Capitolo 60- Prima Parte

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Un anno dopo:

Sfrecciavo con il mio maggiolino giallo limonata su un asfalto rovente, nel gennaio più afoso di sempre nelle Hawaii. Avevo vari motivi per essere felice nonostante fosse il mese che più mi ricordava mia madre: avevo ottenuto uno stage retribuito nella Kaiser, benché dovessi ancora conseguire degli esami, ma a quanto pare la mia media e la mia scaltrezza di darne tanti quanti arretrati in sole due sessioni bastavano nel mio curriculum per stupire chi avesse fame di nuovi candidati, e ne avevano...

Quest'auto di fatti l'ho comprata qualche mese fa proprio grazie ai risparmi dovuti agli stipendi, certo, nonostante mio padre non fosse così elettrizzato dall'idea.

Esco fuori dal finestrino una mano, ma tuttavia non sento il venticello, e ciò è dovuto ai quaranta e passa gradi, l'asfalto non aiuta, ma l'oceano al lato destro che scorre rinfresca alla sola vista. Mi ci fermerei volentieri, ma sto andando a prendere papà dall'aeroporto. A dire il vero non era programmato, infatti gli sto facendo una sorpresa. Sono in perfetto orario, così com'è perfetto il mio umore. Per la prima volta sono davvero felice dopo un anno trascorso a smaltire cattive energie, tra amici che non fanno più parte della mia vita, e sorprendenti novità, che più che novità mi avevano così sconvolta dal pentirmi di ogni cosa fino ad allora fatta.

Entro nell'aeroporto nel mio vestito bianco, che con l'abbronzatura ci sta divinamente, poco modestamente detto. Controllo il tabellone dei voli, e leggo che l'aereo di mio padre atterrerà tra poco meno di cinque minuti, così mi avvio verso l'area d'attesa. Mi siedo su una delle sedie e d'un tratto ricordo:

💭

" Luglio precedente all'anno corrente:

<Sta arrivando...> Mi dice Egle allontanandomi dall'abbraccio dalle spalle. Lascio da parte quell'avviso e la riabbraccio stando attenta a non pressare sul suo pancione.

<Mi mancherai, e giuro che se accettano la mia richiesta da stagista, appena ho abbastanza soldi ti vengo a trovare.> Lei ride, e dice va bene. Le prendo le mani.

<Sei ancora in tempo per ripensarci...> Le dico. È incinta di quattro mesi, praticamente dalla fine di marzo... Maui e lei hanno rotto, così non trova ragione per restare. Parte e va a stare dalla sua famiglia in Arizona, così l'aiuteranno a crescere il bambino. Maui vuole fare il padre, ed ha accettato di farlo alle condizioni di Egle pur di non perdere tutto quanto, ecco perché nonostante la loro situazione lui oggi la viene a salutare, con Nohea... E infatti, prima che piombino qui devo andare. Da quando ho lasciato Nohea ci siamo visti una volta in campus di sfuggita, ma tuttavia non abbiamo più parlato da allora, e non credo ci sia nulla da dire.

<Le Hawaii non hanno nulla da offrirmi, e neanche a lei...>

<Io scommetto ancora che è un maschietto. Appena entri nel quinto mese voglio essere la prima a sapere il sesso!> I suoi occhi balzano dalle mie spalle a me, ed ha un viso così dolce...

<Forse lo tengo segreto. Mi piacerebbe fosse una sorpresa al parto...>

<... È da sadici!> Faccio la faccia di chi sta per morire.

<Va adesso...> Guarda un'ultima volta alle mi spalle, segno che sono davvero gli ultimi secondi per andare via, e poi mi abbraccia frettolosamente un'ultima volta. Le accarezzo la pancia e poi scappo via con la mia borsa a tracolla che mi viene dietro, e i miei occhi che per pochi secondi curiosi si fermano su loro due. Nonostante tutto, sono davvero felice ora abbiano l'un l'altro, anche se le cose sarebbero potute andare diversamente tra lui ed Egle, e me e Nohea. Mi piace pensare che in un universo parallelo eravamo davvero i pezzi di puzzle mancanti l'uno per l'altra, ma in questo universo purtroppo non è così..."

Oasi ProibitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora