione, ma se si crede nello stesso dio, c'è più dialogo ed è sempre un punto in comune per formare una famiglia, o una coppia.

«Certo anche io sto benissimo con te.» dico alzandomi e sorridendogli.

«Agitata per domani?» mi chiede.

Alzo gli occhi al cielo come per pensarci: «Ovvio che sì!» esulto saltellando sul posto.

«Tu invece?» gli chiedo poi. Annuisce sorridendomi.

La differenza tra me e lui è che io sono molto più esuberante e socievole, lui tutto il contrario. Mi piace pensare che ci compensiamo. Lui mi calma portando la quiete nel mio corpo, e io quando serve intrattengo la parte del terremoto nella sua pacatezza.

Non vedo l'ora di lasciare l'Alaska per partire per il collage. Sono grata di aver ricevuto dal padre celeste un'opportunità con la mia famiglia otto anni fa di iniziare una nuova vita qui, dopo che la povertà ci ha cacciati a calci dallo Utah, ma dentro di me ho sempre sperato arrivassero tempi migliori, e così non ho mai parlato ai miei genitori di quanto tollerassi e sopravvivessi all'Alaska, visto che c'erano altre priorità, ma ora che finalmente stiamo bene ho contato i giorni, e se ne avessi avuto il tempo probabilmente avrei contato anche le ore che mi separavano da questo mio nuovo futuro.

Ho passato il test di ammissione alla University of Hawai'i at Mānoa per proseguire i miei studi per diventare un'insegnante. Ho sempre sognato di studiare nello stato delle Hawaii, e così è stato l'unico test che mi sono concessa. I miei me lo hanno permesso perché sapevano quanto contasse per me, ma in realtà a tale scopo mi fecero scendere ad un compromesso: se non lo avessi superato avrei svolto il mio ruolo da missionaria mormone-ovvero esser mandata dalla chiesa in una parte del mondo casuale per diffondere la parola di Dio e convertire altri fedeli.

In realtà sono sempre più sicura me lo abbiano lasciato provare perché sapevano che anche Paulo avrebbe frequentato il collage in Hawaii, anche se in sede diversa dello stato.

Ad ogni modo sono super eccitata, e non vedo l'ora di intraprendere il mio percorso.

Non sono mai stata lontana dai miei genitori, e l'idea di passare più tempo da sola e più tempo con Paulo-quando verrà a trovarmi alla sede dove alloggerò io- mi mette in subbuglio lo stomaco. Ho sempre amato l'avvenuta, e finalmente sembra ne stia per vivere una! Non ci credo ancora...

To Be Continued...

Oasi ProibitaWhere stories live. Discover now