CAPITOLO 18

415 21 7
                                    

Natale era quasi alle porte e Robin non sapeva ancora se le sarebbe stato permesso recarsi in Inghilterra per passare le festività con i suoi familiari.
In quel mesetto scarso era migliorata molto nei duelli e nell'utilizzo degli incantesimi non verbali.
Grindelwald le aveva anche insegnato a smaterializzarsi, anche se non era tecnicamente legale.
Ed era diventata piuttosto brava a farlo; anche troppo forse.
Robin c'è un attacco ad Hogsmeade.
Cosa? E me lo dici con questa pacatezza?
Volevo solo avvisarti.
Dove siete?
Tre manici di scopa.
Dammi qualche minuto e arrivo.
Come scusa?
<Gellert!
Gellert, è in corso un attacco ad Hogsmeade.>
Il mago inarcò un sopracciglio e chiese il motivo per cui lei glielo aveva detto.
<Io devo andare ad aiutarli.>
Grindelwald annuì.
<Quindi posso andare?>
<Qualche volta torna qui a Nurmengard, la porta del mio castello sarà sempre aperta.> rispose Grindelwald, girando la pagina di un libro.
<Grazie Gellert.>
Robin non aveva nessun affetto personale nel castello, non avrebbe rischiato di dimenticare nulla.
Bene Robin, è ora di tornare a casa.
Hogsmeade.

°°°

<Ma sono i famosi mangiamorte quelli là fuori?> chiese un ragazzo tassorosso del terzo anno.
<A quanto pare...>

Robin si materializzò in una via secondaria di Hogsmeade, da dove però riusciva a vedere lo spettacolo.
Due ragazzi erano stati accerchiati da alcune figure incappucciate che non facevano altro che chiamarli "sanguemarcio", "fecce" e "maledetti sangue sporco".
Robin avanzò nell'ombra e puntò contro uno di loro.
Stupeficium.
Riuscì a schiantare due di loro, attirando l'attenzione degli altri quattro.
<Non avresti dovuto impicciarti traditrice del tuo sangue.> gridò uno di loro, puntandole addosso la bacchetta.
<Avad...>
<Rictusempra!>
Robin si ricompose e ne schiantò un altro.
Poi si volatilizzarono nel nulla;
Robin credette di aver messo loro paura, invece dietro di lei comparvero altre figure, sta volta meno inquietanti dei mangiamorte.
<Per la barba di Merlino!> esclamò Lumacorno vedendo la ragazza in piedi con il viso girato per tre quarti verso di loro.
<Per Godric...> si lasciò scappare la McGranitt.
Lumacorno indicò la nipote e la sgridò in mezzo alla piazza del paese:<Tu sei la ragazza più incosciente che io abbia mai incontrato! La più stupida di tutte le streghe presenti a questo mondo!
E sei nei guai fino al collo, signorina!>
Robin, cercando di trattenere le lacrime, si lanciò tra le braccia del nonno che non poté fare a meno di ricambiare il gesto.
<Tua nonna ti odierà per questo...>
<Penso che sopravviverò.>
Sei stata brava Robin, sono orgoglioso di te.

L'entrata nella Sala Grande fu trionfale: Robin venne accolta come un'eroina, e come una criminale al tempo stesso, da tutti gli studenti e professori.
Lily e Marlene corsero ad abbracciarla.
<Ti vogliamo bene.> mormorarono entrambe alla ragazza.
<Anche io.>
Anche i malandrini andarono a salutare Robin;
Peter, non volle poi ammetterlo, si commosse nel rivedere l'amica.
Prima dell'inizio della cena, Silente volle parlare dell'accaduto ai suoi studenti e agli ospiti.
<Purtroppo la cittadina di Hogsmeade è stata colpita da un attacco di alcuni maghi chiamati mangiamorte.
Potrebbero esserci nuovi attacchi?
Non lo escludo;
perciò sono costretto a sospendere temporaneamente le uscite ad Hogsmeade.>
La frase del preside non piacque per nulla ai ragazzi che si rifiutarono di mangiare per protesta.
Silente però non aveva finito il suo discorso.
Riprese poco dopo, dicendo:<Però, c'è anche una buona notizia...
Una di voi si è distinta per aver tenuto testa al gruppo di mangiamorte, questo significa che non tutto è perduto e che la lealtà verso la scuola e i suoi studenti viene prima di tutto.
Bentornata a casa Robin.>

L'Erede di GrindelwaldKde žijí příběhy. Začni objevovat