CAPITOLO 17.2

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Che allearsi con Piton si sarebbe rivelata l'idea più intelligente, Robin ne era a conoscenza fin da subito.
Nessuno meglio di lui avrebbe potuto aiutarla a scovare il misterioso amante di murales e di frasi enigmatiche.
E se avesse dovuto affondare con lui, o con lei, Robin l'avrebbe fatto senza pensarci due volte. Anche a costo di perdere la vita, ma a patto che la sua famiglia ne fosse uscita incolume.

<Dove andiamo?> domandò Severus, che l'aveva attesa per una decina di minuti nel cortile esterno.
<Nella foresta proibita, mi pare ovvio.> rispose Robin, afferrando la manica della tunica del serpeverde che, venuto a conoscenza del luogo in cui si sarebbero avventurati, fece di tutto per tirarsi indietro con la scusa che non sarebbe finita bene quella storia.
Robin, però, era decisa a risolvere quell'enigma il prima possibile. E non l'avrebbe fermata neanche una punizione.
<Quella scritta. . .> cominciò Piton. <Ha a che fare con Grindelwad. O figure simili?>
Lei scosse la testa.
<E scommetto che tu non me ne voglia parlare.> sussurrò poco dopo il ragazzo, constatando che la distanza tra lui e Robin era sufficiente affinché lei non riuscisse a sentirlo.
<Esattamente.> ribatté la grifondoro, con grande sorpresa di Severus, il quale, nella sua testa, si domandò come era stato possibile che avesse risposto.
Ci controlliamo la mente a vicenda.
Non pensavo che lo facessi anche con le mie azioni.
Ci sono tante cose di me che non sai, Severus. Moltissime ad essere onesta.
E che tanto non mi dirai.
Perspicace.
Fermo lì.
Il ragazzo si bloccò all'istante. Poi alzò lo sguardo e vide un centauro in lontananza inseguito da Robin.
<Robin! Robin!> la richiamò, ma della ragazza non c'era più traccia.
<Fantastico. . .> mormorò. <Ora sono da solo e mi sono anche perso.>
Trovò un masso e si sedette sopra, nella speranza che Robin, prima o poi, sarebbe ritornata e l'avrebbe ricondotto al castello.
La sola idea di farsi beccare da uno dei professori nel bel mezzo della Foresta Proibita lo tormentava.
Se le avevano dato un nome simile, magari, un motivo più che valido c'era.
Motivo che però Robin ignorava bellamente.

La ragazza si era addentrata nella foresta inseguendo Fiorenzo; il  presentimento che fosse stato il centauro ad avvisare Silente, si faceva sempre più forte dentro di lei.
Fiorenzo doveva avere le risposte che a Robin servivano per completare le parti di storia che le erano state nascoste.
La ragazza, prima che Fiorenzo galoppasse via nuovamente, lo immobilizzò in modo tale che potesse ascoltarla e parlare.
<Hai chiamato tu Silente l'altro giorno?> chiese Robin, usando la stessa voce intimidatoria a cui ricorrevano gli auror durante i loro interrogatori.
<Perché avrei dovuto?> disse il centauro. <Non avrei mai e poi mai aiutato una persona che neppure conosco.
Se non per fama che, perdipiù, è pessima.>
<Ho visto quell'animale. . . Il thestral.>
Se Fiorenzo non fosse stato pietrificato, probabilmente avrebbe sgranato gli occhi; non tutti riuscivano a vedere i thestral. Anzi, quasi nessuno.
Chi aveva visto morire davanti ai suoi occhi, Robin?
Quante cose conosceva davvero quella ragazza?
<Non dovresti essere qui, Robin Chelsea Crouch. Torna ad Hogwarts e resta al sicuro finché puoi.>
Robin puntò la bacchetta al collo di Fiorenzo e scosse la testa.
<Finché non scoprirò la verità.>
<Silente ti tiene d'occhio da anni.
Nulla di ciò che ti accade è per caso.>
La ragazza indietreggiò, mantenendo il contatto visivo con il centauro. All'apparenza sembrava sicura di sé, ma nella sua testa gli episodi più importanti di quegli ultimi anni si stavano accavallando, creandole solo una gran confusione.
<Torna al castello.> mormorò Fiorenzo. <Torna prima che lei possa scoprirti!>
Robin strabuzzò gli occhi: chi era costei?!
La ragazza spezzò l'incantesimo, permettendo al centauro di scappare e addentrarsi nel buio della foresta.
È una lei. Una strega.
Come, scusa?
È una strega.
Robin, che cosa sta succedendo?
Il campo si restringe, Severus.
Dobbiamo assolutamente tornare al castello.
Considerato che mi hai abbandonato. . .
Sto tornando indietro. Resta lì dove sei.
Non ho molta scelta.

L'Erede di GrindelwaldWhere stories live. Discover now