Capitolo Ventunesimo

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«Fate buon viaggio. E non dimenticare la crema solare. Hai la pelle secca e arrossata Becca. Ricorda di usare più shampoo per i capelli... il sole rovina le punte.» la abbraccio stringendola forte quasi a sollevarla in aria. La sento ridere e si scioglie da quelle raccomandazioni ossessive. «Salutami papà, e aggiornami sullo Utah.» le dico per allontanarmi poi con Paulo verso l'entrata in aereo. Saluto il padre di Paulo scuotendo la mano al vento. «Biglietti vicini stavolta?» chiedo a Paulo mettendomi in fila dietro di lui. «Si.» dice girandosi per farmi passare davanti a sé. Mi schiocca un bacio fra i capelli, e sono felice di tornare in Hawaii totalmente assolta. Ora si che il cerchio è chiuso!

«Ti puoi fermare nella mia stanza. Isadora ammette i fidanzati, e poi ogni fine settimana fa venire il suo quindi sono giustificata.» gli dico. L'aereo ha fatto ritardo e sarebbe troppo tardi per lui prendere un taxi per essere portato al suo campus. «Non mi hai detto perché hai cambiato stanza...» mi dice una volta che siamo dentro. Poso la mia valigia vicino l'armadio e inizio a legare i capelli per evitare di sudare, anche se di sera la temperatura qui di abbassa un po'.

«Isadora è una coinquilina che fa più per me.» dovrebbe aver capito il motivo da solo, e non mi va di ricominciare a parlarne e spero tanto non abbia accettato di venire a stare qui solo per indagare. «Ehi! Ho sentito che si parlava di me!» entra lei seguita dal fidanzato. «Ciao!» si avvicina per abbracciarmi. «Lui è Paulo il mio fidanzato. È un problema se rimane a dormire?» «Dai, piacere Isadora! No, sai che non è un problema se si tratta di fidanzati, e comunque lui è Peter. Rimane anche lui stanotte.» me lo presenta. Peter p un ragazzotto dall'aria campagnola inglese di provincia, con una frangia lunga bionda cenere sugli occhi azzurri.

«Piacere Becca.» Gli stringo la mano. «Paulo Peter. Peter Paulo.» Isa li presenta tra loro, ma Paulo gli stringe la mano e solo dopo dice: «È il mio compagno di stanza.» «Dai! Davvero amore?!» dice entusiasta Isadora che non lascia per mano Peter neanche per un momento. Lui annuisce così lei: «Non è fantastico come i nostri destini si siano incrociati?!» e ride. Annuisco sorridendo. «Avete cenato?» chiede poi. Guardo Paulo mentre le rispondo di no, e successivamente lei ha la splendida idea del riunirci tutti e quattro in mensa. Paulo non mi sembra molto affine con Peter- sono compagini di stanza non dovrebbero conoscersi almeno un po'? Comunque si, ceniamo insieme alla fine.

«Quindi studi anche tu fisica Paulo?» Isa gli chiede che siamo seduti al tavolo una coppia di fronte all'altra.

«Fisica sì.» si limita a dire lui e ciò la mette a disagio visto che non c'è un appiglio per continuare una conversazione, così decido di fare da collante: «Sei del terzo anno come Isa, Peter?» al suo posto mi risponde Isa. «Lui è del primo! Non si nota che è molto più giovane di me?» ride. Le dico di no e poi: «Oddio guarda chi c'è!» passa da un estremo all'altro con l'umore pertanto mi giro appena per guardare alle mie spalle lì dove guarda lei e noto Nohea con Eula.

Mi rigiro di colpo. Bevo la mia acqua non prima di chiederle cosa abbia. Non le ho raccontato molto ad Isadora del perché Eula mi abbia chiamata puttana nel pieno della notte e del perché lui il giorno affianco abbia preteso di parlarmi. Non mi ha mai fatto domande e spero non perché abbia capito il triangolo. «L'altro giorno lei è venuta a chiedermi informazioni riguardo Bria... se sapessi qualcosa, di qualche tresca tra lei e il suo ragazzo. Lui dovrebbe vergognarsi comunque ad essere così meschino. Sinceramente non so cosa la spinga ancora a starci insieme.» «Ho bisogno del bagno. Buona serata.» dice duro Paulo alzandosi e andandosene. A primo impatto temo abbia reagito così per via delle mie espressioni avendo magari capito qualcosa riguardo Nohea, ma ripercorrendo le parole di Isa mi rendo conto che deve aver adattato i suoi giudizi sulla coppia Nohea-Eula alla sua situazione... Alla nostra.

«Scusate...» Sono sicura di essere rossa in viso, perciò mi limito a dire ciò mentre mi alzo per rincorrerlo letteralmente. Raggiunto lo prendo dal bicipite, ma prosegue per uscire e solo una volta fuori lontano dagli occhi di Isa e Peter si ferma. «Scusa, possiamo andare a dormire?» «Non ti piace la compagnia di Isa e il tuo coinquilino?» «Non è questo. Sono stanco. Se ci tieni tanto possiamo fare colazione domani con loro.» «Certo...» mi metto sulle punte per dargli un bacio a stampo sulle labbra. Successivamente mi prende per mano e ci passa davanti Nohea mentre morde una pesca con nonchalance. Solo dopo che attraversa il corridoio Paulo fa strada tirandomi dolcemente per la mano. "Distraiti Becca. Tu non hai visto nessuno." «Vuoi fare una doccia prima?» gli chiedo per distrarmi. «È possibile utilizzare i bagni a quest'ora?» mi chiede. «Tentiamo.» non ne ho idea. Ho dimenticato le regole di copri fuoco e di utilizzo dei sanitari.

Oasi ProibitaWhere stories live. Discover now