Capitolo 59

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<Sei sicuro che possiamo restare qui?> Chiedo a Nohea una volta che entriamo in casa di sua madre tornati in Hawaii. Sono passati due giorni da quando Mei mi ha fatto sapere che è incinta, ed essendo Cora resta a casa sua e di Frank, come la madre e nonna di Frank, Nohea come Maui e Egle hanno deciso di andare, anche per i vari impegni lavorativi e universitari. Infatti Nohea ha un esame cui si deve preparare prima dell'arrivo di natale, e ho scoperto che Maui ha un'impresa di noleggio barche a Santa Monica, dove ha vissuto per la maggior parte del tempo con Egle. Non so come Maui se la stia passando ora, o se lui e Egle si siano lasciati. Magari lui starà cercando di riaverla, e a dire il vero mi chiedo se ora che non c'è più la gravidanza lui provi qualcosa per lei. Voglio dire, all'inizio non la amava poiché ancora cotto di Slava, e l'amore per lei è probabile sia nato e si sia ricostruito dopo, ma è davvero alla base della loro storia? Ma chi sono io poi per giudicare.

<Tutto bene?> Mi chiede Nohea distogliendomi dai miei pensieri.

<Si, perché?> chiedo così. Lui sembra essersi ripreso dopo quella notte, e sicuramente la bella notizia di diventare zio lo ha reso gioioso, sì, perché alla fine Mei lo ha detto a tutti, naturalmente prima ne ha parlato da sola con Egle e poi con tutti gli altri.

Nohea si avvicina e mi estrae dalla tasca posteriore del jeans il cellulare che a quanto pare suonava, e che a quanto pare di nuovo presa dai pensieri non sentivo. Devo essere proprio stanca e il sovrappensiero non aiuta. <Il telefono.> Me lo concede e noto che appena abbassa lo sguardo sul display cambia espressione. Abbasso lo sguardo per afferrarlo, e mi rendo conto che la chiamata in arrivo è di Paulo. Premo il tasto di blocco, senza chiudere la chiamata e lo ripongo nella tasca posteriore del mio jeans.

<Non rispondi?> Si finge distratto mentre apre la sua valigia posata sul divano del salone.

<Non occorre.> Dico io.

<Non devi non farlo solo perché hai paura mi dia fastidio.> Dice continuando a frugare nella borsa.

<Non lo faccio per quello, ma solo perché non vedo un motivo per il quale lui debba chiamarmi.> Si invece, lo faccio anche perché potrebbe dargli fastidio, soprattutto considerando che gli ho accidentalmente detto che mi ha baciata prima che ci mettessimo insieme. A proposito, chissà cosa gli ha detto poi invece al posto di questo quando rispose al telefono al mio posto quella sera.

<Senti Becca...> Dice e cessa di ravanare nella borsa e viene verso di me: <... Anche se mi dà fastidio, devo convincermi che fa parte del tuo passato, e della tua vita, perciò rispondi, e facciamola finita.> Riprende il cellulare dalla mia tasca proprio mentre ricomincia a suonare al termine della sua ultima parola.

<Non ho intenzione di farti irritare maggiormente.> Dico afferrandolo e bloccandolo di nuovo al lato.

<Allora non rispondi per non infastidirmi.> Dice lui con mestizia.

<... Non rispondo perché non ho nulla da dirgli!> Rispondo confusa negando ciò che dice.

<Eppure non chiudi la chiamata, ma lasci che cessi fino all'ultimo squillo.> Controbatte.

<Nohea, perché fai così?!> Dico arrendendomi. Mi lancia un ultimo sguardo e poi sfuggente va verso la cucina. Decido di seguirlo.

<Non fa differenza chiuderla o bloccare il cellulare, comunque non rispondo!> Dico ragionevolmente.

<Certo, non fa differenza come il dirgli o meno di chi tu ti sei innamorata quando stavi con lui, e perciò con chi stai adesso.> Sbotta mentre afferra un bicchiere e poi vedo riempirselo dal rubinetto a me di spalle. Elaboro la sua risposta. Ecco cosa Paulo gli disse quella sera. A quanto pare è riuscito nel fine, ovvero sapere con chi io lo tradì. Mi avvicino a lui e poso una mano sulla sua schiena mentre beve la sua acqua fin l'ultimo sorso. Lo rigiro verso di me dolcemente fino ad averlo di fronte. Gli tolgo il bicchiere dalle mani e lo poso alle mie spalle sul ripiano mentre cerco il suo sguardo, ma tiene gli occhi abbassati.

Oasi ProibitaWhere stories live. Discover now