Capitolo 35

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"Dici di non credere più nel tuo Dio, ma quando ti sposti metti sempre in fretta in tasca o in borsa una medaglietta. Questo dovrebbe farmi pensare che credi ancora nell'amore..."

Questo bigliettino mi ha distrutta. Dico di non credere, di non essere riconoscente eppure, benché la medaglia non sia più con il laccetto attorno al mio collo, non riesco a separarmene e la porto sempre con me come se mi proteggesse. Il paragone fatto con ciò che gli dissi: "Vedi Nohea sei esattamente come un Dio nel quale non credo più. Mi prometti il bene eterno e poi invece mi pesti con i piedi indicandomi una strada fottuta [...]" Mi fa pensare che è mi osserva davvero per tanto tempo e ricorda ogni cosa che gli dico, e che non riesce davvero a pensare che io non voglia amarlo, perché nonostante tutto io ci sto dentro così come non posso più fare a meno di stimare Dio.

Devo andare a lavoro adesso.

. . .

"Benvenuti al McDrive. Vuole ordinare?" Ripeto la mia apertura di routine mentre gli altri sono impegnati a preparare gli altri ordini e devo occuparmi di questo.

"Becca sono Kia. Nohea sta partendo e cerchiamo di fermarlo. Vieni?" Mi chiede e mi sembra molto allarmata. Mi giro verso gli altri che ovviamente dato che anche loro hanno l'auricolare in comune hanno sentito tutto.

"Partire per dove?" Chiedo e noto tutti con l'attenzione rivolta a me.

"Va nel Montana. Il padre è stato sepolto lì, attorno alla loro casa in montagna. Dice che non vuole avere più niente a che fare con le Hawaii e la sua famiglia." Mi risponde agitata. Sento il cuore che sta per uscirmi dalle orecchie.

"Becca muoviti! Sai che sei una delle regioni per cui va via, cazzo!" Grida e stavolta è Lea. Immagino siano tutti nell'auto di Aron o Kealani.

"Arrivo!" Dico e tolgo l'auricolare con il microfono. Scappo fuori dalle cucine mentre tolgo il cappellino e il grembiule e vado negli spogliatoi per prendere la mia borsa. Non me ne frega niente di perdere il lavoro.

. . .

Kealani si ferma in mezzo alla strada e ci fa scendere per correre tutti dentro, compresa Luana. Appena entriamo in aeroporto iniziano a leggere sul tabellone dei voli, mentre io lo cerco tra la gente con lo sguardo. Ho il fiato corto e potrei morire da un momento all'altro se non lo fermiamo all'istante. Solo ora mi pento con tutta me stessa di non aver surclassato. Quando sta con me, quando mi dice ciò che sente, è quello che mi importa. È quello Nohea, e tutto il resto non conta, cazzo! Soltanto ora mi rendo conto di quanto abbia fatto il gioco di Eula. <Ragazze è troppo tardi. È decollato dieci minuti fa...> Si mette le mani nei capelli Aron.

Mi giro verso di loro mentre sento tutto girarmi attorno. Inizio ad accertarmene da sola scorrendo agitatamente con gli occhi da una parte all'altra del monitor gigantesco non capendo nulla. I numeri arancioni su nero si mescolano mentre l'afa mi soffoca. Lea mi prende dalla schiena per dirmi che dobbiamo andare ma non mi do vinta e... Buio.

Perdo i sensi.

To Be Continued

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To Be Continued...

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