CAPITOLO 34

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Era ufficialmente finita.
L'amicizia tra Severu Piton e Lily Evans era giunta al capolinea per colpa di lui, che l'aveva chiamata "sporca mezzosangue".
Robin non aveva assistito, però aveva consolato Lily, corsa in camera con le lacrime agli occhi.
Aveva pianto tutto il pomeriggio e non voleva neppure presentarsi a cena; Marlene si offrì di stare con lei, mentre Robin aveva il compito di portare a entrambe qualcosa da sgranocchiare.
La ragazza non era mai stata nelle cucine della scuola, non ne aveva mai avuto la necessità di prendere dell'altro cibo: quello dei pasti le bastava e le avanzava.
Robin, dopo cena, e con la mappa del malandrino in mano, si recò verso le cucine.
Sapeva che a lavorarci c'era qualche elfo domestico, ma non credeva che ce ne fossero così tanti.
Uno le si avvicinò e fece un piccolo inchino:<Sono Jimmy, che cosa spdesidera la signora padroncina?>
Robin si accovacciò e rispose:<La mia amica non sta molto bene e non è scesa a cena, potrei avere qualcosa da mangiare?>
Jimmy annuì e sparì dietro ai sacchi di farina.
<Non è permesso agli studenti stare qui.>
Robin si girò e vide un ragazzo dalla pelle molto scura e dai capelli riccioluti, che se ne stava appoggiato allo stipite della porta con le braccia conserte.
<Tu che cosa sei? Un auror travestito da prefet...>
<Esatto, Crouch. Sono un prefetto. Non so se ci conosciamo. Mi chiamo Toad Maguire.>
A Robin venne un colpo: quello era il ragazzo pietrificato dal basilisco.
<Ciao, Toad.> rispose lei, roteando gli occhi e dandogli le spalle per prendere il pasto di Marlene e di Lily.
<Perché hai del cibo? Non ti è bastata la cena?>
<Non ti hanno mai detto che se ti fai gli affari tuoi, campi cent'anni?>
Toad si piazzò in modo tale dal non far passare Robin.
<Senti, Maguire, fammi passare.>
Lui alzò gli occhi al cielo e ridacchiò.
<Potrei togliere dei punti a Grifondoro per la tua maleducazione...>
<Fammi passare.> gli intimò Robin, avanzando con due panini belli imbottiti in mano.
<Altrimenti?>
<Altrimenti ti schianto, oppure ordino a un elfo domestico di farlo.>
Toad inarcò un sopracciglio e commentò:<Non ne avresti il coraggio.>
<Ah no?
Jimmy?>
L'elfo spuntò dietro a Robin e chiese:<Sì, signora padroncina?>
<Il signor Maguire mi sta importunando, potresti occupartene person...>
Toad la fermò:<Okay. Vai pure.>
<Grazie, le mie amiche te ne saranno sempre grate.>
<Però non finisce qui!> gridò il ragazzo, mantenendo un certo distacco.

Robin riuscì a evitare Gazza grazie alla mappa e a raggiungere il dormitorio senza incontrare qualche altro prefetto o professore.
Entrò, lasciò la mappa in mano a Peter e corse nella sua stanza, dove Marlene stava ancora consolando Lily.
A furia di piangere, gli occhi di Lily erano diventati gonfi e rossi come i suoi capelli.
<Tieni, Lily, mangia un po'. Dopo ti sentirai meglio.> le consigliò Robin, porgendole un pezzetto di panino.
Lily scosse il capo e rigettò la faccia fra le coperte, come se potesse risolvere qualcosa.
<Non voglio vedere nessuno!> ringhiò la rossa.
Marlene e Robin uscirono dalla stanza e si andarono a sdravaccare sul divano della Sala Comune.
<Come sta Evans?> chiese Ramoso, balzando dalla sedia e saltando addosso a Robin.
<Non bene...> rispose Marlene.
<Mocciosus ha esagerato: la deve pagare!> gridò Sirius, come se fosse completamente colpa di Piton.
<Abbassa le ali, giustiziere.> gli disse Robin <Se Piton ha reagito così un motivo c'è.>
<Con che coraggio lo difendi?> sibilò James, avvicinandosi alla ragazza.
<Con che coraggio lo bullizzate?> ribatté Robin, sbattendo un pugno sul tavolo.
<Ragazzi, evitiamo queste discussioni...> intervenne Remus, piazzandosi tra i due.
James e Robin, però, non sembravano intenzionati a finirla, così Remus ripeté la frase alzando la voce. Aggiunse, poi:<... per favore?>
<Va bene.> rispose Robin prima di uscire dalla Sala Comune.
<Artiglio, dove vai?> chiese Peter.
<In qualsiasi posto. Ma non certo qui.>
Robin lasciò, nonostante il coprifuoco, il dormitorio e si diresse verso i sotterranei.
Non sarebbe mai andata a lamentarsi da Piton, bensì da suo nonno, che talvolta si fermava fino a tardi per ultimare alcune pozioni.
Anche quella sera Lumacorno era lì, impegnato in una distillazione.
<Fammi indovinare...> esordì Lumacorno <Sei qui perché la signorina Evans è stata insultata dal signor Piton e vorresti un consiglio.>
<Ma tu come fai a saperlo?> domandò Robin, prendendo posto vicino al professore.
<Perché Severus è già venuto a raccontarmi tutto.
Ascolterò anche te, se vorrai dirmi la tua versione.>
<So solo che Lily ha cercato di difendere Piton da alcuni bulli e lui ha reagito nel modo peggiore, sentendosi umiliato.>
Lumacorno afferrò il concetto e condusse la nipote nella sua stanza.
Mentre stavano per entrare, incorciarono la Greengrass.
La professoressa squadrò Robin e poi incrociò lo sguardo di Lumacorno, che si sentì minacciato.
Mise una mano sulla spalla di Robin e salutò la collega.
<Buonasera, Horace. Signorina Crouch.>
<Druella, cara.> <Professoressa.>
<Se posso chiedere...
Come mai non è nel suo dormitorio, signorina?> domandò stizzita la donna.
<Le interessa, perché?>
Vedendo la Greengrass irritata dal comportamento della nipote, Lumacorno corse ai ripari e si intromise:<Robin è venuta a raccontarmi un fatto molto grave. E le ho offerto di rimanere con me per 'sta notte. Sono sicuro che Silente non avrebbe nulla in contrario.>
La strega arricciò il naso e annuì.
<Entra pure, Robin.>
Robin si buttò sul letto in più che suo nonno aveva in camera e si strofinò gli occhi.
<Quella Druella è proprio una gran seccatura...> commentò Lumacorno, chiudendo la porta.
<È una seguace di Voldemort.>
Il professore si morse il labbro inferiore:<Preferirei non parlare di lui.>
<La nonna come l'ha presa?>
<Robin, ti prego.>
La ragazza si rigirò nel letto e appoggiò la testa sul cuscino.
<Buonanotte.> mugugnò prima di chiudere gli occhi.
<'Notte.>

L'Erede di GrindelwaldWhere stories live. Discover now