CAP. XXVI La foto

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Faccio colazione al volo con una fetta di torta al cioccolato e succo di frutta. Indosso jeans, maglietta e prendo la giacca. Riempio lo zaino con astuccio e diario e fuggo verso l'auto di mia madre, già appostata fuori dal cancello di casa.

Il tragitto scorre veloce mentre le note di una Splendida giornata aleggiano indisturbate nell'abitacolo. Mia madre accosta sul ciglio della trada, all'ingresso del liceo.

- Oggi non torno a prenderti, ho alcune commissioni fuori città – dice.

- Okay, a stasera! –Con uno stupido sorriso stampato in faccia scendo dall'auto e chiudo la portiera.

Sono così su di giri per la notte trascorsa che mi sembra di camminare su una soffice nuvola bianca. Ancora non credo alla realtà . Riccardo è stato nel mio letto e abbiamo dormito abbracciati. Pura fantascienza!

Non posso credere che nessuno si sia accorto di niente, né mia madre, né mio padre che questa mattina se ne è andato via presto per prendere il suo volo. Tutti eccetto Lacky, naturalmente!

Ho il cuore gonfio di felicità e stringo tra le mani il biglietto lasciato da Riccardo sul mio letto.

Attraverso il cortile e ne approfitto per leggerlo di nuovo.

"Sei bellissima piccola quando dormi, potrei stare a guardarti per ore e ore. Scusa se sono scappato via così, ma avevo una questione urgente da affrontare. Stare abbracciato a te tutta la notte è stata la cosa più sublime del mondo."

Dietro, scarabocchiato in fretta e furia, il suo numero di cellulare, del quale ho subito approfittato inviandogli un messaggio.

Chissa dove è dovuto correre così velocemente!

Riccardo è unico, fascino e mistero allo stesso tempo e da quando è entrato nella mia vita non faccio che pensare a lui, ogni minuto e attimo della giornata. Purtroppo la sua vita non è stata semplice. Vorrei tanto che si aprisse un po' di più con me. Vorrei che mi svelasse i suoi tormenti, così almeno potrei incanalare tutte le mie forze nella giusta direzione per stargli vicino.  Invece i silenzi, le fughe improvvise, le frasi appena accennate mi fanno intendere il patire che lo divora, senza poter fare niente per alleviarlo.

Sto per entrare nell'edificio quando scorgo Marcello nel corridoio, diretto verso il bar. Rallento e prego che non si volti e mi veda. Non ho pazienza per parlargli. Non ho assolutamente voglia di rovinarmi la giornata con le sue bugie.

L'urlo alla chalet, la sua mano in quella di Rebecca mi fanno salire la nausea, ma non aprono varchi di odio o rabbia. A quanto pare la cotta per il bel barista è stata solo una breve parentesi, aperta e chiusa, nel giro di poco tempo. Sono pienamente cosciente di non essere mai stata innamorata di lui. Ed anche lui d'altronde, è stato sufficiente avere l'occasione che mi ha tradita senza pensarci due volte.

Non appena Marcello entra nel suo locale, io ne approfitto per aumentare il passo e attraversare in fretta il corridoio. Proseguo verso la gradinata che porta al primo piano, delle ragazze puntano la loro attenzione su di me e un gruppo di studenti che non conosco cessano di parlare per fissarmi.

Mi sento osservata. Mi giro intorno spaesata. Ovunque  ovunque sposti l'attenzione, le persone mi indicano. Istintivamente mi guardo addosso, per vedere se c'è qualcosa in me fuori posto, ma i miei vestiti sono in perfetto ordine, dunque non capisco assolutamente cosa abbia che non va. Salgo i gradini incerta.

Un paio di ragazze dirette nel verso opposto sussurrano tra sé: - Guarda é lei, quella della seconda D! -

Entro nel panico più completo.

Cosa sta succedendo? Io cosa? Perché mi stanno indicando tutti?

Poi all'improvviso il dilemma si sbroglia. Infatti non appena salgo l'ultimo gradino il mio cuore si ferma di colpo. Sento la gola chiudersi e gli occhi spalancarsi fuori misura. Non credo assolutamente a ciò che vedo.

Tutte le pareti del lungo corridoio che porta alla mia classe sono tempestate di cento, mille fotografie, e una sola unica immagine. Il mio volto e quello di Riccardo in bianco e nero a dimensioni gigantesche. I nostri visi vicini, l'uno incastrato all'altro, uniti in un bacio da film.

Un primo piano degno delle copertine dei maggiori rotocalchi.

Sento il battito del cuore salire a mille e le orecchie ronzare. Mi manca l'aria e non riesco a fare un passo in più.

- Sorpresa !!!-

La voce che mai vorrei sentire arriva alle mie spalle, violenta, cattiva, vendicativa.

Mi volto di scatto, cacciando indietro un grosso magone pressante. Rebecca è in piedi qualche scalino sotto e mi guarda sbattendo i suoi occhioni celesti.

Stringo i denti e mi giro di nuovo. Prendo a camminare veloce, incurante della gente che ride e punta i suoi indici contro di me. Adesso il mio unico pensiero è Giulia.

Sicuramente sarà già arrivata e sicuramente avrà già visto tutto ciò. Le devo spiegare. Devo farlo. Subito! Non c'è tempo.

Arrivo di fronte alla mia classe con il fiatone. Non faccio in tempo ad affacciarmi alla porta che Giulia è proprio lì, in mezzo all'aula con le braccia ciondoloni e gli occhi gonfi di lacrime.

- Come hai potuto nascondermi tutto questo? Che razza di amica sei? -

Il mio cuore trema e affonda, mentre le pareti tempestate dal mio bacio con Riccardo si fanno sempre più vicine. Ho la sensazione che stiano per schiacciarmi, anzi no mi stanno letteralmente soffocando.

L'immagine di quel bacio gira e rigira dentro la mia testa come all'interno di un frullatore impazzito, mescolandosi alla rabbia e il disprezzo di Giulia.

Poi sento le ginocchia molli cedere e vedo tutto nero. Cado a terra nel buio più totale.

IO + TE ( #WATTYS2015 )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora