Capitolo 51

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Sono passati un paio di giorni. Non faccio che studiare perché questo è il mio compito. Sono stata a cena a casa di Kia e Lea. C'era anche Isa... Era riservata a noi femmine del gruppo. Ho detto loro come stanno le cose, di quanto io ormai stia cercando finalmente di allontanarmi da lui, ma loro non sono d'accordo. Dicono che dovrei dirglielo che in realtà non l'ho persa e che ero ubriaca e avevo malinteso con Kealani, così tutto andrebbe per il meglio. Ma io continuo a pensare che dopo le ultime cose che gli ho urlato contro avrebbe dovuto cercarmi la sera stessa, se non quella accanto massimo, e invece pensa ancora. Cosa pensa? Davvero lui metterebbe in discussione ogni cosa per una scelta che spettava a me? Loro dicono che allora se vuole sentirselo dire che non l'ho persa, e visto che è così, dovrei dirglielo perché così finirebbe in maniera felice per entrambi, ma io non sarei felice se lo avvicinerei a me solo dicendogli quello, perciò io vorrei si avvicinasse a me per quella che sono. Ah non so più cosa pensare, mi sta perfino scoppiando la testa oggi tanto che studio e rimango chiusa in questa stanza. Dovrei prepararmi per andare a lezione ma mi sembra inutile frequentare se ho esami del primo anno indietro. Ad ogni modo ora credo che andrò a farmi una doccia. Ho davvero bisogno di lavare i capelli e soprattutto i turbamenti.

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Cambio di programma. So che non si viene mai da soli a surfare per ragioni ovvie, ma sento che per la prima volta dopo tanto tempo ho bisogno di farlo da sola... Per prendermi il mio tempo, per ristabilire un contatto con l'oceano. Metto infatti il costume intero verde, anche se preferirei una muta che non ho. Lego i capelli anche se serve a poco visto che per la loro scarsa lunghezza mi si scompigliano ben presto. Affitto una tavola dal codice "111" e cammino alla deriva, rimanendo in zona controllata dai bagnini perché non vorrei morire per sfacciataggine. Mi addentro in acqua facendo qualche passo e mi ritrovo di già con il livello al bacino. È fredda, ma i brividi che sento sono anche dovuti all'adrenalina e al terrore. La sabbia sotto i piedi mi fa sempre un certo effetto. Sistemo la tavola orizzontalmente a pelo, e immergo una mano nell'oceano muovendola come fosse un pesce. È così limpida, leggera...

La esco e la porto al viso bagnandomi le guance, e il salato mi pizzica subito la pelle che era tornata del colore dei muri, bianca. Lecco la mano per poterne sentire davvero il salato e me la rido tra me e me. Poi decido di abbassarmi sulle gambe lentamente, fino a trovarmi piegata, con la testa immersa per qualche secondo, i giusti per aprire gli occhi, e con la vista offuscata goderne di ogni sfumatura, fin quando non finisco l'ossigeno, ben presto a dire il vero, e riemergere, con i capelli bagnati, completamente slegati. Non mi importa di cercare l'elastico che li teneva, perché il movimento dell'acqua che si fa più turbolento verso la riva mi indica che sta per arrivare un'onda, che potrebbe annunciarne una di ogni grandezza. Socchiudo gli occhi cercando l'orizzonte, e poi come se fosse un'azione quotidiana come il camminare, i miei muscoli si muovono agilmente sorprendendo perfino me stessa per poter avanzare verso una sfida... Quella di cavalcarne una. Quando riesco a mettermi in piedi sulla tavola, per cavalcare la mia prima onda dopo mesi, quasi non mi sembra vero, e sono fiera di me benché sia un'onda così piccola. Quando sono su quella tavola, a sfidare il movimento mi sento come padrona della mia vita, sempre così imprevedibile, ma da lassù è come se avessi il controllo nel mio equilibrio. È proprio vero che sono importanti anche le piccole cose...

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Non vedo l'ora di togliermi il prendisole e poi il costume per farmi una doccia. Sono con la salsedine addosso da troppo tempo, ma ho incontrato in spiaggia la madre di Kealani, così mi ci sono messa a parlare e il tempo è volato. Quella donna ha un senso dell'umorismo e una simpatia che potrebbero illuminare le Hawaii se qualcuno dovesse rubare il sole.

Ad ogni modo entro in bagno per poter finalmente lavarmi. È un'ora tarda, quindi non c'è nessuno.

Porto nella doccia per primi i prodotti per lavare i capelli e il corpo appoggiandoli sull'apposita mensolina. Chiudo la tenda, ma mentre facevo scorrere l'acqua attendendo arrivasse la tiepida mi rendo conto mi sia dimenticata il pettine. Esco così di nuovo fuori prendendolo dal beauty. Lo poso in doccia e faccio per girarmi per richiudere la tenda, ma la visione mi viene completamente oscurata dal viso di Nohea. Si avvicina al mio fin quando le nostre bocche non si congiungono, come calamite. Le sue mani mi circondano le guance mentre dei baci dapprima veloci e poi via via più lenti a stampo non si liberano dalle sue labbra sulle mie. Chiudo gli occhi lasciandomi andare a quella sensazione mentre con i piedi scalzi sento l'acqua di prima uscita bagnarmeli, e arrivo sempre più ad appoggiarmi al muro della doccia piastrellata. <Ogni volta finisco per rovinare ogni cosa, e non voglio permetterlo stavolta.> Dice allontanandosi di poco da me con il volto, ma solo per prendere respiro e guardarmi negli occhi che ho riaperto come una rincitrullita, totalmente in scompiglio. Le sue mani sul mio viso sono calde, ma il suo stato d'ansia al contrario lo rende freddo sulle labbra... Mi sembra perfino più pallido del solito.

Oasi ProibitaWhere stories live. Discover now