Capitolo Ventiquattresimo

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«Ci vediamo a cena allora come abbiamo deciso!» mi dice dietro Kia mentre ci dirigiamo ognuno al proprio dipartimento. Mi giro indietro alla svelta per farle capire che ho capito e faccio un cenno con la mano. Siamo rincasati ora che sono le dieci del mattino, e abbiamo deciso di andare a cenare fuori in un posto poco distante dal campus. E alla faccia del mio stupido subconscio sì! Sono davvero felice di stringere amicizia, e solo questo!

Mi rigiro in avanti e....: «Buongiorno!» mi ritrovo davanti Nohea. «Buongiorno...» rispondo con l'entusiasmo trascinato dalla situazione di prima. «Divertita in spiaggia?» mi chiede. «Come fai a sapere che sono stata in spiaggia?» torno in modalità tutt'altro che entusiasta con lui. «Eri con i miei amici...» dice camminandomi affianco. «Mh.» mi limito a dire, ma poi: «E come mai tu non sei stato invitato?» ne approfitto. Vediamo se ha il coraggio di raccontarmi, di dirmi la verità. «Probabilmente perché non riscuoto successo come eccitante per Kealani.» molto maturo. «Commento sessista!» mi limito a dire duramente. «Dici?» mi stuzzica. Mi dà fastidio pensa gli altri siano interessati a passare tempo con me solo perché sono simpatica a Kealani. Dovrebbe sapere che il mondo non gira tutto intorno al sesso come per lui! «Se prendessi posizioni probabilmente avresti passato una serata stupenda con noi. Ma è chiaro che ti piaccia avere tutte le porte aperte a tuo favore.» la sto prendendo sul personale. Non so perché continui a cercare un rapporto con me quando sa perfettamente che non posso dargli sesso. Per quanto ne so si è potuto portare a letto anche Kia e Lea, magari anche Luana. «Beh recupererò stasera visto che verrò anche io a cena.» «Buon per te.» rispondo distaccata. «Cosa hai da fare ora?» mi chiede. «E perché ti interesserebbe? Hai un buco libero da riempire con me? Dov'è Sandy o Eula?» sì, sono piuttosto acida e lui di risposta sghignazza chiedendomi stupidamente perché faccio la gelosa. Non vede proprio il principio, le dannate porte delle quali parlavo prima. Come posso essere amica a una persona come lui?! «Non ho motivo di esserlo.» rispondo perciò. «Allora vieni con me a fare colazione.» «Non faccio mai colazione.» dico ostinata. Non ho ancora deciso se voglio davvero essere sua amica. «Ah no? Interessante. Questo spiegherebbe perché sei così magra...» inchiodo con le gambe dato che per tutto il tempo camminavamo. La sua risposta così fuori contesto, come dell'altro tutto il resto, è troppo da sopportare: «Mi dispiace se non sono di tuo gradimento, ma ne avrai altre mille di tua piacenza. Ora se mi vuoi scusare devo fare una doccia.» parto a passo svelto senza aspettarlo. Sono ben a conoscenza dell'aver superato il mio peso forma e dell'essere sotto di qualche chilo, ma appena mi sistemerò mi adopererò per riprenderli, e in parte, anche se non è piacevole ammetterlo è stata anche colpa sua se lo stomaco mi si è chiuso!

Non piace neanche a me poter vedere allo specchio ogni disco della mia spina dorsale o le costole, e mai il giudizio sulla mia forma fisica mi ha fatto piangere, e odio che mi importi proprio del suo.

Entro in doccia iniziando a notare ogni piccola cosa del mio corpo, anche la più insignificante alla quale non davo così peso prima. Guarda, mi sporgono per fino le anche... che schifo. Mi lascio scappare un singhiozzo mentre sono con la testa sotto l'acqua: «Serve sapone?» mi si viene chiesto dal di fuori da lui e divento paonazza solo all'idea lui sia qui adesso. Ingoio i singhiozzi di seguito per evitare mi senta e mi prendo un minuto per stabilizzare la voce: «Va via Nohea!» «I bagni della D sono guasti, non sono libero di usare questo bagno?» provo subito un forte senso di disagio. Voglio che se ne vada, e solo allora uscirò da qui con il mio asciugamano.

«Non lo vuoi quindi?» si riferisce ancora al sapone.

«Non voglio niente da te, tantomeno trovarmici in bagno insieme! Puoi andare via?» gli chiedo. Se penso che mi ha vista nuda mi viene solo più la nausea misto a vergogna. Eula è così formosa: ha un seno prosperoso in confronti al mio, e un sedere tondeggiante a cuore inverso. Alzo un braccio per guardarmelo così magro tanto che il cerchio formato dal mio pollice e l'indice resta per un quarto vuoto attorno al polso. Non dovrebbe importarmi di come mi ha vista, eppure non posso dimenticare niente di quel che ho provato con lui. È inutile! "Non posso aggirare le mie emozioni, e anche se non ti sta bene io interiore è così, altrimenti fatti un giro con la moralità religiosa!"

Oasi ProibitaWhere stories live. Discover now