CAPITOLO 27

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Marlene stava correndo su e giù per la stanza presa dall'ansia; e quando Marlene era in ansia parlava a raffica e da sola, cosa che all'inizio della loro avventura ad Hogwarts aveva spaventato Lily e Robin.
Quella mattina a turbare la povera ragazza era l'imminente ballo dell'equinozio di primavera, che cadeva il 21 di marzo.
Nessuno l'aveva ancora invitata e temeva di rimanere sola in quell'occasione; neppure sapere che Robin e Lily non avevano l'accompagnatore l'aveva calmata.
<Manca esattamente una settimana, vedrai che qualcuno si farà vivo...> le disse Lily.
<Una settimana per cosa?> chiese James, prendendo posto al tavolo dei grifondoro.
<Per il ballo.> rispose Robin senza togliere gli occhi dall'articolo che stava leggendo.
<Evans, verresti con me al ballo?> propose il moro.
<No, Potter!>
<Scommetto che non sei stata ancora invitata.> commentò James, prima di abbuffarsi con i toast.
<E invece sì, sono stata invitata!>
James inarcò un sopracciglio e Lily, vedendo che il ragazzo non aveva creduto alla sua bugia, aggiunse:<È stato Severus ad invitarmi, se proprio ti interessa; e io ho detto di sì.>
Il viso di James si fece cupo e il ragazzo non disse più nulla durante tutta la colazione.
Complimenti, hai guadagnato, senza sforzarti troppo, una dama per il ballo.
Come, prego?
Lily ha appena detto a James che tu l'hai invitata al ballo; mi auguro di essere tra gli invitati al matrimonio. E già che ci siamo potrei farti da testimone.
Oh... ma è fantastico!
Magari piu tardi le andrò a parlare.
Ma certo, fa' con comodo.
La chiacchierata mentale fra Robin e Severus terminò a causa di un'interruzione dovuta a Gilderoy, che doveva parlare con Robin stessa.
<Mi stavo chiedendo se... ehm ecco, io... ti va di venire al ballo con me?> chiese lui un po' impacciato.
Robin sorrise e annuì:<Molto volentieri.>
<Capirò se non vuoi farlo... magari te l'hanno già chiesto... e tu avrai accettato... oppure...>
Robin lo strattonò per una manica e gli ripeté:<Ho detto di sì, Gilderoy. Verrò con te al ballo.>
Lui, allora, sorrise compiaciuto e disse:<Sapevo che avresti detto di sì. Insomma, parliamo di me, non di un mago qualunque...> e poi fece ritorno al tavolo dei corvonero, tutto eccitato ed entusiasta per essere riuscito a trovare la compagna perfetta per il grande evento.
Marlene si mise a piangere vedendo che tutte e due le sue migliori amiche avevano trovato qualcuno, mentre lei era ancora da sola; le due cercarono di consolarla, ma ogni tentativo andava in fumo: la McKinnon era troppo giù di morale.

Robin, in un momento di pausa, colse l'occasione per parlare con i malandrini, ancora tutti senza accompagnatrice e decisamente più tristi di Marlene.
<Cosa sono quelle facce da funerale? Siete tutti e quattro molto belli, sì, Peter, anche tu, e potreste avere tutte le ragazze di questa scuola. Adesso alzate le vostre chiappette e andate a cercarvi una dama.> ordinò loro, Robin.
James scosse il capo e per poco non si mise a piangere, Sirius accese una sigaretta vendutagli da uno studente nato babbano e la fumò in silenzio, Peter ricominciò a mangiarsi le unghie, mentre Remus non tolse lo sguardo, di imploro, da Robin.
<Più che i "malandrini", avreste dovuto chiamarvi gli "scansafatiche che appena si trovano di fronte ad una difficoltà tirano il culo indietro".> sbottò Robin.
Peter si mise a ridere e disse a sua volta:<Non trovi che sia un po' lungo come nome? Poi la gente si stufa...>
<È un ballo... non necessariamente chi viene invitato da una persona, finita la scuola dovrà sposarla; nessuno lo dice!>
Sirius sbuffò e chiese:<Allora, mademoiselle Artiglio, che cosa proponi di fare?>
Un sorriso compiaciuto troneggiò sul viso di Robin, che si mise a spiegare ai quattro ragazzi il suo piano;
conclusa la spiegazione, Robin chiese loro se avessero qualche domanda di chiarimento, ma i ragazzi dissero di no.
James, però, fece notare a Robin che si era scordata di una cosa.
<Cosa?>
<Che tu sei una malandrina proprio come noi. Anzi, più di noi!
Magari ci troveremo, di nuovo, alla prossima luna piena tutti e cinque...>
Robin sgranò gli occhi e per poco non le venne un infarto:<Ma allora siete voi tre! Ecco il perché dei vostri soprannomi... Ramoso, Felpato e Codaliscia.>
I tre ragazzi che Robin aveva citato si rallegrarono nel sapere che, finalmente, la loro amica si fosse accorta che anche loro erano esattamente come lei.
<Prima di andare, però, ci sarebbe un'altra cosa cne devi vedere.> intervenne Sirius, estraendo dalla sua tasca un foglio di carta piegato.
<Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.> disse Peter, puntando la bacchetta sulla carta giallognola.
La carta si mostrò per quello che era realmente: una mappa del castello e dei dintorni, con tanto di nomi che si muovevano e passaggi segreti.
Remus porse la mappa a Robin e la invitò a leggerne ad alta voce il contenuto.
<Mademoiselle Artiglio e i messieurs Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso, Consiglieri e Alleati dei Magici Malfattori sono fieri di presentarvi La Mappa del Malandrino.
Voi siete pazzi. Mettere il mio nome, poi! Come se avessi fatto qualcosa per meritarmelo...> disse Robin.
I quattro la accerchiarono in un grande abbraccio e la strinsero il più fort possibile.
James, sorridendo, disse:<Noi resteremo amici fino alla fine, promettetelo.> e i restanti malandrini risposero di sì all'unisono.
<E ora andiamo a trovare le vostre fanciulle!> esclamò Robin, tra una risata e l'altra.

L'Erede di GrindelwaldWhere stories live. Discover now