CAP CXX L'amore ha una forza strepitosa

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Le luci dell'alba mi svegliano.

Sono ancora vestita dalla sera precedente.

Il cellulare privo di vita sotto una spalla e la foto dei miei genitori, incollata al torace.

Mi sollevo.

La testa esplode e credo che, prima di fare qualsiasi altra cosa, dovrò assumere un'aspirina miracolosa.

In mente vorticano le immagini dell'udienza, di Riccardo e la sua nuova fidanzata e poi la confessione di mia madre.

Le estenuanti chiamate.

Una dietro l'altra fino allo stremo.

Non sono figlia dell'assassino dei genitori di Riccardo e devo farglielo sapere.

E se non è possibile mettersi in contatto telefonico con lui, lo farò di persona.

Faccia a faccia.

Per l'ennesima volta.

Dopo una rapida tappa in bagno, per lavare via i residui delle ore notturne, indosso jeans e felpa puliti.

Districo i capelli e recupero una borsetta di panno dall'armadio, dove infilo dentro telefono, caricabatterie, fazzoletti, qualche spiccio e la foto in pegno. 

Corro al piano di sotto, urlando il nome di mia madre.

Lei si affaccia alla porta della cucina ed io la travolgo, - Portami da Riccardo! Per favore, per favore! - la prego, - devo vederlo, devo dirgli tutto! E con la tua auto faremo prima! -

Mamma muove le mani davanti al viso, - Okay, tesoro, dammi solo un attimo - si toglie la pannuccia dalla vita e prende le chiavi della macchina.

In meno di un quarto d'ora siamo di fronte alla villetta dei Serio e in meno di mezzo secondo sono fuori dalla vettura, protesa a suonare il campanello.

La porta si apre quasi subito e il cuore affonda.

Il respiro si strozza e le gambe tremano.

Quando vedo che ad affacciarsi è solo il signor Serio, riprendo fiato e allo stesso tempo mi incupisco, - Cercavo suo nipote - riporto i battiti a velocità regolare.

L'uomo avanza lentamente nel vialetto.

Ha qualcosa di strano in viso.

Di molto strano.

La sua espressione è crucciata e gli occhi sono cerchiati di viola.

- Riccardo non è qui, è andato a Tivoli, ieri sera mio padre è stato stroncato da un infarto -

Faccio un passo indietro completamente sotto sopra.

- Giusto il tempo di fare una telefonata per avvisarci che non stava bene ed è morto -

Cerco di immagazzinare quanto più ossigeno possibile, mentre un groppo pesante mi si ferma al di sotto della gola.

- So che anche tu hai conosciuto Jo - prosegue con un filo di voce, - se vuoi venire a dargli l'ultimo saluto, ti accompagno senza problemi, stavo giusto andando adesso... -

Guardo verso l'auto dalla quale sono scesa e poi di nuovo avanti.

Frastornata e scossa dalla notizia.

Lui mi incoraggia con la testa.

Annuisco - Certo, vengo con lei -

Mia madre mi osserva confusa, seduta immobile al posto guida.

Procedo a comunicarle il fatto.

- Vai pure tesoro - acconsente.

A testa bassa e con il cuore gonfio di cose da dire e fatti da capire raggiungo l'auto del signor Serio e mi siedo al posto del passeggero.

IO + TE ( #WATTYS2015 )Where stories live. Discover now