CAPITOLO 20

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Silente e Robin si ritrovarono un luogo lugubre pieno zeppo di ragnatele e pozze d'acqua.
Robin cadde su una pianta carnivora gigantesca che per poco non la morse.
<Ma cos'è sta roba?!> gridò Robin, spostandosi prima che la pianta facesse il suo corso.
<Una pianta carnivora.>
<Grazie professore, senza di lei sarei persa.
Dove ci troviamo?>
<Nella vecchia casa dei Riddle.>
Robin sgranò gli occhi e si avvicinò alla parete su cui era appeso un triste quadro raffigurante un ragazzo di bell'aspetto con i suoi genitori.
Robin indicò il ragazzo e chiese a Silente se quello fosse il giovane Tom Riddle;
il preside scosse il capo e spiegò a Robin che quello era il padre di Tom, Tom Riddle Sr.
<Che fine ha fatto?>
<È stato ucciso dal suo stesso figlio.>
<Perché?>
<Perché era un babbano.
E poi aveva fatto soffrire sua madre.>
Robin non chiese null'altro, le bastavano quelle poche informazioni per etichettare il mago: malvagio.
Grindelwald le aveva detto che sua nonna Glenda, zia di Tom, aveva più di una volta chiesto a Silente di poter adottare il nipote, ottenendo sempre un rifiuto da parte del ragazzo che si riteneva abbastanza autosufficiente da farsi aiutare.
Robin si era immaginata il volto deluso e rassegnato della nonna dopo l'ennesimo rifiuto;
lasciò perdere solamente quando fu sicura che il ragazzo avesse raggiunto la maggiore età.
<Robin, da questa parte!> la chiamò Silente, indicando un corridoio molto tetro.
La ragazza corricchiò verso il preside e si piazzò al suo fianco.
<Che cosa stiamo cercando?>
<Un oggetto che va assolutamente distrutto.>
<Oh. E sarò io a farlo, usando la spada?>
<Mi auguro di sì.> rispose Silente, cercando di mantenere il clima di mistero e inquietudine.
<Signore?>
<Sì, Robin?>
<Ho lasciato la bacchetta in dormitorio.>
Silente scrollò le spalle e disse:<Non ci posso credere.>
<Ma non si preoccupi, non penso ne avrò bisogno.>
Silente annuì non molto convinto e continuò la ricerca all'oggetto misterioso.
<Ha un nome questa cosa?>
<Portale per la dimensione della magia oscura, la magia nera di Venancia, il diamante nero...>
<Possiamo chiamarlo semplicemente "La Cosa"?>
<Anche...>
Robin tirò la manica di Silente e gli chiese chi fosse Venancia.
<Era una strega purosangue molto potente sedotta dalle arti oscure e prima vera persecutrice dei nati babbani.
Si dice che fosse stata amante di Salazar Serpeverde.>
Robin ringraziò il preside per la spiegazione e tornò a concentrarsi sulla missione: distruggere la cosa.
Sono un po' in ritardo, ma buon Natale.
Piton?
Chi vuoi che sia scusa?
Non lo so, magari un modello babbano di quei prodotti per i capelli?
Idiota.
Buon Natale anche a te, Severus.
Da quando mi chiami per nome?
Quando capita.
Dove sei? Percepisco la tua paura.
Anche io la tua.
Ma non sei a casa?
Tu no. Ripeto, dove sei?
In un posto strano con Silente.
Mantieni la calma, altrimenti fai stare male anche il sottoscritto.
Devi aver sofferto come un cane durante la mia permanenza a Nurmengard, allora.
Te ne sei accorta solo ora?
Perché devi fare sempre il saccente?
Robin stai attenta.
Sono con Silente, non mi può succedere nulla.
Questo è ciò che credi tu.
Robin si premette le tempie ed emise un gridolino di dolore.
<Robin, tutto bene?> chiese Silente, afferrando il fianco della ragazza.
<Sì.> rispose lei, cercando di mascherare il più possibile il suo dolore.
Grindelwald cercava di metterla contro Silente;
avrebbe fatto qualsiasi cosa per allontanarla dal suo antico rivale. Solo così avrebbe ottenuto la sua vendetta, e libertà.
<Perché devo distruggere io la cosa?>
Silente sorrise e rispose:<Perché era stato previsto.
Era stato previsto che una delle discendenti di Salazar Serpeverde sarebbe stata smistata nella casa dell'antico rivale e che costei avrebbe messo fine al regime di Venancia.>
<E quella sono proprio io?>
<Sì, proprio tu.>
<Chi altri conosce questa leggenda?>
<Suppongo...> Silente venne interrotto da un tonfo e da alcune risate isteriche provenienti dal piano superiore.
Silente esortò Robin ad accelerare il passo, non avevano molto tempo.
<Non siamo gli unici ad aver scelto il pomeriggio di Natale come giorno per una missione...> commentò Robin.
Silente annuì.
<Professore?>
<Sì?>
<Come mai la spada di Grifondoro dovrebbe essere in grado di distruggere quell'oggetto?>
<Lo farà e basta. Non è il momento adatto per parlarne...> rispose Silente a bassa voce.
Robin rimase in silenzio e riuscì a identificare una delle voci: si trattava di Bellatrix Black, una strega purosangue che aveva sempre ritenuto inferiori i maghi e le streghe le cui famiglie non facessero parte delle "Sacre 28".
Nemmeno James, sebbene fosse un purosangue, era visto di buon occhio dalla Black.
<Sono i mangiamorte!> esclamò Robin <Allora anche Riddle conosce la leggenda?!>
Silente non rispose, ma era intuibile che sapesse.
<La deve smettere di tenersi i suoi segreti...
Dovrebbe confidarsi con qualcuno, talvolta.>
<Lo terrò a mente.> sussurrò lui.
Anche i mangiamorte erano lì per la cosa;
molto probabilmente avrebbero portato l'oggetto a Voldemort.
<Che cosa ci farà?>
<La userà per diventare invincibile.>
<E non pensa che potrei fare lo stesso?>
<Sta a te decidere da che parte stare.>
Dalla mia, Robin.
Robin fece una smorfia e si concentrò sulla missione.
<Forse dovremmo intervenire.
Conoscendo Bellatrix, farà esplodere tutto da un momento all'altro.>
Robin non attese ulteriori ordini da Silente e uscì allo scoperto in direzione dell'oggetto magico.
<Tu?> la indicò Bellatrix con la bacchetta.
<Io?>
<Il Signore Oscuro sarà contento di accoglierti tra i suoi fedeli.> ghignò la strega dai folti capelli neri.
<Sarebbe meglio che io finissi la scuola...>
Bellatrix e i suoi due compagni risero di gusto.
<Bombarda maxima!>
Protego.
Robin riuscì a creare uno scudo protettivo per impedire che dei detriti la colpissero.
<Il Signore Oscuro aveva ragione, Bella!> disse uno dei due mangiamorte.
<Su cosa, Rodolphus? Su questa rammollita grifondoro?> chiese lei <Suppongo che tu sia qui con il vecchio, vero Robin?>
<Non sono affari tuoi, Bellatrix.> rispose lei alla strega.
La Black rise di nuovo, sta volta mostrando i suoi denti e la lingua;
Robin la ritenne inquietante e al tempo stesso molto svitata.
Non poteva credere che la più bella delle sorelle Black si fosse ridotta in quello stato pietoso in soli pochi anni; forse è vero che l'odio corrode le persone.
<Crucio!> gridò subito dopo la strega.
Robin fece una smorfia di dolore, ma resistette alle torture della mangiamorte.
Alzò la testa e a sua volta inflisse un incantesimo meno grave rispetto alla tortura.
Stupeficium.
Bellatrix volò dall'altra parte della stanza e svenne sul colpo.
<Un po' sottotono per essere una delle migliori streghe...> borbottò Robin.
Rodolphus udì la frase e disse a sua volta:<Siamo appena tornati dalla luna di miele. Non puoi pretendere che sia al top la mia Bella.
Rabastan, finiamo qui sta arrogante e completiamo la nostra missione.>
Robin, finalmente, capì con chi stava avendo a che fare: i famigerati fratelli Lestrange.
Robin, ti prego. Torna a casa.
Non hai niente di meglio da fare che farti gli affari miei?
Hanno cercato di torturarti, vero?
Giusto...
Il signorino ha una soglia del dolore molto bassa.
Perché non puoi fare come ti chiedo?
Completo la missione e poi non ti darò più fastidio.
Sei proprio un'egoista.
Ma da che pulpito! Tu sei il re degli egoisti.
Ora, se vuoi scusarmi, ho due mangiamorte da prendere a calci in culo.
NON FARTI TORTURARE.
Robin si trovava di fronte ai due fratelli.
Due contro uno non era proprio leale come sfida;
ma effettivamente i mangiamorte erano abbastanza cattivi e, sicuramente, sleali pur di arrivare ai loro scopi.
<Dov'è il vecchio?> ringhiò Rabastan, tenendo ben salda la presa sulla sua bacchetta.
Cercava di mostrarsi forte, ma era molto spaventato.
<Che c'è Raby, hai paura?> lo istigò Robin <E tanto per la cronaca. Il vecchio, come lo chiamate voi, ha un nome e un cognome: Albus Silente.> aggiunse in seguito.
<In verità è: Albus Percival Wulfric Brian Silente.> precisò lo stesso preside, che nel frattempo aveva recuperato l'oggetto magico.
<Professore!> esclamò Robin tutta contenta di vedere che il mago stava bene.
<Robin, mentre io li tengo occupati, tu distruggi l'oggetto!> ordinò Silente alla ragazza.
Lei prese la spada di Godric Grifondoro e sferrò un colpo secco alla cosa;
inizialmente non successe nulla e Robin ci rimase molto male.
Poi, però, esplose facendo mille scintille ed emanando una luce argentea molto chiara.
Non avresti dovuto farlo, Robin.
Crucio.
Robin gridò dal dolore e si piegò a terra, gettando la spada di Grifondoro sul pavimento.
Silente, che fino a quel momento aveva cercato di proteggerla dai fratelli Lestrange, l'afferrò e, presa anche la spada, si smaterializzò.

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