CAPITOLO 31

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Finalmente era giunta l'attesissima settimana del quidditch.
James, in veste di capitano, aveva il compito di preparare gli schemi e le strategie da usare durante le partite; uno di questi era passare la pluffa a Robin, qualsiasi cosa sarebbe successa.

<Ricapitolando, ragazzi. Che cosa dovete fare quando giochiamo?> chiese James per l'ennesima volta.
E tutti, tranne Robin, risposero in coro:<Proteggere Robin.>
<Scusa un attimo James...> s'intromise la ragazza <Io posso tranquillamente cavarmela da sola.>
<Non voglio mica che il tuo bel faccino venga colpito da un bolide oppure da un serpeverde troppo esuberante.> disse Potter, dandole un buffetto sul viso.
<Vuoi che mio fratello mi tiri addosso un bolide? Sa perfettamente che potrei spezzarlo in quattro finita la partita...>
I grifondoro risero; poi si sistemarono e afferrarono i loro manici di scopa.
<Ricordatevelo: vincere non è importante. È l'unica cosa che conta!> gridò James alla sua squadra.

Il piccolo stadio era gremito di studenti e personale, tutti pronti a fare il tifo per le due squadre; anche se la maggior parte tenevano per i grifondoro e per il trio PCB - Potter, Crouch, Black.
Serpeverde e Grifondoro fecero due giri di riscaldamento prima di posizionarsi per l'inizio del match.
Madama Bumb, gioiosa di poter ricominciare ad arbitrare le partite anche solo per poco tempo, si posizionò in mezzo al cerchio formato dalle due squadre.
<Mi raccomando, giocate pulito!> fu l'ultima cosa che disse; dopodiché fischiò, lanciando la pluffa e liberando il boccino e i bolidi.
Robin individuò subito la pluffa e l'afferrò prima dei cacciatori di Serpeverde.
Sirius le volò subito sotto, incominciando una fitta rete di passaggi; la pluffa venne lanciata da Robin, che segnò un goal con estrema facilità.
<ED È GOAL! 10 PUNTI A GRIFONDORO!> gridò Chadwick Shacklebolt, un tassorosso del settimo anno, cugino del famoso auror Kingsley.
Robin e Sirius si batterono il cinque e ricominciarono a passarsi la pluffa tra loro, includendo talvolta anche l'altra cacciatrice, rubando immediatamente la pluffa ai serpeverde.
<ED È ANCORA CROUCH A SEGNARE! GRIFONDORO 20, SERPEVERDE 0.>
James nel frattempo stava cercando il boccino, ma di esso neanche l'ombra.
<Ramoso, attento al bolide!> urlò Robin al capitano, che sfortunatamente venne colpito dal bolide, facendolo cadere sul terreno polveroso.
Robin, che era il vice-capitano, si prese la briga di impartire qualche indicazione alla sua squadra e in particolar modo a Sirius e Astrid, l'altra cacciatrice, del sesto anno.
Poi gridò:<Prendo il posto di James! Ma voi dovete segnare più che potete!>
Robin si fermò a mezz'aria e rimane immobile finché non individuò il boccino d'oro, dopodiché, urlò a suo fratello:<Avanti, Baby Crouch, colpiscimi se ci riesci!>
Tobias si girò e vide la sorella sfrecciare come una saetta all'inseguimento del boccino, affiancando la cercatrice dei serpeverde.
<Senti il fiato sul collo, Yaxley?> le domandò, sarcastica, Robin.
<Solo nei tuoi sogni, Crouch.> rispose l'altra, cambiando direzione per schivare uno dei bolidi.
<Quest'anno neanche la coppa di quidditch vincete!> la canzonò Monica.
<Ti piacerebbe!> ringhiò Robin prima di superarla in velocità e di piazzarsi direttamente a pochi metri da esso.
<CHE PARTITA, SIGNORE E SIGNORI!> gridò Shacklebolt <PER LA PRIMA VOLTA VEDIAMO ROBIN CROUCH CHE TENTA DI AFFERRARE IL BOCCINO D'ORO!>
Robin non si fece intimidire dalla pressione e continuò a inseguire il boccino, che "correva" in direzione della tribuna dei professori.
<Ora o mai più...> sussurrò Robin a se stessa.
Si mise in piedi sul manico di scopa e si lanciò, afferrando, anche se per poco non le scappò di mano, il boccino; l'unico problema fu che afferrò dritta in braccio alla McGranitt e Silente, che, però, si batterono il cinque compiaciuti per la vittoria.
<CROUCH HA PRESO IL BOCCINO D'ORO! SONO 150 PUNTI A GRIFONDORO, CHE VINCONO LA PARTITA PER 170 A 20!> fu l'ultima cosa che disse Chadwick Shacklebolt per quella partita.
Robin si rialzò, domandando scusa a tutti, e strinse il boccino stretto tra le mani, alzando, poi, il pugno al cielo per far vedere a tutti che ad acchiapparlo era stata proprio lei.

L'Erede di GrindelwaldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora