Capitolo Tredicesimo

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«Buongiorno!» mi dice Cora mentre entro in cucina. Vista l'assenza di Nohea e Eula immagino sia la prima ad essermi svegliata, ma benché sia imbarazzante ciò, non potevo aspettare un attimo di più e soprattutto rischiare di rivederli entrambi, ecco perché mi affretto nel dire a Cora che devo andare, che sono stati molto gentili ad ospitarmi e che sono stata bene, ma che dovrò saltare la colazione preparata per delle lezioni in università. Mi chiede se non fosse il caso di aspettare suo figlio per tornare in auto con lui e la sua fidanzata, ma rispondo che non è il caso di dare ulteriori disturbi ai due che vorrebbero passare del tempo da soli, il che presumo sia vero visto che mi sono ritrovata nel letto da sola, e non che mi aspettassi il contrario d'altronde...

Così una volta fuori mi cerco una fermata, impresa ardua non conoscendo la zona, ed infatti quando torno in alloggio vi trovo già Eula: «Sei sparita eh? Siamo arrivati mezz'ora fa! Potevi aspettarci!» inizio a prendere diretta l'essenziale per andare a fare una doccia ma lei aggiunge prima potessi rispondere: «Non dirmi che ti abbiamo svegliata!» si mette le mani sulla bocca fintamente imbarazzata.

Devo star intendo la cosa male perciò resto interdetta e lei continua: «Scusaci, la passione è stata troppo forte. Spero almeno la madre non abbia sentito!» non avevo inteso male...

Si spoglia del mio vestito che le ho prestato mentre ricucio le sue parole. L'ha davvero scopata? Dopo esser venuto di notte da me? Dopo avermi fatto provare per primo quelle cose? Dopo aver rotto il patto di castità anche se solo con la masturbazione? «Non preoccuparti.» il mio tono è rassegnato mentre me ne esco con la coda tra le gambe dall'alloggio per andare in bagno. Una volta sotto la doccia le lacrime si confondono con il getto d'acqua: stamane mi sono svegliata che non mi aspettavo fosse rimasto con me tutta la notte, ma caspita. "Lui ti usa Becca, come con Sandy ed Eula stessa. Cosa ti aspettavi? Non conti niente in più per lui al contrario di quanto ti dice! E in quanto a Paulo cosa stai facendo? Lo tradisci con chi non ti merita quando ti meriterebbe lui!"

Mugolo di dolore come se una lama mi avesse trafitto il cuore tanto da sentire gli occhi pesanti come pietre. Mi trascino fuori sentendomi uno straccio, senza l'intenzione di voler fare altro, vado in camera buttandomi sul letto ancora avvolta nell'asciugamano. «Buongiorno anche a te!» gracida Sandy. I capelli bagnati bagnano il cuscino oltre che il mio collo e la mia faccia. «Passata una buona serata? Sembra che tu abbia un post sbornia micidiale!» Immagino la sbornia renda migliori di così!

Non ricevendo risposta o un accenno del fatto io mi gira a guardarla continua: «Comunque è passata una donna. Non ti somigliava molto ma era incazzata. Diceva di essere tua madre.» mi sollevo subito come fossi rinsavita. «Mia madre? Sei sicura di quello che dici?» chiedo allarmata. «Diceva qualcosa riguardo delle telefonate. Le ho detto saresti tornata presto, ma in realtà sei tornata stamattina. Ops...» Inizio a vestirmi sotto il suo sguardo. Dovevo chiamarla, ho dimenticato la maledetta telefonata ieri! E dove diamine è il mio cellulare?! «Sai dov'è?» le chiedo riferendomi a mia madre mentre finisco di prepararmi. Recupero mentre mi risponde di no indifferente al mio problema la borsetta da sotto al letto, cerco all'interno il cellulare silenziato con quarantotto chiamate perse e innumerevoli messaggi in segreteria e scritti. Provo a chiamarla ma non risponde così inizio a scappare a destra e sinistra come una trottola per tutto il campus fin quando non la vedo in area sport a parlare con Klaudia, il che avviene più o meno un oretta dopo di esasperate ricerche vista la vastità del campus. Mi avvicino subito a lei, e non mi sorprendo quando appena mi vede mi tira un sonoro ceffone senza preoccuparsi del fatto ci sia Klaudia. «Non ha il diritto di alzare le mani su sua figlia.» piomba Nohea sudato avendo visto la scena probabilmente. Faceva sport visto dove ci troviamo, e la casualità degli eventi è sorprendente. «Chi sarebbe questo?» mi chiede mia madre con sdegno mentre lo guarda indignata.

Oasi ProibitaWhere stories live. Discover now