CAPITOLO 25

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<Nessuno è ancora arrivato.>
<Siamo qui da circa tre minuti!>
Gilderoy estrasse la sua pergamena e cominciò a rileggere ad alta voce i suoi appunti.
<Hai scritto mandragora al posto di mandragola.> lo corresse Robin, indicando il punto in cui si trovava l'errore.
<L'ho scritto apposta sbagliato; era per testare la tua preparazione.>
Robin roteò gli occhi e appoggiò il gomito sul ginocchio del ragazzo, per poi appoggiarci sopra la testa.
<Secondo te, è morto?>
<Non penso.>
<Se lo dici tu, mi fido.> ammise lui;
tra una riga e l'altra, Gilderoy disegnava dei cerchietti con il dito sulla tempia di Robin.
Stanno arrivando.
E tu come lo sai?
Li sto seguendo.
Che spia provetta. Grazie.
Di nulla.
Robin si alzò dallo scalino e porse una mano a Gilderoy, che aiutò a rialzarsi.
<Professori.> li salutarono all'unisono.
<Robin, Gilderoy, che cos'è successo?> domandò Silente.
La ragazza spiegò a grandi linee ciò che avevano visto e infine indicò il ragazzo che galleggiava.
Silente e la McGranitt si sporsero verso la vasca e videro il ragazzo di cui Robin aveva parlato;
i testimoni vennero fatti accomodare fuori dal bagno e venne fatta convocare madama Chips, pronta a salvare il ragazzo pietrificato.
Ebbene sì, come aveva detto Grindelwald a Robin, il ragazzo non era morto; ma le circostanze erano molto sospette.
Inoltre erano riusciti a identificarlo: Toad Maguire, un tassorosso del sesto anno.
<Ci interrogheranno?>
<Non penso...>
<Fai meno la misteriosa.> intimò lui.
Robin gli diede le spalle e attese che il preside e la direttrice della sua casa finissero di discutere.
<E ignorarmi non ti servirà a nulla.> continuò lui, cercando di attirare la sua attenzione.
Robin appoggiò il suo dito, prima, sulle labbra del ragazzo e poi sulle sue; dopodiché tese l'orecchio per origliare.
Che cosa dicono?
Non riesco a sentire.
E non puoi avvicinarti?
Meglio di no. Aspetterò che sia Silente a raccontarmi tutto.
Fa' come vuoi.
Robin scosse il capo e tornò a concentrarsi sulle parole che i due professori si scambiavano.
<Robin, perché io non ti piaccio?>
Le punte delle orecchie di Robin si tinsero di rosso per la vergogna; lei fece le spallucce e rispose:<Io... io, davvero, non lo so...>
<Perché non sono intelligente come Lupin?>
<Non devi paragonarti agli altri. Ognuno è diverso...> disse lei, rivolgendogli un sorriso per tranquillizzarlo.
Dopo quella frase, Gilderoy tacque e non osò aprire bocca fino a quando non gli fu richiesto da Silente stesso.
<Robin?> la chiamò io preside <Vorrei scambiare, da solo, due parole con te.>
La grifondoro annuì e seguì il preside nel suo ufficio.

<Cosa ne pensi di questa situazione?>
<Aspetti, lei si sta per confidare? È sicuro di stare bene?>
Silente arricciò le labbra ed esortò la ragazza a rispondere alla sua domanda.
<Penso che il ragazzo sia un nato babbano e che...> deglutì <...qualcuno abbia aperto la c-camera.>
Silente sgranò gli occhi.
Robin, dato che il preside non aveva commentato la sua frase, aggiunse:<È solo un'idea la mia; dubito che qualcuno lo abbia fatto veramente.>
Silente si grattò il mento e disse:<Anche perché il cerchio andrebbe a restringersi subito.>
Robin afferrò il concetto; se qualcuno avesse aperto la misteriosa Camera dei Segreti, i primi sospettati sarebbero stati Stan, Toby e lei.
Magari anche sua nonna, ospite frequente al castello.
<Siamo sicuri che non ci sia qualche altro ragazzo, o ragazza, rettilofono?>
Silente le rivolse uno sguardo che stava a significare:"Ma ci sei, o ci fai?", ma si limitò, semplicemente, a rispondere:<No.>
<No, non lo sa; oppure no, non ce ne sono?>
<No, non ce ne sono.>
<Lei pensa davvero che si tratti del basilisco?>
Il preside si alzò dal suo posto e si mise a camminare su e giù per la stanza, con le mani intrecciate dietro la schiena.
<Posso andare?>
Silente acconsentì e Robin lasciò Il suo ufficio.

La voce riguardante l'incidente avvenuto in bagno in cui il ragazzo di tassorosso era stato coinvolto, si era sparsa in fretta; gli ospiti erano andati fin da subito nel panico, così come i ragazzi più piccoli.
Gli unici che si sentivano a loro agio erano i discendenti delle famiglie purosangue, sicuri che il problema non li avrebbe toccati.
Robin non voleva parlare di quella storia con nessuno, nemmeno con Remus, il più razionale dei suoi amici.
Scommetto che ti hanno già raccontato la storia del tassorosso.
I nostri prefetti l'hanno solamente accennata.
Lo conoscevi?
Non mi pare...
Okay.
Cosa ne pensi?
Nulla di particolare; non mi interessa molto di ciò che accade in questa scuola.
Paranoico.
Non sono paranoico, semplicemente penso un po' troppo a me stesso.
Allora sei egoista.
Penso proprio sia l'aggettivo adeguato per descrivermi.
Anche ambizioso...
Mi stai facendo un complimento?
Perché, è vietato?
No, ma non ricevo mai complimenti a meno che non siano di mia madre, Artemisia e Lumacorno.
Nonno Horace sa sempre come far sentire a proprio agio i suoi studenti.
Allora ti ringrazio per non seguire pozioni, così ricevo anche io delle attenzioni.
Robin ridacchiò da sola, guadagnando uno sguardo interrogativo da parte di Remus, che se ne stava dall'altra parte del divano a leggere un libro sulle piante acquatiche.
Marlene interruppe il silenzio chiedendo a Robin con quale mano lanciasse la pluffa.
<Destra, perché?>
<Curiosità!>
Robin prima posò lo sguardo su Marlene, poi su Remus e infine finse di tornare a studiare incantesimi.
<Robin?>
<Sì, Remus?>
<Come si chiama il ragazzo pietrificato?>
<Toad Maguire.>
<Lo conosco... l'anno scorso mi ha dato ripetizioni di aritmazia. È un bravo ragazzo, non vedo il motivo per cui qualcuno vorrebbe fargli del male.> commentò Remus.
<Che cosa sai di lui?> chiese Robin al suo amico.
<So che i suoi hanno un'oreficieria in centro a Manchester.>
<Babbani?>
Remus annuì e poi aggiunse:<Dicono siano degli orafi molto bravi e conosciuti.>
Robin si meravigliò della rivelazione e ringraziò Remus per l'informazione.
<Forse l'avrai visto giocare contro di te; è uno dei battitori di Tassorosso.>
Robin allora si ricordò che Toad l'aveva salvata l'anno precedente da un bolide che la stava per colpire;
ora toccava a lei ricambiare il favore.

Robin corse fino all'ufficio di Silente ed entrò;
il preside, però, non era da solo.
Stava tenendo una riunione con i direttori delle case e Gazza.
<Sì, Robin?>
Robin avanzò lentamente verso il centro della stanza e disse:<Ho un'idea.>
<Un'idea?> chiese la Sprite.
<Spiegati meglio.> la esortò Lumacorno.
<Voglio scoprire che cos'è successo al signor Maguire. Ma è al limite della legalità.> rispose lei.
Lumacorno si mise una mano sulla fronte e buttò la testa all'indietro; Silente sorrise e domandò:<Siamo curiosi ora, di che si tratta?>
Robin deglutì e rispose:<Aprire la Camera dei Segreti e calarmi al suo interno per assicurarmi che il basilisco non sia...> si fermò un attimo.
<Non sia?>
<Scappato.> disse Robin tutto d'un fiato.
I presenti si spaventarono all'udire quella frase.
<Questa trovata non è al limite della legalità, è illegale punto e basta.>
Robin non badò molto a ciò che suo nonno disse, ma cercò solamente lo sguardo e l'approvazione di Silente, che non poté far altro che acconsentire.
<Albus, no. Questa volta non ti permetterò di usare mia nipote!> sbottò Lumacorno, afferrando il braccio della nipote e tirandola indietro.
<Nonno non ti preoccupare, io mi diverto con il professor Silente.> ammise Robin, rivolgendo un sorriso incoraggiante ad entrambi.
Sto cercando di capire quando tu ti sia divertita tanto con Albus.
Grindelwald passò un altro dei suoi poteri a Robin, causandole, sta volta, solo un leggero fastidio.
Pensavi di farmi male, eh Gellert?
Invece mi hai fatto solo il solletico.
Ma come...
Piton starà sicuramente soffrendo.
Crucio.
Robin fece scrocchiare il collo con un semplice gesto e sbatté in fretta le palpebre.
<Ti porto un souvenir del basilisco...> promise Robin al nonno in modo da convincerlo.
<Una cosa c'è che potresti portarmi.> borbottò Lumacorno, irritando la McGranitt <Mia nipote illesa.>
Robin si mise a ridere e abbracciò il nonno.
<Grazie, grazie, grazie!>

°°°

A Nurmengard, Grindelwald non se la stava passando molto bene; le conseguenze della maledizione cruciatus, che le aveva inflitto Robin, l'avevano indebolito parecchio.
Neppure il suo elfo domestico era riuscito a curare tutte le ferite presenti sul corpo del padrone.
<Com'è possibile, com'è potuto succedere!> si ripeteva in continuazione;
il grande Gellert Grindelwald fregato da una ragazzina di quindici anni che lui stesso aveva allenato.
<Io avevo previsto tutto. Tutto. Tutto quanto! Dove posso aver sbagliato?>
L'elfo domestico, rimasto in silenzio fino in quel momento, rispose alle domande che si poneva il suo padrone.
<Signore, magari l'avete sottovalutata.>
Grindelwald afferrò l'estremità del suo setto nasale e scosse violentemente la testa;
sbatté, poi, un pugno sul tavolo, facendo rabbrividire la piccola creatura.
<Vattene subito;
io non ho sottovalutato Robin! Non l'ho fatto! Non l'ho fatto!> urlò il mago, lanciando contro il muro il bicchiere che teneva in mano.
<Perché Robin? Perché mi hai fatto tutto questo?>

Mio caro Gellert, le posizioni si sono invertite.
Forse non dovevi insegnarmi così tanti trucchetti per fregare i maghi potenti.




°°°

Che dire...
Robin ha fatto un danno, secondo voi, a ribellarsi a Grindelwald?
La nostra amata protagonista riuscirà a farsi "perdonare"?

L'Erede di GrindelwaldTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang