CAPITOLO 17

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La sveglia era fissata per le 7, ma Robin si era alzata prima.
Non si ricordava a che ora;
sapeva solo che non era ancora l'alba.
Troppa ansia?
Sì.
La tensione la stava mettendo in seria difficoltà.
Severus sei sveglio?
No.
Dai, sì che lo sei.
È da giorni che non dormo per cercare di contattarti...
Ma che carino!
Me lo ha chiesto Silente;
non farti strane illusioni.
Permaloso.
Lo saresti anche tu, se ti trovassi nella mia condizione.
<Signorina Crouch? Padron Grindelwald ha chiesto di scendere a colazione.> disse un elfo domestico.
Robin non lo aveva mai visto; credeva che nel castello ci fossero solo lei è Grindelwald.
Devo andare.
Piton non rispose, probabilmente si era riaddormentato.
Robin si cambiò e scese in sala da pranzo, dove c'era un Grindelwald molto teso.
<Buongiorno.>
<Buongiorno, Robin.
Sbaglio o ti avevo detto di tranciare ogni rapporto con Hogwarts?>
Lei abbassò la testa e annuì.
<Eppure poco fa hai parlato con quel Severus...>
<Non era mia intenzione disubbidire.>
Grindelwald non aggiunse altro, continuò a mangiare in assoluto silenzio la sua colazione, lanciando di tanto in tanto qualche occhiata a Robin per evitare che provasse nuovamente a contattare Severus.
Robin non aveva ancora capito il motivo per cui Grindelwald la volesse lì con lei;
la storia dell'aiuto non le andava proprio giù.

Robin aveva indossato degli abiti scuri e comodi per l'imminente allenamento.
Non sapeva a che cosa sarebbe andata incontro, ma si era preparata psicologicamente al peggio;
chi lo sa? Magari Grindelwald avrebbe utilizzato delle tecniche ortodosse per i suoi allenamenti...
Certo non sarebbero state peggio di quelle della Greengrass, insegnante totalmente incompetente dal punto di vista di Robin.
Anche i muri di quella scuola sapevano perché era stata assunta come insegnante di difesa contro le arti oscure: suo padre era un importante funzionario del ministero che aveva fatto pressione sul ministro stesso affinché sua figlia, inadatta per qualsiasi altro lavoro, venisse assunta da Silente.
Il preside, non avendo altri candidati per babbanologia, dovette accettare la Greengrass, respingendo la richiesta della Johnson.
<Crucio!> gridò Grindelwald in direzione della ragazza.
Robin non se ne accorse e la maledizione la colpì in pieno.
Il dolore era allucinante;
le storie degli auror allora erano vere!
La maledizione cruciatus, se inflitta, causava un dolore pari a quello delle lame di un coltello a contatto con la carne umana.
<Perché?> ansimò lei, accovacciandosi sul pavimento e premendo la mano contro il petto.
<I tuoi avversari non ti chiederanno mai il permesso prima di lanciarti addosso una maledizione.>
Robin si rialzò a fatica e cercò la sua bacchetta;
solo in seguito si ricordò che l'aveva lasciata a scuola.
Grindelwald capì subito che cosa stava cercando Robin e le disse:<Solo i maghetti hanno bisogno delle bacchette.
Tu puoi farne tranquillamente a meno.>
Robin strinse i denti e, senza smettere di guardare Grindelwald, sussurrò:<Stupeficium.>
Il mago, però, reagì subito creando uno scudo in grado di proteggerlo e rispedire l'attacco subito al mittente.
Robin si gettò sul tappeto per schivare l'incantesimo.
<Alzati, Robin!> ordinò il mago.
La strega ci mise una manciata di secondi me tornare a riprendere la posizione.
Grindelwald, dal punto di vista di Robin, pareva essere molto contrariato e deluso dal come la sua protetta stava affrontando l'allenamento.
Robin allora decise di sorprenderlo con un attacco a sorpresa.
Serpensortia.
Un grosso serpente comparì sul parquet.
Grindelwald non si spaventò, anzi, ghignò e a gran voce gridò:<Vipera Evanesca!>
Robin però non rimase immobile aspettando che la sua creatura scomparisse, infatti le ordinò all'animale di strisciare via.
A quel punto Grindelwald parve in seria difficoltà non vedendo più il serpente.
*Legagli le gambe* disse Robin al serpente.
Il rettile fece come gli era stato ordinato;
Grindelwald perse l'equilibrio e cadde a terra, poi, con un gesto fulmineo, fece sparire il serpente.
<Non sapevo fossi una rettilofona.>
<Credevo fosse ovvio: mia nonna è una Gaunt.>
Il mago si rialzò, aiutato da Robin, e si sedette sul divano in pelle.
<Pensavo lo ereditassero solo gli eredi maschi.>
<Tutti i miei fratelli sono rettilofoni, così come mia madre e mia nonna.
Non è niente di speciale per noi.>

L'Erede di GrindelwaldWhere stories live. Discover now