Capitolo 63- Prima Parte

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<Piccola Nilù...> Passo il dito sul nasino di Niele mentre si porta in bocca un piedino, stesa sull'asciugamano sulla sabbia. Paulo benché domenica è stato chiamato a lavoro, ha provato a chiamare Lizzy per dirglielo ma non rispondeva, così mi sono offerta, un po' per necessità di tenerla da sola. Se Lizzy lo venisse a scoprire non la prenderebbe bene, e spero Paulo inventi una scusa se dovesse richiamarlo.

<La vita non è semplice...> Lascia il piedino e mi prende un dito. Sorrido.

<Quando hai tutto in ordine, hai la perfezione, capisci che amavi il caos, e finisci soltanto per sentirti un irriconoscente.> Lei ride, devo avere la faccia buffa... Forse i miei denti davanti larghi, e i capelli arricciati con la salsedine devono rendermi divertente.

<... E tu giustamente ridi.>

<Forse perché non ti capisce!> Cancello il sorriso e gli occhi mi si sgranano. Fisso l'ombra sulla sabbia, e la sua voce è sempre la stessa, uguale a quella di tre settimane fa in campus. Alzo il viso verso l'alto, visto che sono seduta nella sabbia accanto a Niele con il mio costume intero bianco.

<Tua figlia?> Mi chiede poi. Bhe, stando a quanto ne sa lo sarei potuta essere incinta, e l'avrei partorita soli quattro mesi fa, e Niele è molto più grande di una bambina di quattro mesi da primo sguardo. Metto una mano a visiera per coprirmi dal sole e rispondo.

<...no...> Dico, ma decido di alzarmi, perciò porto l'ombrello da spiaggia dalla misura piccola a coprire quasi interamente Niele, visto che non ci sarà più la mia ombra a farlo.

Mi scrollo la sabbia dalle gambe e poi continuo: <... È la figlia di Paulo.>.

Lui sembra non capire perciò aggiungo: <Lunga storia.> Così annuisce.

<Nohea arrivano delle onde stupende! Possiamo andare!?> Quattro bambini preganti gli chiedono in maniera agitata alle spalle. Lui si gira decimi di secondi per dire di aspettarlo. Avranno età diverse, ma il più grande non arriva neanche a quattordici anni.

<Insegni anche a surfare ora?> Gli chiedo perciò mentre mantengo la mano sulla fronte.

<Una amica mi ha chiesto di sostituirla per oggi...> Dice lui, e mi stupisco di me. Gli sto parlando esattamente come fece lui tre settimane fa... Come se fossimo amici.

<Capisco...> Annuisco. Quell'amica deve essere Lea... Insegnava anche ai bambini a surfare.

Mette una mano anche lui sulla fronte per potersi riparare dal sole, e mi dice: <Ci possiamo vedere per parlare, ora devo andare.> I bambini infatti ricominciano a chiamarlo. E ci risiamo poi, parlare? Di cosa? Cosa vuole dirmi? Si gira e prima che faccia lo scatto per scappare lo afferro dal suo avambraccio.

<Nohea!> Dico intanto, così si ferma, e si gira mentre guarda la mia mano su di lui, e mentre io mi soffermo a guardare quel tatuaggio e risentire me richiamare il suo nome dopo quella che mi sembra un'eternità.

<Parlare di cosa? Cosa significa?> Chiedo quindi corrucciata.

<Hai ancora il mio numero?> Mi chiede, e in preda alla confusione della domanda inaspettata annuisco.

<Chiamami quando vorrai.> Dice, e stavolta se volessi fermarlo per chiarimenti non ci riuscirei, visto che prende a scappare sul bagnasciuga velocemente. Cosa significa di chiamarlo quando vorrò? Sa che non lo farò mai...

O magari me lo ha detto perché mi crede una calamita che finirà per essere attratta da lui? E io non lo sono...

. . .

Rincasando mi rendo conto dalle scarpe lasciate all'entrata che Paulo è tornato, ma aspetto nell' avvisarlo che sono qui anche io quando lo sento parlare, e l'altra voce mi sembra proprio quella di Lizzy. Mi chiedo se non stiano discutendo su dove sia Niele, e quindi anche su di me, ma i toni non mi sembrano arrabbiati, anzi...

Oasi ProibitaWhere stories live. Discover now