CAPITOLO 27.2

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Silente aveva risposto a Robin in una lettera di quattro righe complessive, nelle quali si era mantenuto il più enigmatico possibile come al suo solito.
Era come se non gli permettessero di inviarle se non fossero state lettere da decifrare. Cosa che Robin odiava con tutta sé stessa.
Qualche settimana dopo, durante la colazione, Hohenzollern si avvicinò per informarla che un uomo l'attendeva fuori dall'ingresso della scuola.
Robin camminò a passo deciso. Era così curiosa di sapere chi fosse.
Si aspettava di vedere suo padre, oppure uno dei due nonni.
Ma quale fu la sua sorpresa nel vedere Alastor appoggiato con la schiena sul muro e con il bastone ben serrato tra le sue mani.
Robin sorrise nel vederlo e si fiondò tra le sue braccia.
<Diamine, piccoletta. . . Cosa ti danno da mangiare per essere così forte?>
Robin ridacchiò.
<Il segreto è la ginnastica ogni settimana. Con annessi allenamenti di quidditch.>
<Già. . .> borbottò lui. <Il quidditch.>
<Oh, no.> disse lei. <Non dirmi che sei qui per il corso del ministero.>
Moody scosse la testa.
<No, no. Poi parleremo anche di quello. Prima, però:> tirò fuori un medaglione e glielo porse. <sono qui per questo.>
Robin lo prese in mano e lo esaminò.
<Dovrebbe essermi familiare?>
L'auror fece le spallucce.
<Silente sostiene che tu sappia perfettamente a chi è appartenuto.>
Robin chiuse gli occhi e fece mente locale delle persone che conosceva.
<Non ne ho idea, Alastor.> disse infine, spalancando gli occhi.
<Se posso permettermi. . .> si intromise Hohenzollern. <Questo medaglione apparteneva a Grindelwald. Glielo rubarono molti anni fa.>
Robin passò il dito nelle varie incisioni, premendo i polpastrelli nei particolari che riteneva, a primo impatto, inusuali.
Non sapeva neppure lei che cos'avrebbe voluto che accadesse: un altro varco? Un altro ricordo? Un altro viaggio nel tempo?
Stava per ridarlo ad Alastor, quando ella notò due lettere intrecciate tra loro e il simbolo dei Doni della Morte.
Una "A" e una "G".
<Hai trovato qualcosa?> le chiese l'auror.
<Sì, ma non sono molto sicura. . .> rispose Robin, che nel mentre aveva spostato il dito su altre insenature meno rilevanti.
<Fa' vedere.> disse Alastor piazzandosi dietro a lei.
<Qua.> indicò lei le lettere.
<Posso?> chiese Hohenzollern facendosi passare il medaglione. <Gingillo affascinante.> commentò. <Chissà come il preside Silente sia venuto in suo possesso.>
Io qualche idea ce l'avrei. . . disse nella sua testa Robin.
Ma non lo ripeté ad alta voce: quella era una cosa tra lei, Silente e Grindelwald.
Nessuno doveva intromettersi, né Myricae, tantomeno estranei quali Hohenzollern e Koll.
<Potrei esaminarlo una di queste sere.> propose il professore.
<No!> risposero all'unisono Alastor e Robin, tirando indietro il medaglione.
Il docente sbiancò.
<Oh, come preferite.> disse subito dopo, facendo dietrofront e lasciando i due maghi inglesi da soli nel cortile.
<Ora che se n'è andato, vorresti dirmi che cosa rappresentano le due lettere intrecciate?>
<Albus e Gellert. . .> rispose Robin. <Sono tante le cose che Silente non racconta di sé, o che preferisce non dire.>
<E non voglio neanche sapere come hai trovato questa informazione.>
L'idea che Grindelwald fosse ancora presente nella vita di Robin, non faceva altro che innervosire l'auror. Se ogni singola informazione di cui Robin era a conoscenza le era stata fornita da Grindelwald, allora la ragazza non si sarebbe mai dimenticata del suo vecchio mentore.
<Fa' niente. . .> borbottò Robin. <Come sta Dolores?>
Moody era così preso dal pensare a Grindelwald e al suo rapporto passato con Silente che ignorò le tre, o più, domande riguardanti l'impiegata del ministero.
<Allora?> insistette lei.
Alastor si girò verso di Robin e, con un'espressione leggermente assente, annuì.
<Ma hai capito almeno la domanda?>
<Penso stia bene.> rispose l'auror.
<Avete litigato?> domandò con insistenza Robin, sedendosi con le gambe a penzoloni sul muretto affianco al suo amico.
<No. . .> disse lui poco convinto. <Non mi pare almeno.>
<Ecco, vedi.> disse Robin. <Non me la racconti giusta.>
<Senti, piccoletta, voglio essere onesto con te: non ho intenzione di parlare di lei. Parliamo piuttosto dello stage.>
Robin ridacchiò.
<Sì, sì. Carino il medaglione, ma ora mettiamoci d'accordo sull'orario e il luogo della nostra prima missione in stage. . .> gli fece l'imitazione la ragazza.
<Sono venuto per te. E vedi di non farmi incazzare.>
Robin soffocò una risata con successo.
<È stato difficile convincere Minchum a farti partecipare, ma alla fine si è lasciato andare: ha detto che potresti essere molto utile.>
Robin roteò gli occhi.
<Utile a me? Oppure al ministero?> domandò ironica. <Mi vogliono tenere d'occhio, vero? Hanno paura che io possa fare ulteriori danni durante le vacanze estive. . .>
<No, no.> mentì l'auror. <È un'esperienza formativa. Poi non si sa mai che tu voglia iscriverti al corso.>
<Sì, sì.> disse Robin arricciando le labbra. <Arriverò di sicuro con un'ora di anticipo quel giorno.>

L'Erede di Grindelwaldحيث تعيش القصص. اكتشف الآن