CAPITOLO 24.2

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La neve si era sciolta già da qualche giorno e i primi germogli si stavano facendo largo tra il terreno ancora gelido.
Nonostante la mancanza della neve, Robin riusciva ad apprezzare il paesaggio allo stesso modo.
Aveva cominciato ad ambientarsi. Cercava di rispettare le regole di Durmstrang senza farsi notare troppo. Ma la notizia del suo appuntamento con Keller aveva fatto il giro della scuola, rendendo ogni suo tentativo di tornare invisibile nullo.
Ma non era diventata oggetto di malelingue, bensì era ammirata dalla maggior parte delle ragazze per essere riuscita a conquistare il cuore di pietra di Kōstantinos Keller.

Robin, nonostante cercasse di concentrarsi sulla scuola, pareva star cedendo, piano piano, alla "magia" creata dallo charm di Keller.
Era come se quel ragazzo riuscisse ad attrarla nonostante cercasse di tenerlo a distanza.
Non capiva quello che sentiva dentro di sé.
Non aveva mai pensato che potesse piacerle qualcuno che non fosse Allock.
<Certo che sarai bravissima a fare tutto, ma disegnare proprio non è il tuo forte.>
Robin balzò dalla sedia dallo spavento e si preoccupò di nascondere il foglio sotto il libro di storia della magia.
<Accio disegno.> disse Lauren agitando la bacchetta.
<Questo sarebbe Keller, giusto?> chiese la ragazza. <E gli altri due?>
Robin arrossì e le strappò di mano il pezzo di carta.
<Non farlo mai più.> le intimò. <Mai più.>
Lauren roteò gli occhi e prese posto vicino a Robin.
<Gae arriva più tardi. Sta dando ripetizioni di difesa contro le arti oscure a Ivan.>
Robin annuì.
<Allora?> domandò Lauren battendo le mani.
<Allora cosa?>
<Ti piace almeno un pochino Keller?>
La ragazza inglese chiuse gli occhi e si accasciò sul banco.
<Pochino, pochino, pochino?> insistette l'altra avvicinando la bocca all'orecchio di Robin.
<Lauren, posso sedermi al tuo posto?>
Robin sentì le gote infiammarsi non appena udì la voce di Kōstantinos penetrarle le orecchie.
<Certo, Kōstas.> disse Lauren alzandosi e lasciando libero lo spazio sulla panca.
Robin si apprestò a risistemarsi prima che Keller potesse vederla.
<Dopo c'è un allenamento. Non è obbligatorio, ma se vuoi. . .>
<Okay.> disse subito Robin.
<Ci verrai?> chiese speranzoso Kōstantinos.
<Sì.> rispose lei senza guardarlo negli occhi.
Kōstantinos sorrise.
Aveva tanto sentito parlare di Robin.
Tutti in verità.
Inizialmente aveva preso l'iniziativa di conquistarla come uno scopo personale. Ma poi, guardandola meglio, aveva finito per innamorarsi perdutamente di lei.
Era sicuro che, magari, la ragazza sarebbe riuscita a cambiare il suo carattere in meglio.
<Quel Gilderoy con cui stavi. . .> sussurrò Kōstantinos. <Che cosa è successo?>
Robin mugugnò.
<Delle incomprensioni. . .>
Cercò, con successo, di trattenere le lacrime e di non cedere.
Ciononostante però continuava a farle male parlare di quella faccenda.
Le tremava costantemente la voce.
<Chi era dei due la testa calda?>
Robin si mordicchiò il labbro e si indicò.
<Non penso ci fossero stati dei dubbi, no?> sghignazzò.
Kōstantinos si soffermò a guardarla ridere, seguendo con lo sguardo i suoi lineamenti. Così diversi da quelli tipici degli abitanti della Scandinavia e degli altri studenti di Durmstrang.
Aveva visto un viso così delicato solo in poche persone. E Robin era una di esse.
<E lui ha gettato la spugna?> borbottò. <Beh, Robin, non hai perso granché a questo punto.>
Robin si girò di scatto verso Kōstantinos, il quale aveva improvvisamente volto la sua attenzione alla professoressa di storia della magia.
La punta delle orecchie di Robin diventarono rosse come un pomodoro.
Bastava solo capire il motivo per cui avesse avuto quella reazione: ammirazione per le parole del suo nuovo compagno di classe? Oppure fastidio?
Solo io posso decidere la gravità delle perdite. . .
Qualche problema?
Sai benissimo che cosa è appena successo.
Senti ancora le farfalle nello stomaco?
Io non sento nessuna farfalla nello stomaco, va bene?
Sì, e io sono Merlino. . .
Io stavo solamente pensando ad altro.
Mh, mh. E pensavi a quale delle tue cotte?
N-Non stavo pensando a quello.
Robin, va bene tutto. Ma è inutile girarci intorno.
Basta! Parliamo sempre di me. Perché non puoi raccontarmi qualcosa di nuovo?
Per ora non è successo granché.
Myricae non si è fatta risentire. Quindi siamo abbastanza tranquilli.
Wow. . .
Darai un'opportunità al cugino di Keller?
Io non lo so.
Miss Indecisione.
Robin abbassò lo sguardo e cominciò a girare i pollici sotto al tavolo per evitare che Keller si accorgesse del suo strano comportamento.

L'Erede di GrindelwaldWhere stories live. Discover now