1 Settembre 1976

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Le risposte che Robin cercava non le aveva ancora trovate. Come se si materializzassero nei momenti di tranquillità.
Non aveva avuto il coraggio di confessare a nessuno di quella nuova voce che la tormentava durante i giorni.
Sperava di condividerlo solo a Silente. Lui sì che avrebbe avuto la soluzione a ogni suo problema.
Lei e Toby erano riusciti ad arrivare tardi anche quell'anno a causa dei loro nonni, che si erano dimostrati più apprensivi del solito.
Toby era riuscito a trovare un posto vicino a Regulus Black, mentre Robin faticava a trovare uno scompartimento che fosse libero oppure che avesse qualche suo amico.
Nei mesi estivi era finita in prima pagina sulla Gazzetta del Profeta almeno quattro o cinque volte. Un po' per meriti e un po' per gossip.
Robin si bloccò, intravide uno scompartimento, apparentemente, vuoto e si fiondò per impossessarsene.
<Solitamente si bussa prima di entrare.>
Le gote di Robin si tinsero di rosso nel sentire quelle parole.
Non si era accorta che all'interno c'era qualcuno sdraiato.
<Ma quanta acidità...
Posso sedermi?>
Gilderoy si ricompose e le fece cenno di accomodarsi.
Robin notò che il corvonero pareva essere in collera con lei per non si sa quale motivo. E la cosa la fece intristire.
<Ho letto l'articolo.> esordì lui, mantenendo un tono freddo e distaccato.
<Ah sì? E quale dei tanti?>
Gilderoy si accovacciò senza distogliere lo sguardo dagli occhi di Robin.
<Quello del tuo fidanzamento.>
Robin appoggiò la schiena e roteò gli occhi. <Non sei l'unico...
Ti facevo più intelligente, sai? Davvero credi che tra me e Alastor Moody ci sia veramente qualcosa?>
Lui annuì.
<Beh, ti sbagli. Lui è mio amico.>
Gilderoy inarcò un sopracciglio. <E basta?>
<E basta!>
Non parve convincersi.
<Ma perché qui tutti si fidano della Skeeter e mai di me?!> sbottò Robin.
Si alzò e fece per uscire, ma venne bloccata da una stretta al polso.
<N-Non andare. Resta.>
Robin non rispose.
<Ti credo.> disse il ragazzo.
<Sul serio?>
<Certamente. Volevo solo che tu me lo riferissi di persona.>
Robin sorrise, sapendo che l'aveva detto solamente per farla restare lì con lui.
<Non ti fanno fare nessun giro di pattuglia?> domandò Robin.
<Vitious mi ha sollevato dall'incarico.
Vorrebbe che io mi concentrassi sullo studio.>
Robin stava per replicare il gesto dello scorso Natale quando fu interrotta da una voce un po' stridula di una ragazzina.
<Vieni, Jonathan! Ho trovato un posto libero!>
Un ragazzino identico alla bambinetta arrivò all'altezza dello scompartimento.
<S-Si può?> chiese educatamente.
Prima che uno tra Robin e Gilderoy potesse rispondere, la ragazzina gridò:<Ma certo, sciocchino! Dai, su...>
I due bambini si sedettero di fronte ai due strudenti del sesto anno e li fissarono.
<Ma voi due state insieme?> chiese la vulcanica ragazzina.
Robin e Gilderoy si scambiarono un'occhiata e scossero la testa.
<Ma siete molto carini insieme.> commentò sempre la nuova arrivata. <Mi chiamo Aida. Aida Levinson.
Lui è mio fratello gemello Jonathan.>
<Robin Crouch.> <Gilderoy Allock.>
Aida sgranò gli occhi. <Jonathan, che figata! Siamo nello stesso scompartimento di Robin Crouch!
Ma ci credi? Wow!>
Jonathan sorrise. <È un onore.>
I gemelli Levinson si rivelarono essere molto simpatici, soprattutto Aida.
Jonathan, invece, era più riservato della sorella, ma portava ugualmente il buon umore.
<In quale casa vorreste essere smistati?> domandò Gilderoy.
<Nostro padre era Corvonero, mentre nostra madre in Grifondoro.
Non mi dispiacerebbe affatto finire in Corvonero. Oppure in Tassorosso.> ammise Jonathan.
<Io, invece, preferirei in Grifondoro.
Adoro l'atmosfera che caratterizza quella casa!> rispose Aida.
<E come fai a saperlo?> chiese Robin.
<Suppongo tu conosca Marlene McKinnon?> ribatté Aida.
<Beh sì...>
<È nostra cugina.>
Robin ci mise un bel po' per realizzare la situazione: Marlene era la cugina di Aida e di Jonathan? Ma da quando?!
<Nostra madre è una McKinnon.> aggiunse Jonathan.
<Ora è tutto più chiaro!> esclamò Robin.
Il padre di Marlene era un babbano, mentre la madre una strega. Le tornarono i conti dopo quell'informazione aggiuntiva.
<Quindi voi due siete dei mezzosangue proprio come me!> disse entusiasta Gilderoy.
Aida annuì tre volte.
<Giocate a quidditch?>
<Di solito mi esercito nel ruolo di battitore oppure di portiere.> rispose Jonathan.
<Io sono molto brava come cercatrice.
Spero un giorno di diventare forte come Aurelia Norris!> disse Aida.
Era una grandissima ambizione quella di Aida;
Aurelia si era dimostrata essere veramente brava e degna di meritarsi il ruolo di titolare fisso nella nazionale e nel suo club.
<Vedrò che cosa posso fare.> sussurrò Robin.

L'Erede di GrindelwaldDonde viven las historias. Descúbrelo ahora