Capitolo 58

808 15 0
                                    

Nohea ha passato dei momenti bui ieri. Il motivo per il quale piangeva, oltre per l'essere ancora turbato dall'accaduto, era per via della madre. Cora è rimasta in coma fin le quattro di questo mattino, e poi fortunatamente si è svegliata. Deve essere stato un bel regalo anticipato di natale...

Ma lì dove ci sono buone notizie, ci sono anche le cattive: Egle ha abortito, e c'era da aspettarselo. I restanti si loro stanno bene, certo, considerando i lievi trauma cranici di Abigail e sua madre. Maui sta male, ovviamente. Hanno dimesso tutti quanti alle sei di questo mattino, e ci ritroviamo in casa di Mei e Frank a girare come zombie, con del cibo del ringraziamento riscaldato dalla servitù per invogliarci a mangiare, quando in realtà ognuno di noi protrae per più per agiarsi su comodi letti per dormire. <Io vado di là. Vorrei riposare. Vieni con me?> Mi chiede Nohea, e ha delle borse che tra un po' gli arrivano al mento. Annuisco perciò e lo prendo per mano facendo un cenno a Mei, anch'essa pronta per andare a letto. In realtà benché anch'io stanca, mi preoccupo per la partenza. Sarebbe dovuta essere proprio stamattina, dopo quella che sarebbe dovuta essere la cena di ringraziamento la sera prima... Non credo sia un buon momento per ricordarlo in generale, e poi ormai è andata così.

<Disfo il letto.> dico tenendo il tono basso, neanche per mio volere, ma solo per la stanchezza. Infatti c'è silenzio, e tutti lo mantengono... Perfino fuori sembrano i suoni cittadini tacere apposta, anche se immagino sarà per la festa di ieri sera e in gran parte per l'ennesimo tornado devastante. Nohea accende la luce di un'abatjour per via della finestra serrata da me e Maui ieri, ma comunque non entebbe luce fosse aperta visto ancora il maltempo, infatti spero non ci sia modo anche oggi di temere una strage. Non appena finisco di aprire il piumone e ripiegarlo assieme al lenzuolo Nohea di già svestitosi si mette sotto, senza indossare maglia alcuna. Non ho ancora capito se sia più tipo da dormire seminudo o vestito. Comunque, appoggio la punta del piede avvolto dallo stivale in pelle colore cuoio alla panca ai piedi del letto per abbassare la zip, e successivamente faccio lo stesso con l'altro. Li tolgo entrambi, e credo di avere un orgasmo interiore per finalmente ritrovarmi senza quegli scomodissimi tacchi a stiletto. Strofino gli occhi e solo dopo tiro dal collo il vestito a maglione senape, rimanendo in intimo e canottiera. Giro il volto per cercare la mia camicia da notte, che stamane ho ripiegato sulla sedia all'angolo ma non c'è. Va bene, me ne farò una ragione. Non sarà poi così scomodo dormire così. Tengo le calze lunghe perlomeno. Alzo il volto per tastare la mia metà e ritrovo Nohea a guardarmi mezzo assonnato. <Puoi prendere la maglia del mio... È lì.> Si riferisce con la sua voce rauca da chi è stanco al suo pigiama guardando al comò alle mie spalle.

<... Va bene così.> Rispondo perciò mentre mi tiro sotto al piumone. Cerco subito il suo contatto, così appoggio la faccia al suo petto mentre lo semi-abbraccio e lui si accuccia a me, desideroso di affetto.

<...grazie> dice poi mentre stavo quasi per cedere nelle braccia di Morfeo.

Alzo il viso per guardo da sotto il suo mento: <... Non ho fatto nulla.> Ed è così.

<Stanotte sei stata tu la mia salvezza.> Dice così, e scoppio di gioia. Mi sollevo perciò lievemente sul busto per lasciargli un bacio a stampo sulla guancia.

. . .

Quando vengo svegliata dal bussare contro la porta scatto in piedi per andare ad aprire per far sì non sì svegli Nohea. <...si?> Chiedo così confusa poiché appena svegliata, dopo quanto? Che ore saranno?

<Ti ho svegliata? Non credevo dormiste ancora... Torno dopo.> Fa Mei e fa per andarsene.

<No, tranquilla. È successo qualcosa?> Chiedo mentre sfrego gli occhi.

<No no, affatto, tranquilla. Volevo solo parlarti.> Dice lei, ed è in condizioni pessime, certo come lo saremo un po' tutti, ma lei... Credo debba dirmi qualcosa di importante.

<Certo, dammi un secondo per cambiarmi...> Dico così.

<Sei sicura, posso tornare...>

<No, un solo secondo...> Bisbiglio e faccio per rientrare. Una volta dentro grazie all'abatjour ancora acceso, riesco a leggere sulla sveglia che sono di già le quattro del pomeriggio, perciò abbiamo dormito un bel po', ma credo che lascerò dormire Nohea ancora per un po'. Inizio così a cercare vestiti attorno a me, e rivedo solo quelli di ieri, così rimetto il vestito, e tento di cercare le calze perse tra le coperte mentre dormivo, ma non le trovo e ho paura di svegliere lui, così smetto di cercarle. Noto le scarpe da ginnastica di Nohea con le calze all'interno, così infilo quelle e anche le scarpe, poiché non ho voglia di rimettere gli stivali con il tacco... Queste mi vanno grandi di almeno quattro numeri, ma devo parlare con Mei, e poi cosa vuoi me ne importi davvero della mia immagine dopo quanto accaduto ancora poche ore fa. Quando esco fuori Mei mi ha aspettata, così la seguo finché non ci ritroviamo in salone, sedute sul divano.

<Hai riposato anche tu?> Le chiedo perciò mentre alzo anche le gambe sul divano.

<Più o meno, ma non è servito a molto. Mi sento ancora un straccio.> Dice e si fa più vicina a me, sollevando anche lei le gambe. Ha delle occhiaie così scure, lo sembra davvero stanca più di tutti.

<È comprensibile, ma Cora ora sta bene ed Egle si riprenderà...> Dico e la accarezzo sul braccio.

<Si, ma sono così giù per lei... Non sapevo neanche fosse incinta, e se fosse accaduto a me...> Inizia a piangere.

<Sarà difficile da affrontare, ma sono sicura lei e Maui ci riproveranno. Si amano davvero e credo vogliano davvero costruire una famiglia.> Dico, ma a come mi guarda so che mi sfugge qualcosa.

<La cena di ieri sera sarebbe dovuto essere un momento in cui io e Frank avremmo annunciato la mia gravidanza. Tra un mese sapremo il sesso, e sto male all'idea che a lei sia andata in quel modo e a me no! Perché doveva accadere questo?> È un mix di così tante nuove emozioni che non so come reagire.

<Mei non è colpa tua. Non devi sentirti in colpa, anzi. Sta vicina ad Egle, lei desidera così tanto sentirsi partecipe della famiglia... vuole essere tua cognata!> Le dico.

<Vorrei tornassimo indietro per evitare di andare a quella messa. Dovevamo restare a casa!> Si incolpa.

<Non preoccuparti di nulla. L'importante è che nulla è permanente, e io sono felice tu sia incinta...> La abbraccio.

. . .

Più tardi son passata da Egle, dopo che ho incrociato Maui completamente distrutto per il corridoio. È improbabile e strano poiché figli di genitori diversi, ma quando sono distrutti lui e Nohea si assomigliano come fossero davvero fratelli. Ad ogni modo, Egle non se la passa bene. Quel bambino era capitato, ma averlo perso è stato comunque un colpo, e francamente penso a come Maui ora affronterà la cosa legata anche a Slava, ma non sono fatti di cui mi devo impicciare.



To Be Continued

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

To Be Continued...

Oasi ProibitaWhere stories live. Discover now