CAPITOLO 9.2

221 16 6
                                    

E mentre Robin passava la sua prima sera ad Azkaban, Hogwarts si preparava per la solita sontuosa cena in allegria.
Silente era rientrato, da solo, e si era subito rinchiuso nel suo ufficio a riflettere; ciò che era accaduto a Robin andava raccontato e giustificato agli studenti.
E, soprattutto, a Lumacorno.
Ma non fu difficile andare alla ricerca del professore di pozioni; era già arrivato come un tornado dentro all'ufficio del suo collega. <Mi dispiace, Horace.> fu l'unica cosa che riuscì a dire a Lumacorno, il quale aveva un'espressione mogia in volto. <Ha insistito per essere proces->
<Lo so, Albus, Bartemius è stato sufficientemente chiaro nella sua lettera.
Hai intenzione di raccontarlo ad altri?>
Silente annuì. <Robin mi ha chiesto di riferirlo a tutti i ragazzi e personale scolastico. Non vuole che lo vengano a scoprire tramite Rita Skeeter.>
<Saggia decisione.> commentò Lumacorno.
Se ne restava lì senza dire nulla, mettendo in soggezione il preside, il quale non sapeva più che cosa dire. Ma Lumacorno, ancora una volta, lo precedette. <Anche la bacchetta, Albus...>
<Sai che Ollivander sarebbe più che contento di fabbricargliene una.>
<Era del nonno di Tom. Del padre di Glenda.
Albus, era la bacchetta di Marvolo Gaunt!> esclamò il professore di pozioni, balzando dalla sedia. Aveva gli occhi iniettati di sangue e facevano quasi paura a Silente, difficilmente impressionabile.
<Dovremmo andare ora, Albus. Ti attende un arduo compito.>
Silente annuì udendo quella frase. Doveva assolutamente raccontare tutto quella sera, altrimenti, la mattina dopo sarebbe stato il delirio.

Da ché Gilderoy aveva saputo che Robin non avrebbe potuto accompagnarlo ad Hogsmeade, aveva passato una pessima giornata in compagnia dei suoi compagni di Corvonero, che non facevano altro che fare strane allusioni sulla sua ragazza e sul fatto che, prima di lui, ci fosse stato Remus Lupin. Li aveva lasciati di punto in bianco, dirigendosi  nei pressi di una collinetta, da cui si godeva una vista mozzafiato su una vallata. Le foglie cadute degli alberi lo avevano ispirato e si era messo d'impegno per riportare, come meglio poteva, il paesaggio che lo circondava per poi regalare a Robin il disegno.
Solo che di Robin non c'era neanche l'ombra. Continuava a lanciare degli sguardi al tavolo dei grifondoro nella speranza di intravedere la folta chioma castana di Robin, ma non riusciva proprio a trovarla.
Silente, nel frattempo, aveva preso posto al tavolo dei professori, tra Vitious e la McGranitt, la quale gli rivolse uno sguardo per nulla amichevole. Ce l'aveva ancora con lui; era fin troppo evidente.
Albus, invece, cercò più volte lo sguardo di Lumacorno, il quale fece di sì con la tasta due o tre volte, incoraggiando l'amico, che sembrava essere stato privato di tutto il suo coraggio.
Non appena si rialzò, il vociare degli studenti si interruppe all'istante.
<Buonasera a tutti. Mi auguro che l'uscita ad Hogsmeade sia andata bene.
Perché il mio pomeriggio, invece, non è andato come speravo.> fece una piccola pausa. <Ecco, prima di raccontarvi quello che è successo, dovete promettermi una cosa.> I ragazzi annuirono più o meno convinti. <Promettetemi che nessuno di voi, finito il racconto, se la prenderà con la signorina Crouch.>
Gilderoy si mise le mani tra i capelli: ecco svelato il motivo per cui Robin non era presente.
<Alla signorina Crouch, oggi, è stata somministrata la pozione temptatio, che avrebbe dovuto farla tornare in sé.
Solo che non ha avuto l'effetto sperato.
Ha così deciso di porre fine a ogni sua sofferenza utilizzando un altro metodo, molto più rischioso.>
Marlene scoppiò in lacrime, seguita a ruota da Lily e da molti altri studenti.
Tobias e Barty sapevano a grandi linee quello che era successo, ma sentirselo raccontare da Silente, fece loro uno strano effetto.
<La signorina Crouch ha utilizzato l'anatema che uccide per eliminare Nagini, il serpente di Lord Voldemort.> si fermò nuovamente per vedere le reazioni dei maghi e delle streghe ai tavoli.
Paura, sorpresa, sgomento...
<Il ministero non voleva che ve lo dicessi, ma la signorina Crouch ha insistito affinché fossi io a raccontarvi la storia.>
James Potter si alzò e rimase in piedi.
<Signor Potter, si segga!> ordinò lui la McGranitt. Ma il ragazzo scosse la testa.
<Che cosa è successo a Robin? Perché non è qui?>
Silente si lasciò cadere sull'enorme sedia. <La signorina Crouch è stata processata. E ha confessato la sua colpevolezza.> rispose il preside
La McGranitt si girò verso di lui e inclinò la testa. <Albus, non mi dirai che...>
<L'hanno condannata.> tuonò subito dopo il preside. <L'hanno condannata perché ha cercato di allontanare la minaccia.
Le hanno spezzato la bacchetta come si fa con i pluriomicida.> aveva cominciato a parlare a raffica.
Quanto avrebbe voluto gridare a tutti che Robin aveva agito per non condannarsi a un'esistenza fatta di sofferenze. Si risedette, ma non toccò cibo.
<Vi voglio tutti nella sala riunioni per le nove.> sussurrò, poi, all'orecchio della McGranitt.

L'Erede di GrindelwaldWhere stories live. Discover now