Capitolo Terzo

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Vengo svegliata dal bussare contro la porta della stanza più volte. Sento Klaudia lamentarsi con Eula dicendo che speri vivamente non si tratti dei suoi amici, eppure non la sento scendere per andare ad aprire, così tiro da sotto il cuscino la testa, e noto che Eula non è neanche presente in camera. Goffamente scendo giù dal mio letto per poco non rompendomi una caviglia per la botta presa con il salto poco agile, e mi precipito alla porta trovando Paulo.

«Paulo? Ma che ore sono?» mi giro a vedere la sveglia sulla scrivania in comune con le altre. Sono le otto del mattino, quindi non è neanche così presto come credevo.

«Non mi sembrano modi.» dice scontrosa Klaudia mentre si fa strada tra noi per uscire e andare verso il bagno.

«A quest'ora dovresti già essere in piedi, e vestita per giunta.» mi guarda le gambe nude e distoglie subito lo sguardo. «Entra.» gli dico e vado verso la finestra per alzare la serranda e aprirla per far entrare un po' di fresco mattutino. Quando mi rigiro verso di lui è intento a chiudere la porta, così inizio a parlare io: «Come mai sei venuto?» gli chiedo assonnata, e totalmente ancora nel mondo dei sogni. Non amo essere svegliata in maniera così dura. «Dopo ieri sera non credo serva che risponda.» giusto, ieri sera, l'essermi appena svegliata non mi ha reso facile arrivarci da sola.

«Ti dispiace se prima vado in bagno e poi ne parliamo?» gli dico mentre sono percorsa a riguardo da strane emozioni: possibile ricordarmi di ieri sera mi abbia fatto a primo impatto solo riprovare emozioni sgradevoli legati a quel Nohea? "Certo Becca, è stato lui l'elemento scatenante della tua umiliazione... e certo anche dell'arrivo qui di Paulo... tra le altre cose!"

Mi affretto a prendere il necessario per la doccia e un cambio dato che Paulo ha acconsentito alla mia richiesta, ma quando vado ad aprire la porta per uscire mi ritrovo davanti proprio l'idiota ragazzo giudicante: «Buongiorno Rebecca!» fa smagliante nei suoi soliti bermuda e mocassini stamane dai colori scuri. Il cuore inizia a battermi così forte che per un momento mi si annebbia la vista.

«Eula non c'è.» dico mentre entra senza che qualcuno gli abbia dato il permesso.

«Sta arrivando.» risponde lui spacciatamente mentre va a sedersi sulla scrivania noncurante dei libri al disotto. Sposto il mio sguardo su Paulo, e immagino lo abbia riconosciuto visto come lo guarda. Nohea invece lo guarda curioso e invadente come un bambino, ma di colpo noto la sua espressione cambiare posandosi su una modalità di cattive intenzioni, ecco perché non mi prende di sorpresa l'ennesima allusione che esce dalla sua bocca di seguito:

«Dormito comodamente con la mia maglia?» volge direttamente l'attenzione sulla sottoscritta, e non pensando a quanto uno sguardo possa essere pesante da reggere, percorre il mio corpo illegalmente senza che io lo volessi, e ciò mi sembra una cosa così assurda che non so se mi fa più arrabbiare o imbarazzare. Rispondo di getto alla sua allusione ennesimamente così deviante per Paulo come per dissociarmi dalle sue prediche: «Me l'ha prestata Eula»

«Dovresti andare in bagno Becca, devi cambiarti.» dice duro Paulo, e solo due secondi più tardi dalla chiusura della sua frase mi giro per guardarlo e appare piuttosto infastidito. Apro bocca per rispondere non so neanche io cosa, ma la richiudo subito obbedendo e sperando che non appena io oltrepassi quella porta dia una bella lezione a quel cafone, per il modo che ha di guardarmi e soprattutto di sfidarmi continuamente non distogliendo lo sguardo. Ma allo stesso modo una volta che sono davvero fuori mi ritrovo quasi a pregare non faccia realmente niente.

Avendone il pensiero e anche il senso di colpa per tutto il tempo raggiungo a fare la doccia in tempi record, e indossata una camicia a maniche lunghe verde- alla quale ho fatto dei risvolti- e una gonna a pieghe nera corro letteralmente verso l'alloggio, con i capelli gocciolanti d'acqua sulla camicia bagnati come sono, ma fortunatamente quando rientro in camera mi rendo conto della presenza di Eula con i due, e nessun occhio nero.

Oasi ProibitaWhere stories live. Discover now