Capitolo Ventiduesimo

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Emetto un suono di fastidio mentre mi copro con il braccio gli occhi per la troppa luce: «Scusa amore, sono le otto. Ti aspettiamo in mensa per la colazione.» dice Paulo lasciandomi un bacio sul polso.

Aprendo gli occhi vedo uscire dall'alloggio Paulo in abbigliamento da corsa: dove la trova la forza per andare a correre ogni mattina, soprattutto dopo un viaggio?! Mi siedo sul letto e poco dopo mi trascino giù prendendo le mie cose alla svelta per recarmi in bagno e lavarmi i denti, e la voglia di tornare a dormire aumenta quando scopro essere super affollato.

«Buongiorno!» La voce stridula di Isadora mi uccide. Mi siedo accanto a Paulo. «Ti ho preso del riso e le uova.» mi viene da vomitare solo se vedo del cibo al mattino, figuriamoci mangiarlo, e infatti Paulo sa che la colazione non è mai stata il mio genere, ma immagino Meri lo abbia influenzato con l'apprensione sulla mia forma fisica.

«Vi siete alzati presto...» constato visto che noto Paulo con una t-shirt inzuppata di sudore come quella di Peter.

«I ragazzoni sono andati a correre!» dice Isa e il suo modo di parlare tal volta mi imbarazza. «A quanto pare noi siamo gli unici attivi a quelle ore del mattino qui, tranne un altro ragazzo, forse l'unico di questo campus. Si è aggiunto a noi...» dice alla fidanzata Peter. «Hai visto come si è sparato tre serie da venti flessioni l'una nel giro di quanto? Cinque minuti!?» Peter parla a Paulo.

«Lo vuoi? Io non lo finisco...» Isadora mi porge il suo succo all'ananas e lo aggiungo solo alle altre cose che non toccherò. «C'era tanta gente in bagno vero?» mi chiede poi.

«Si. Torno una settimana dopo e trovo tutto stravolto. Prima non vi erano così tante persone a quell'ora!» «I bagni dell'area D si sono rotti così...» mi informa. Immagino quindi Nohea ieri si trovasse lì a tal proposito, e non per un dispetto alla sottoscritta. Come sempre immagino cose che non avrebbero motivo di esistere...

«Tutto a posto?» chiede scherzoso a Peter e al mio ragazzo Nohea. Basta pensarlo perché si materializzi nella realtà? Chiudo subito la bocca per negare il mio stupore del fatto si sia rivolto anche a Paulo. «Hai continuato per quanti altri chilometri?» gli chiede perplesso Peter. Nohea si accomoda ad una sedia libera a capo tavola e risponde: «Mentre voi vi siete arresi? Altri otto!» possibile anche i capelli completamente zuppi gli donino?! Non mi ero resa conto i suoi capelli fossero cresciuti così tanto, ma aspetta, ho capito bene? «Ti sei allenato davvero?» con lui? Aggiungo solo nella mia mente le ultime due parole. Vedo Paulo trasalire dal fatto gli abbia parlato all'orecchio ma mi annuisce e poi torna alla conversazione con i due: «La prossima volta vi porto nel campo dietro. Ci sono i pesi!» dice loro Nohea. La prossima volta? No, no, no...

«Paulo tra un po' c'è il divieto di utilizzare le docce, ti conviene sbrigarti, anche perché altrimenti poi rischi di perdere il bus!» dico un po' troppo ad alta voce, tanto da cessare ogni dialogo e rendere attenti tutti a me. Paulo si gira verso di me mentre il suo sorriso va scemando. Cosa ci trova di divertente in lui? Ieri sera non ha fatto altro del ripetermi quanto fosse uno sbruffone e poco raccomandabile e d'un tratto ci diventa amico di palestra?!

«Posso accompagnarvi io con la mia auto. Sono di passaggio. Ci saranno delle grandi onde oggi giù in spiaggia!»

«Credo non occorra!» rispondo io per Paulo anche se non avrei dovuto visto come mi guarda ora.

«Ho molte valige da portare, credo mi sia più comodo un taxi, ma grazie.» gli dice Paulo distruggendo il mio invito a sbrigarsi per stare in orario con la linea autobus appurando viaggerà in auto, e così mi distrugge con lo sguardo che rimando di ribalzo dritto a Nohea e poi decido di alzarmi per andare seguita da Paulo.

«Cos'hai contro?» Mi chiede una volta che ci troviamo in stanza. «Non hai fatto altro che dirmi di quanto non ti piaccia quello e ora te lo fai amico?!» so che sto reagendo da vera matta, ma la cosa mi infastidisce. «Si è aggregato con Peter. Non potevo non allenarmi per evitarlo. Perché è questo che vuoi no? Che lo eviti!» «Cosa vuoi che mi importi di chi ti fai amico?! Solo, non stressarmi più la prossima volta su una persona per poi cambiare idea a riguardo ore dopo!» «Questa conversazione non ha senso Becca.» dice pacatamente mentre prende l'occorrente per andare in bagno. Mi tiro indietro i capelli. "Becca? Cosa stai facendo?" espiro rumorosamente.

Oasi ProibitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora