CAP. CXIV Un magico bacio di Natale

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Solo due giorni e festeggeremo il momento più dolce e importante dell'anno.
Natale.
Roma è addobbata a festa e via del Corso sembra minuscola tanto è affollata di gente.
Le luci, i colori, i bambini per mano e il freddo rendono l'atmosfera estremamente calda e accogliente.

La gente entra ed esce dalle botteghe come impazzita. Folle di grida e regali.
Isac mi prende sotto braccio, trascinandomi dentro a uno degli infiniti negozi aperti a festa.
Dobbiamo spalleggiarci per passare tra la marea di persone. Una volta raggiunto il corridoio di ingresso, facciamo un sospiro di sollievo.

Tolgo i guanti e sfrego le mani infreddolite, - Vado a fare un giro al reparto donna - lo avviso, - devo ancora prendere il regalo per mia madre! -

Lui annuisce, - Ti raggiungo non appena ho trovato i calzini per papà! -

Prendo la scala mobile e salgo al primo piano.

Cerco di un golf con i bottoncini, ma nessuno di quelli in mostra sembra adatto allo stile di mamma. Mi faccio spazio tra la gente e passo in rassegna cinture, cappelli, guanti e scialle, ma niente sembra abbastanza carino.

Sto per recarmi a vedere da più vicino una giacca di piume colorate, quando, in un angolo del negozio, al collo di un manichino agghindato a festa, noto una bellissima collana di perline bianche.

Sorrido.
Ho trovato il regalo.
Mi avvicino, ipnotizzata dalla luce delle pietrine e allungo la mano.

Faccio per prendere la catenina, ma delle dita dall'altra parte dello statuario modellino, vengono a scontrarsi con le mie, nell'intento di accaparrarsi l'oggetto.

Sposto lo sguardo e incrocio gli occhi del rivale.
Un colpo.
Il cuore subisce un duro colpo mortale.
Resto a bocca aperta e con il braccio a mezz'asta e guardo Riccardo di fronte a me con la mano improvvisamente congelata sulla collana di perle.
Non so cosa fare.
E soprattutto non ho più forza, energia e spinta per muovermi.

Sembra che tutto d'un tratto sia diventata un fantoccio o meglio ancora un grasso e pesante omino di neve.

Lui sfila l'accessorio dal collo di plastica dura, senza sganciare lo sguardo dal mio, - Emm... - dice, - credo di averla vista prima io -

La bocca si asciuga della saliva, come risucchiata da una aspirapolvere in funzione e non sono capace di ribattere assolutamente niente di niente.

Riccardo stringe le perle dentro il palmo ed io faccio un passo indietro.

Il manichino, privo del suo accessorio più bello, si erge tra noi, dividendo lo spazio che ci separa.

La folla che gravita intorno è irrequieta e frenetica. Niente si ferma.
Niente, eccetto il tempo e il respiro che mi divide da Riccardo e dal suo sguardo magnetico.

È molto che non lo vedo, in realtà ho fatto di tutto per non incontrarlo in corridoio a scuola o nel cortile e l'inizio delle vacanze mi ha aiutata nell'intento.Ma adesso, averlo così vicino porta di nuovo ad annaspare.

Il cuore non può non pompare veloce, così come il respiro non conosce altro modo, se non quello di salire e scendere a mille chilometri all'ora. Questi occhi, questo volto, quest' uomo, mi mancano ancora.
Più di qualsiasi altra cosa al mondo.
E se credevo che le settimane passate con Isac avessero annientato o perlomeno sfuocato il mio amore per lui, mi sbagliavo di grosso.

Riccardo tira indietro i capelli, forse più nervoso e meno arrabbiato del solito, - Come...- pare di sentire la voce tremare appena, - come stai?-

Alzo appena le spalle e tiro il labbro con i denti.
Vorrei rispondere che mi sento in balia delle onde, persa e triste.

Ma poi penso ad Isac e alle sue premure.

IO + TE ( #WATTYS2015 )Where stories live. Discover now