CAPITOLO 9

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Robin aveva preso posto di fronte al preside, che si sedette con un sorriso stampato sulle labbra.
<Da che hai avuto la prima ricaduta, mi sono sempre chiesto quando ti saresti decisa a venirmi a parlare delle voci che hai in testa!>
<E io ogni volta mi chiedo come lei faccia a saperlo!>
Silente si toccò la barba e le rispose dolcemente:<Sono anni che Grindelwald aspetta...>
<Grindelwald? Gellert Grindelwald?! Quel Gellert Grindelwald? Il mago oscuro che aspirava a diventare il Signore della Morte e che lei ha brillantemente sconfitto?>
Silente annuì e fece cenno a Robin di calmarsi e di riprendere fiato tra una domanda e l'altra.
<Lo sapevi che Grindelwald era in grado di vedere il futuro?>
Lei scosse il capo.
<Prima di dargli il colpo di grazia...>
<Ma professore non sono cose da dire!> lo interruppe Robin.
<Giusto.
Prima di sconfiggerlo del tutto, Gellert mi fissò e si mise a ridere.
Poi, tra un sospiro e l'altro mi rivolse un ghigno e disse:"Non ti libererai mai di me, Albus! La mia erede ti schiaccerà!">
Robin chiese il permesso di interromperlò; quando lo ottenne domandò stupita:<E come fa ad essere sicuro che Grindelwald parlasse proprio di me? Insomma... ci saranno chissà quante altre migliaia di streghe anche più sveglie della sottoscritta da scegliere come erede!>
Non dire sciocchezze Robin, tu sei più forte di quanto pensi!
Robin cacciò un urlo e si premette il capo, che pulsava dal dolore.
Silente la portò immediatamente in infermeria e si fece dare da Madama Chips una pozione calmante.
La ragazza si addormentò poco dopo.

<Ma io non mi ammalo mai!> disse Lily, imitando l'indisposta, quando Robin si risvegliò.
<Non mi sono ammalata, ho solamen...>
<Ha solamente avuto una ricaduta ragazzi! È normale; ha rischiato di morire!> intervenne Silente.
Robin si mise a sedere e ringraziò gli amici per essere stati a trovarla; poi chiese loro di lasciarla da sola con il preside.
I suoi amici acconsentirono e tornarono in biblioteca a studiare.
Silente, quando fu sicuro che nessuno potesse sentire, ricominciò a spiegare a Robin il motivo per cui Grindelwald avesse scelto lei come erede.
<Prima di tutto perché sei una strega purosangue...
Poi perché, esattamente come lui, sei particolarmente brava in difesa contro le arti oscure. Sbaglio o non hai mai preso meno di E?>
Lei scosse il capo e lo corresse:<Durante il mio primo anno ho preso due volte O.>
<Penso che con quei due voti Grindelwald ci abbia acceso un fuoco.
E poi sei una strega molto abile, capace di grandi cose.>
<Senza contare che sono un fenomeno come cacciatrice.> aggiunse Robin mettendosi una mano sul cuore <Anche questi sono dei risultati che vanno tenuti in considerazione.>
Silente ridacchiò e spostò lo sguardo sull'orologio.
<È l'ora del tea! Ci vediamo più tardi Robin.>
Quando restò sola si rese conto che non aveva ottenuto una vera e propria risposta dal preside, così chiese direttamente al diretto interessato.
Perché hai scelto me?
Silente ti ha dato delle ottime motivazioni.
Non sono solo quelli i motivi per cui mi ritieni la tua erede.
Robin, se ti racconto tutto ora non avremo nulla da dirci quando ci vedremo...
Sei tu che mi hai aiutata con l'incantesimo non verbale?
Ti ho solamente "rinfrescato" la memoria con l'incantesimo; poi hai fatto tutto da sola.
Anzi, i miei complimenti!
Io non ti aiuterò a distruggere Silente.
Non mi serve il tuo permesso. Se voglio qualcosa la ottengo.
Io non sono un qualcosa.
Lo so... rilassati ora Robin.
Aspetta! Perché riesco a parlare con Severus Piton?
Chi scusa?
Niente.

<Robin, sono tornato. E ti ho portato una tazza di tea.>
<Grazie professore, ma non era necessario...
A proposito, prima mi sono scontrata con Piton in corridoio e ci siamo parlati.>
Silente non parve molto sorpreso dell'episodio che gli era stato appena raccontato, così Robin indicò la sua testa.
Fu allora che Silente capì.
<Siete telepati!>
Robin annuì e chiese al preside di abbassare la voce, poi gli chiese:<Lei sa come posso spezzare il legame?>
<Temo non ci sia una soluzione...
Capita, molto raramente, che due maghi nascano con un legame a loro insaputa.
Non necessariamente devono avere un legame di sangue; come nel caso tuo e del signor Piton.>
Robin sbuffò.
<Su Robin! Il signor Piton non è un cattivo ragazzo.>

Come stai?
Ti pregherei di non entrare come se nulla fosse nella mia delicata testolina.
Non hai risposto alla mia domanda.
Sto bene, grazie.
Hai scoperto il motivo per cui riusciamo a parlarci anche se in due posti differenti?
Silente mi ha spiegato che alcuni maghi nascono con questo legame.
Capita molto di rado.
Piton non commentò dopo la spiegazione di Robin.
La ragazza, per quanto scioccata fosse, credeva che avere quello strano legame con il serpeverde si sarebbe potuto rivelare molto utile in un futuro.

Dopo cena i malandrini si erano riuniti nella Sala Comune per scambiare qualche chiacchiera.
<Che giornata!> disse Sirius, stiracchiandosi.
<Ricca di emozioni!> aggiunse James, slacciandosi i primi bottoni della camicia.
Remus era seduto vicino a Robin, e le stava accarezzando i lividi causati dal colpo del bolide.
Ad ogni tocco, Robin non poteva fare a meno di arrossire; cosa che Remus amava in modo particolare.
<Ti fanno ancora tanto male?> chiese lui.
<Il naso e il labbro sì. Lo zigomo non troppo...>
Remus posò una mano sulla guancia di Robin e la baciò dolcemente sulle labbra.
Gli altri tre ragazzi presenti iniziarono a fischiare, mettendo in imbarazzo la coppia.
<Forse è meglio se li lasciamo soli!> esclamò Peter.
Sirius e James annuirono e salutarono i due;
Sirius, prima di raggiungere la camera, sussurrò a Remus:<Divertiti lupacchiotto!> 
Robin si mise a ridere quando vide la faccia di Remus diventare rossa come un pomodoro.
Il ragazzo prese la vita della sua fidanzata e attirò a sé Robin;
lei appoggiò una mano sul petto di lui e la testa sulla sua spalla.
Remus iniziò a disegnare dei cerchietti sulla mano di Robin, e talvolta le posò le labbra sulla fronte.

La stanza era illuminata solo da qualche candela e il rosso rendeva lo sala molto più calda e accogliente.
Remus, dopo qualche minuto, si accorse che Robin si era addormentata.
Scrutò l'orologio: mancava qualche manciata di minuti alle undici.
Remus pensò che i malandrini si erano ritirati un po' troppo presto;
e forse non li avrebbe neppure raggiunti.
Era lì con la ragazza che amava, non avrebbe potuto chiedere di meglio.

Chi invece avrebbe potuto farlo era Gilderoy Allock che, quella sera, in qualità di prefetto, doveva perlustrare il corridoio con Emily.
Lei non la smetteva di dire scemenze e la cosa incominciava ad infastidirlo.
<Sai, non dico che Robin avrebbe dovuto morire, ma si sarebbe meritata una lunga convalescenza!>
Lui si bloccò e per poco non la spinse giù dalle scale.
<Come puoi pensare una cosa del genere?!> domandò stupito <Io proprio non ti capisco...>
Emily fece qualche passo indietro e prese sottobraccio il corvonero, portandolo verso la fine del corridoio.
<Lei ha scelto Lupin! E tu che ti struggi per una che è così cieca da ignorarti!>
Gilderoy prese il braccio di Emily e la scosse.
<Io mi struggo quanto voglio e per chi voglio, okay?
E sappi una cosa Emily, per quanto bella tu possa essere, non ti sceglierei nemmeno tra un milione di ragazze con la faccia da topo.>
Gli occhi della tassorosso si riempirono di lacrime e corse verso il suo dormitorio, lasciandolo da solo a finire il battugliamento.
Nonostante si fosse liberato della ragazza, le sue parole gli tornavano in mente.
Parte del suo discorso aveva anche una logica: Robin non lo calcolava un granché, ma non per questo doveva abbandonare l'idea di conquistarla.

Quando finì la ronda tornò in dormitorio.
Era mezzanotte in punto.
Gilderoy cambiò il suo vestiario e si sistemò sotto le coperte;
poi aprì il libro babbano che teneva sul comodino, prese la fotografia, ritagliata dal giornale, raffigurante Robin alla prima partita con la nazionale di quidditch.
<Oh mia cara Robin...
Spero che un giorno ti accorgerai di me.> dopodiché lasciò un bacio sulla fotografia e si mise a dormire.

Robin si svegliò tra le braccia di Remus e biascicò:<Ma che ore sono?>
Remus aprì gli occhi e rispose:<Non lo so... ma è sicuramente molto tardi!>
I due si recarono, poi, nei rispettivi dormitori.
Robin appoggiò la schiena allo al letto e chiuse gli occhi.

Continuo a credere che questo Lupin non sia il ragazzo giusto per te.
Ma stai zitto e fammi dormire, Grindelwald.

°°°

"Legenda voci":
Grindelwald
Robin
Severus

L'Erede di GrindelwaldWhere stories live. Discover now