Capitolo Nono

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"Si madre. Ci sentiamo stasera. Buona giornata." Avrei voluto raccontarle in questa telefonata avvenuta dopo due settimane cosa ho fatto, e come si può sfuggire al tradimento, e cosa significa per noi tradimento. Un bacio con qualcuno che non sia il tuo fidanzato, equivale a fare sesso con chi non è il tuo fidanzato? Anche questo è tradimento? Volevo cercare delle rassicurazioni religiose, volevo capire se per Dio fossi comunque una brava mormone, se mi ritenesse ancora una sua figlia, ma la verità è che non ne so molto a riguardo, e non riesco a sentirlo e ciò è mortificante.

«Mi spieghi perché passi le tue serate in questo letto piangendo?» mi chiede esausta Eula sedendosi al lato del mio letto mentre sono distesa totalmente coperta verso il muro, e non riesco a pensare ad altro che se sapesse come mi sono comportata con il suo ragazzo o qualunque cosa sia ora per lei, mi odierebbe, lei, la prima vera amica che io abbia mai avuto. «È successo qualcosa con Paulo? È per questo che non è venuto ieri?» ieri è stato sabato e sarebbe dovuto venire, ma gli ho chiesto di non farlo fingendo avessi la febbre. Non vorrei dire altre bugie ma devo in qualche modo darle delle risposte dopo che mi richiede queste stesse cose ormai da giorni: «Si, la distanza non è una buona amica delle coppie.» dico tirandomi su da sotto le coperte. «E cosa è successo?» mi chiede volendo scendere nei dettagli. «Scusa, ma non mi va di parlarne, davvero.» è il mio rapporto con Dio ad essere in pericolo oltre quello con Paulo, ma aver rovinato il primo mi fa stare male più di ogni altra cosa terrena. Mi tiro la coperta fino la fronte girandomi contro la parete di nuovo avendo le lacrime agli occhi e ricomincio a singhiozzare. «Non puoi marcire in questo letto anche di domenica! Non stai nemmeno più frequentando le lezioni, non credere che io non lo sappia! Nohea me lo dice.» Non parlarmi di Nohea santo cielo! «Eula, ti prego...» lascio la frase in sospeso sperando mi lasci in pace. Ho bisogno di ritrovarmi con Dio e di capire i miei sentimenti per Paulo. «Non se ne parla! Alzati!» mi tira via la coperta scoprendomi. «Il mio rapporto con pazienza si è ricostruito, e anche il tuo si risolverà per il meglio, ma non di certo se ti piangi addosso piuttosto che agire!» dice mentre mi tira dalle braccia per alzarmi. Sapere che si è rimessa con lui mi fa solo distogliere il pensiero su cose di maggiore importanza. «Ora vai a farti una doccia e vieni con me e tutti gli altri al pub. Partiamo da una serata di svago così poi ti sembrerà tutto più chiaro e riuscirai ad agire per la tua storia con Paulo! Inoltre Kealani mi chiede di te almeno tre volte al giorno, e non posso sopportare mi chieda di te anche oggi! Muoviti!» crede che parlarmi di Kealani mi invogli, ma non è così, anzi, mi fa sentire solo più impura mentre raccoglie le mie cose da bagno per poi aspettarmi sotto la porta come per farmi alzare ad ogni costo e andare in bagno ad eseguire i suoi ordini. La cosa peggiore è che non demorde e ci riesce.

«Indossa questo!» mi passa il vestito aderente grigio. «Non sono in vena per quello.» Alza gli occhi al cielo. «Se non la smetti di fare i capricci come una bambina, non ti mollo qui come ti aspetteresti, ma al contrario inizio ad acconciarti io a mio piacimento, e in fatto di gusti non rientro in quelli mormoni!» «Non voglio venirci. Passa un po' di tempo da sola con Nohea...» cerco di ignorare il fastidio sapendoli insieme. Non provo niente per lui. "Non provi niente per lui Becca!" «Oh, ne abbiamo passato a sufficienza insieme fidati! E poi cosa ti fa pensare che ti farò da baby-sitter tutto il tempo? Avanti!» preferirei non alludesse a cose che riguardano la sua relazione.

Eccomi nella mia gonna nera con allaccio a fiocco- la stessa che mia madre mi comprò per il mio primo giorno qui- e la maglia rosa dalle maniche a sbuffo. Siamo in un pub dai controsoffitti e tavoli noce, ma ogni minuscolo dettagli è blu come l'oceano che dista poco da qui. C'è musica dal vivo. La band canta Sleep on the floor dei The Lumineers, canzone che ascolto per la prima volta della quale so il titolo solo perché annunciata dal frontman. Ha il ritmo malinconico, totalmente in linea con ciò che sento, e annego nella nostalgia di non so cosa neanche io. Il problema dell'essere uscita fondamentalmente è che non posso concentrarmi e manovrare i miei pensieri, e così in un luogo sconosciuto hanno più facilità di sfuggirmi e sono proprio quelli che non vorrei che si illuminano come un piccolo falò improvvisato nella foresta del rimpianto. In poche parole, non faccio altro che pensare a quanto mi sentissi bene in quel momento con Nohea, e vorrei potermi punire per questo. Ero disinibita, e ciò mi ha resa sonnambula per tutto il tempo. La cosa peggiore è che non faccio altro che interrogarmi su cosa per lui abbia potuto significare, e una risposta ce l'ho già, ma puntualmente appena penso al fatto possa aver significato per lui solo un bacio come con chiunque altro mi rifiuto di crederci davvero. E navigo nel turbinio del chiedermi ad un estremo se Dio mi possa perdonare all'altro nel chiedermi il motivo per il quale lui si sia rimesso con Eula quando ha baciato me. Mi chiedo perché l'abbia fatto e le risposte che mi do sono mito di esasperazione e nascita di altre domande, ma puntualmente arrivo sempre alla solita conclusione: mi ha baciata solo per intrattenersi dall'interruzione con Sandy, e ciò è umiliante.

"Devi finirla Becca. Ti rendi conto che tua madre aveva ragione? Ti rendi conto che hai tradito Paulo? Si anche solo baciare è tradimento! E se Paulo l'avesse fatto a te?" Dio dice di non fare all'altro ciò che non vorresti fosse fatto a te, e io ho peccato, perché non vorrei mai Paulo pensasse minimamente di poter baciare un'altra che non sia io. E poi che storia quella di credere che sol baciare un altro non sia equiparabile al vero tradimento solo per perdonarti e stare un po' meglio con la coscienza! "Sei disgustosa!" se la mia coscienza potesse manifestarsi carne ed ossa in questo momento dinanzi a me, mi sputerebbe come Giuda Iscariota sputerebbe a quelli che lui identificherebbe come falsi profeti. «Becca?» mi scuote davanti agli occhi la mano Eula.

«Stanno arrivando gli altri, vuoi ordinare qualcosa intanto?» io Eula, Kia, Lea e Luana siamo venute in autobus e i maschi ci raggiungeranno in auto, e speravo di vederli quanto più tardi possibile. Scuoto la testa. Sono a digiuno come forma di auto punizione, senza che la religione centri qualcosa. «Siamo qui!» grida Luana alle nostre spalle e mi sento sprofondare. Si alzano tutte quante, così mi prendo la testa nelle mani con i gomiti sul bancone. Vorrei essere trasparente o semplicemente vorrei non ci fosse Nohea. Devo alzarmi, non posso restare qui fingendo di non esserci, così sollevo il viso, sistemo i capelli e mentre stavo per alzarmi arriva Kealani che mi circonda le spalle con un braccio mentre mi tira a sé per lasciarmi un bacio sulla guancia. Inizia a chiedermi troppo contento di vedermi dove io sia stata, ed inizio a rispondere in maniera completamente vuota, soprattutto notando attraverso lo specchio che riveste la scaffalatura dove sono poste le bottiglie oltre il bancone il bacio tra Nohea ed Eula. Kealani riprende a farmi altre domande, con troppo entusiasmo, ed inizio a sentirmi così sopraffatta dal caos interiore che mi provoca vedere quella scena, o semplicemente sentire il cuore così agitato al solo sapere lui sia qui che sono costretta a chiedere scusa a Kealani per andare in bagno. «Vuoi che ti accompagni?» mi chiede Eula che in qualche modo è riuscita a sentirmi. Scuoto la testa mentre mi alzo sentendo la testa completamente ovattata. Quando percorro il retro d'istinto tra le due porte quale quella del bagno o l'uscita secondaria scelgo la seconda. Scrivo un messaggio di scuse ad Eula, mortificandomi del fatto lei sia una brava amica nei miei confronti, ed io affatto. 

To Be Continued...

Oasi ProibitaWhere stories live. Discover now