CAPITOLO 30.2

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Silente aveva preso la parola dopo il sontuoso banchetto che andava a sancire la fine degli esami.
Ma a nessuno importava della loro fine: tutti gli studenti erano in attesa che il preside si decidesse a indicare il nome del vincitore a tutta Hogwarts.

<Sono così agitata. . .> disse Lily guardando di tanto in tanto gli altri tavoli per capire lo stato d'animo dei componenti delle altre case.
<Tanto non ci andrai tu, Evans. . .> borbottò James roteando gli occhi.
Al ragazzo infatti non era andata giù la decisione dei grifondoro di nominare Remus come unico e possibile "vincitore" di quella competizione.
<Non posso essere agitata in ogni caso?!> sbottò la ragazza.
Anche lei sperava in un colpo di scena e di sentire pronunciare il suo nome dal preside.
<Zitti, zitti!> li rimproverò Peter. <Non vedete che sta per parlare?>
Come aveva previsto Peter, Silente cominciò esponendo un lunghissimo discorso di introduzione, aggiungendo dei ringraziamenti da portare al preside Koll.
<Il vincitore è. . .:> fece una pausa per aprire la busta. <Theseus Burke.>
Ci fu un attimo di smarrimento.
L'applauso, debole e da parte del corpo docente e di qualche Serpeverde, si estese anche alle altre case.
Burke si alzò gongolando e con un sorriso smagliante stampato sulle labbra.
Era così contento di avercela fatta. . . Finalmente nessuno avrebbe potuto più disturbarlo. Il suo piano per portare Robin a Voldemort si sarebbe compiuto in una scuola lontano da Hogwarts e, soprattutto, lontano dall'occhio attento e vigile di Albus Silente.
Theseus si girò verso i tavoli delle quattro case e scosse la mano per ringraziare.
Intravide il viso buio di Gilderoy Allock, il quale aveva già preparato tutte le valigie. Poi si spostò sul tavolo di Grifondoro, minato da musi lunghi, in particolar modo quelli dei Malandrini.
<Complimenti, complimenti. . .> disse Silente stringendogli la mano. <Tuttavia sarebbe molto bello da parte vostra fare un applauso anche ai signori Gilderoy Allock e Remus Lupin, arrivati secondi a parimerito con pochi punti in meno rispetto al signor Burke.>

Entrambi i secondi arrivati lasciarono la Sala Grande prima che i festeggiamenti terminassero.
S'incontrarono quasi per caso sotto la prima rampa di scale.
<È sempre così tra noi due, no?> disse Gilderoy incalzando Remus.
<Come, prego?>
<Ci scontriamo in continuazione. . .>
<Temo di non capire.> insistette Remus.
<Quando si tratta di Robin.>
Remus arricciò le labbra.
<Siamo amici.> disse il grifondoro. <E questo lo sai perfettamente.>
<Certo che lo so.> ribatté il corvonero. <Me l'ha fatto intendere almeno. . .>
<Cosa significa questo?!> ringhiò come un cane rabbioso Remus.
<Lascia stare. . .> rispose Gilderoy, accortosi di aver tirato un po' troppo la corda. <Sono molto stanco. E quando lo sono, fatico ad essere lucido nei discorsi.>
<Robin ti ha scritto?>
Gilderoy, già con un piede sul primo scalino, si bloccò.
<Sì.> sospirò. <Sì, l'ha fatto. Due settimane fa mi è arrivata una sua lettera.>
<E non le hai risposto?> chiese con ansia Remus.
<No, Lupin.> disse l'altro. <Speravo di vincere per poterle portare tutte le lettere una volta arrivato a Durmstrang.>
<Lei si aspetta che tu lo faccia.> disse Remus incrociando le braccia al petto. <O meglio, sarebbe carino che tu lo facessi.>
<Non ho abbastanza coraggio per farlo. Non ho quella forza di prendere quelle dannate lettere e inviare un gufo a Durmstrang.> sospirò. <È così frustrante essere dei codardi. . .>
Remus abbassò lo sguardo verso il pavimento e deglutì; faceva tanto la morale al corvonero, ma neanche lui aveva avuto il coraggio necessario per scrivere quello che realmente provava per Robin in una delle lettere alle quali non aveva ricevuto mezza risposta.
<Tanto ci andrà Burke a Durmstrang. . .> borbottò Gilderoy mettendo le mani in tasca. <Buonanotte, Lupin.>
<'Notte.> rispose Remus.

<Complimenti, Burke.> disse a denti stretti Piton.
<Grazie, grazie.> disse l'altro già chino sulla valigia da riempire.
<E dimmi, Theseus,> lo incalzò Severus adagiandosi sul letto. <ecco svelato il motivo per cui ognuno di noi doveva lavorare per conto suo. Volevi farti la vacanza a Durmstrang, no?>
<Vuoi farmi la morale, Piton?>
<No, Burke, vorrei solamente capire meglio.>
<Non c'è nulla da capire.>
<Io non credo che tu voglia andare là per Robin. Hai altre cose nella testa, vero?>
Burke incrociò le braccia al petto.
<Se stai cercando di offendermi, caro Severus, ci sei riuscito. Ora, se vuoi scusarmi, gradirei che mi lasciassi terminare il mio lavoro.>
Piton sbuffò, ma cedette per non dover andare avanti con quella ridicola discussione: lui non si fidava di Burke, e avrebbe scoperto il motivo del suo improvviso interesse per Robin.

L'Erede di GrindelwaldWhere stories live. Discover now