Faccio scorrere lentamenente il dito sulla pelle del mio amico, - E' stupendo - non riesco a distogliere lo sguardo dalle due emme intrecciate e legate insieme per sempre.
Matteo riabbassa l'orlo dei jeans, comprendosi il polpaccio, - Quello di Marie è identico, solo più piccolo – dice, - qui a livello del polso - rivolge la mano verso l'alto, indicandone il punto preciso.
- Ti ha fatto molto male? -
Lui ci pensa su e poi alza le spalle, - Un po' – annuisce, - ma comunque un dolore sopportabilissimo -
- I tuoi genitori non hanno fatto storie? - salgo il cappuccio della felpa sulla testa per proteggermi dal vento che ha iniziato a soffiare.
- I miei neanche lo sanno! -
Spalanco gli occhi, - Non glielo hai detto? E come hai potuto senza un'autorizzazione? -
Si scompiglia i capelli e rivolge lo sguardo verso l'alto, - Ho portato Marie al Luna Park per il nostro primo appuntamento e lì abbiamo avuto modo di commettere il reato! – scherza, - questo tatuaggio è simbolo del nostro amore e lo rimarrà per sempre, qualsiasi cosa accada! -
- E' stato bello da parte tua rinunciare all'idea di tattoo giapponese che avevi intenzione di fare da tempo, per quel degno capolavoro d'amore – convengo, - un gesto da vero uomo! -
Lui sospira e io volgo lo sguardo verso la stessa fetta di cielo.
- Hai risentito Marie? – chiedo, - sai se il viaggio le è andato bene? -
- Mi ha chiamato ieri sera! Il volo alla grande e il centro sembra essere piuttosto accogliente! - Le sue labbra lasciarsi andare in un sorriso velato di tristezza
- Perfetto - butto là.
- Già - poggia la schiena sul gradino sovrastante e distende le gambe in quello inferiore.
L'ora di pausa è appena iniziata e il cortile si sta riempiendo di studenti desiderosi di una fresca boccata d'ossigeno. Il tempo non è dei migliori.
Il freddo è pungente, ma del resto è normale nella seconda quindicina di novembre.
- E Riccardo c'era ieri mattina ? - La mia voce esce incontrollata, - per salutare la sorella, intendo! -
Matteo pare immobilizzarsi, - Sì, ovvio - balbetta.
Sposto lo sguardo sul suo viso, - Come ti è sembrato? - cerco di indagare, - so che era triste per la partenza, ma...ha fatto qualcuna delle sue scenate oppure ti ha chiesto qualcosa di me? -
- No – dice velocemente, - é stato piuttosto tranquillo e non mi si è avvicinato proprio! -
Sospiro – Okay! - poso anche io la schiena sul gradino, rilasciando le spalle, - scusami, la mia domanda era semplicemente insensata, insomma voi due non vi parlate neanche, non so davvero come mi sia passata per la testa! - premo una mano sulla fronte, - il fatto è che ultimamente mi appiglio davvero a ogni cosa! So bene che sto sbagliando, ma Riccardo con la sua indifferenza ha anteposto un muro così alto da non vedere più nessun tipo di futuro! -
Matteo avvolge un braccio attorno al mio collo e lascia che posi la testa sulla sua spalla, - Vieni qui! – dice, - Non posso chiudere una ferita d'amore, però posso provare a curarla - mi fa scendere il cappuccio e passa una mano sui miei capelli, - e fare in modo che giorno dopo giorno si formi una cicatrice tanto spessa da non fare più male! -
Queste parole sono molto generose e insieme al profumo dei suoi abiti riescono a rilassarmi. Respiro a pieni polmoni e rimango incollata con la tempia al piumino di Matteo per un tempo che sembra infinito.
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