CAPITOLO 6.2

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Linea. Linea. Linea. Linea. Linea.
Non c'era altro nella testa di Robin che non riguardasse la parola linea.
Non l'aveva certo aiutata starsene per due ore a ripulire assieme ad Abel le sfere di cristallo che Robin avrebbe tanto voluto usare come pluffa.
Abel, mentre lavorava, aveva la maledetta abitudine di parlare tutto il tempo.
E in quella Robin si ritenne fortunata a non frequentare le ore di divinazione;
anche se la profezia della linea, l'aveva incuriosita.
C'era una sola cosa che poteva fare in quell'occasione: entrare nella sezione proibita della biblioteca e indagare.
Il suo nome piazzato lì, anche un po' per caso, in mezzo a quelli di maghi e streghe molto più potenti di lei.
Doveva prendere una decisione: a chi chiedere il permesso per poter ottenere l'ingresso nella sezione senza rischiare il linciaggio da parte di madama Pince?
Robin ci pensò su e si diresse nel lato più deserto del castello.
Bussò alla porta e la melliflua voce di un uomo le acconsentì di entrare.
Rüf era alle prese con la correzione di un compito, data la notevole presenza di pergamene sulla sua scrivania.
Robin lo salutò, avanzando tra i banchi vuoti.
<Oh Crouch. Desideri?>
La ragazza appoggiò con estrema delicatezza il permesso già compilato sotto il naso di Rüf.
<Che cosa vorresti leggere nella sezione proibita?>
Robin deglutì. <Un... libro?>
Rüf la fulminò con lo sguardo. <Grazie, Crouch. Che genere di libro?>
<Divinazione.> borbottò Robin a bassissima voce.
Il professore di storia della magia aggrottò la fronte. <Come, prego?>
<Divinazione.> ripeté la ragazza, abbassando la testa dalla vergogna.
Rüf fece le spallucce e firmò il permesso.
<Avanti, Crouch. Va' e fanne buon uso.>
Robin sorrise. <Grazie, professore!
La prego, non lo dica a nessuno...>
Rüf annuì e raccomandò, nuovamente, alla studentessa, di fare molta attenzione e di non lasciarsi coinvolgere troppo dalla divinazione.

Robin imboccò la strada per la biblioteca di Hogwarts, dove l'attendeva una lunga ed estenuante ricerca.
<Credevo fossi ancora in infermeria.>
Robin vide Gilderoy in mezzo al corridoio.
<No. Mi sono auto dimessa, in verità.> sorrise lei.
Lui si avvicinò e appoggiò la fronte su quella della grifondoro.
Robin gli diede un veloce bacio sulle labbra.
Il corvonero sorrise. Ma non si accorse che Robin aveva imboccato il corridoio che l'avrebbe portata in biblioteca.
<Robin.> la richiamò. <Ma noi due stiamo assieme?>
La ragazza scosse la testa ridendo. <Questo lo lascio decidere a te, dai...
Ci vediamo dopo, Gil.>

Gilderoy si era dimenticato quello che doveva fare;
era corso nei sotterranei. Doveva assolutamente raccontare a Tobias quello che sua sorella aveva fatto.
Il serpeverde inizialmente si mise a ridere, ma vedendo che il suo amico corvonero non faceva lo stesso, si zittì all'istante.
<Ricapitoliamo: mia sorella di ha baciato e ti ha lasciato decidere se state insieme o no?>
<Esatto.>
<Cacchio, Gilderoy. Siamo cognati!> esclamò il ragazzo.
<Tu dici?>
<Eccome... Robin è cotta di te! E tu di lei. Il connubio perfetto!>
Allock alzò le braccia al cielo e gridò:<Tobias, ce l'ho fatta!
Sono il ragazzo di Robin Chelsea Crouch!>
Toby si mise a ridacchiare e diede una pacca sulla spalla al biondo, ancora sudigiri.

Robin nel frattempo si era addentrata nella sezione proibita della biblioteca;
girava la testa a ogni scaffale, alzando e abbassando lo sguardo per trovare il libro giusto.
Notò, ad un certo punto, che mancavano dei libri.
Molti.
E pochi studenti avevano accesso alla sezione. E altrettanti professori concedevano quel lusso.
Artiglio capì ben presto che non avrebbe trovato nulla. Qualcuno l'aveva preceduta.
Uscì a testa bassa dalla biblioteca, salutando madama Pince, la quale tirò un sospiro di sollievo nel vedere la grifondoro allontanarsi dai suoi amati libri.
<Allora è vero?>
Robin era andata a sbattere contro Toad Maguire, il quale aveva la mascella contratta e gli occhi tristi.
<Vero cosa?>
<Che stai con Allock?>
Robin si morse l'interno della guancia. <S-Sì?>
<Lo sapevo!> esclamò il tassorosso. <Ha mentito! Che razza di individuo. Se vuoi ti aiuto a schiantarlo.>
Robin scosse la testa. <Aspetta, cos'hai detto? Guarda che stiamo veramente assieme...>
Toad fece una smorfia. <Avrei dovuto immaginarlo, siete fatti della stessa pasta voi due. Perfetti.>
La ragazza sorrise. <Su questo concordiamo, Maguire. Io e Gilderoy siamo anime gemelle.> concluse facendo le spallucce e dandogli le spalle.
<Spero che tutta Hogwarts ne venga a conoscenza!> gridò Robin in corridoio, gongolando verso la Sala Grande.

L'Erede di GrindelwaldWhere stories live. Discover now