CAP. CIII Matteo e il giorno dell' arrivederci

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Matteo

Voglio creare silenzio intorno.
Voglio dimenticare che sono nel parcheggio di un ospedale, alla periferia della città, insieme alla dottoressa Arnold e a Riccardo, per un arrivederci che mai vorrei dare.
Voglio pensare che ci sono solo io.
Io e Marie.

- Ti telefonerò ogni giorno - prendo le sue piccole mani nelle mie, - ogni sera mi addormenterò pensando a te e al tuo ritorno! -

La bocca di Marie si distende in un sorriso, ma è solo una controfigura, perchè in realtà il mento trema e preannuncia un pianto prossimo all'esplosione.

Non riesco a togliere gli occhi dal suo viso.

Desidero immagazzinare dentro la testa ogni singolo millimetro della sua pelle, per riafferrarlo poi un giorno, quando lei sarà distante e io ne avrò un bisogno così urgente, da non poterne fare a meno. Le lascio andare le mani e poso l' indice sulla sua fronte, - Ricordi la promessa? - scorro con il dito sul suo naso e poi sulle sue labbra, - dare il massimo per guarire – sussurro, - io so che tu puoi farcela! –

- Ce la metterò tutta – annuisce, - tu però ricordati la tua di promessa! - mi rimprovera.

Alzo lo sguardo verso il cielo, che risulta appena coperto dalle nuvole e penso che per lei potrei fare tutto, perfino mantenere il fioretto giurato! - Vedrò di mettercela tutta! Ti dò la mia parola! -

Delle lacrime sottili cominciano a rigarle le guance, finendo sul dorso della mia mano.

Non posso muovermi, sono come improvvisamente imbalsamato davanti agli occhi verdi più tristi e fiduciosi del mondo. L'unica cosa che riesco a fare è seguire alla lettera i voleri del mio cuore, - Ti amo, stellina - sussurro, avvicinandomi con estrema lentezza alle sue labbra.

Lei si lascia baciare dolcemente per poi posare i palmi sul mio viso, - Anche io -

E in quelle due parole vi è un mondo.

Il nostro.

La sua malattia adesso mi appare come un nemico indebolito. Finché i nostri cuori batterano all'unisono e i nostri respiri avranno lo stesso ritmo, ogni battaglia sarà più facile da superare.

Andremo avanti e avanti, fino a vincere la guerra intera.

Le mie braccia si slanciano attorno al suo collo, avvolgendolo. Respiro tra i suoi capelli e il profumo di limone e bambina invade ogni mio senso, - Passeranno questi giorni - le dico vicino all'orecchio, - passeranno prima di quanto tu possa immaginare! –

Cerco di farmi forte, ma più i secondi scorrono e più il magone che porto dentro sale fino alla gola.

Marie è un ramo sottile in balia del vento, un petalo di rosa tra le mie braccia. Sto bene accanto a lei e non chiederei mai di staccarmi dal calore del suo corpicino, peccato però che qualcuno non la pensi esattamente come me. Infatti una mano alle mie spalle mi spinge indietro, allontanandomi bruscamente.

- Okay! I saluti sono stati fatti! - La voce di Riccardo rompe fastidiosa la bolla di isolamento che mi sono creato, - adesso spostati che è il mio turno! -.

Gli occhi di Marie non si sganciano dai miei mentre suo fratello le gira il viso verso il suo, - Datti da fare per tornare in forma – dice, - come vedi qui ci sono due uomini che ti aspettano! - si volta appena verso di me e sorride.

Rimango leggermente frastornato dai modi bruschi iniziali, dalla frase e dall'espressione facciale a seguire.

Ha detto sul serio che gli uomini che la aspettano sono due?

E mi sbaglio o ha sorriso?

Immagino di sì, dal momento che il mio udito è regolare e non sto affatto sognando. A quanto pare si riferisce a me e a lui.

IO + TE ( #WATTYS2015 )Where stories live. Discover now