CAP. XVI Riccardo, la telefonata, l' alcool

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Riccardo

Sono appena le venti ed ho già visto e rivisto questo dvd infernale un'infinità di volte.

Mando il disco a rallentatore e cerco di scovare nuovi particolari, ma l'unica cosa più lampante che colpisce la vista è la stramaledettissima targa dell'auto maledetta, nient'altro.

Mi siedo sul divano e incrocio le dita, in attesa della telefonata che forse cambierà la mia vita.

Il telefono giace sul tavolino, ancora bollente per la comunicazione appena chiusa con Giulia.

Ho litigato con lei, mandandola al diavolo.

Le ho detto cose che forse neanche merita, ma sono stufo della sua ossessionante presenza.

Sono un ragazzo libero, lo sono sempre stato.

Posso andare in moto come, quando e con chi voglio e soprattutto non devo giustificare nessuna delle mie giornate con una ragazza che a malapena conosco.

In questo momento, più che in qualsiasi altro arco temporale della mia vita ho bisogno di stare tranquillo.

Portare avanti i miei piani senza pressioni inutili e improduttive.

Involontariamente lo sguardo viene attratto dal monitor del portatile al mio fianco.

Sono collegato a Facebook e la richiesta di amicizia inviata ad Arianna è ancora in attesa.

Un profondo stato di agitazione e senso di colpa sale dallo stomaco fino alla gola.

Riconosco che oggi sono stato troppo duro con lei.

Infondo chiedere informazioni sulla vita passata delle persone è naturale.

Ovviamente per la gente comune, ma non per me.

Sentir nominare i miei genitori, mia sorella, tutto ciò che ruota attorno ai miei giorni peggiori ha scatenato nel cuore un vero e proprio inferno. Un inferno ingiusto al quale però voglio assolutamente rimediare.

Non so cosa mi spinga verso quella ragazza dal viso da bambina e i capelli d'ebano, ma sicuramente una forza molto più grande della mia stessa volontà.

Posso sentire la sua presenza anche a metri di distanza e il ritmo che prende il cuore quando mi sbatte quegli occhi scuri in faccia è semplicemente irraggiungile.

Pare di sentire il suo respiro, il suo profumo tra la gente e questa sensazione è puramente naturale e nuova per me.

Mentre il pensiero delle labbra di Arianna così vicine e attraenti alla festa a Fregene, si incolla, marchiando a fuoco il cervello, la telefonata che sto aspettando non arriva.

La necessità di introdurre un po' di alcol in corpo prende campo. Non voglio estranerami dalla realtà, ma semplicemente stemperare il cuore.

Prendo dalla credenza una bottiglia di vodka liscia e ne ingollo un quarto di bicchiere.

Il liquido riesce a scaldarmi la gola fino allo stomaco. Una fastidiosa ed eccitante sensazione.

Poi finalmente il suono del cellulare rompe il silenzio.

La tensione accumulatasi nella stanza si incrina insieme al bicchiere che scivola di mano, andandosi a rompere in mille pezzi.

La voce aldilà della cornetta pare mortificata mentre rivela: << Mi dispiace Riccardo, il caso non è così semplice >>

<< Cosa vuoi dire? >> prendo a camminare freneticamente per la stanza.

Ovvio che la vicenda non sia facile, se lo fosse stata non mi sarei certo avvalso di un buon investigatore.

IO + TE ( #WATTYS2015 )Where stories live. Discover now