CAP. XXXVI Riccardo e una nuova amicizia

54.1K 1.8K 197
                                    

Riccardo

Guardo di continuo l'orologio, di Arianna nessuna traccia.

Sono ormai le nove passate e hanno appena chiuso il portone. La chiamo di nuovo al cellulare, ma niente, è staccato. Comincio a preoccuparmi. Magari le è successo qualcosa per strada? Scaccio l'idea. Forse ha preferito restare a casa. Però, perché non mi ha avvertito? Forse i suoi non l'hanno lasciata uscire, ma è strano che abbia persino staccato il telefono.

Me ne sto nel corridoio di fronte all' ingresso principale in preda a mille dubbi, quando vedo passare il compagno di classe di Arianna e Giulia. Cerco di ricordare il suo nome, -Leo! Ti chiami così giusto?- lo blocco.

Lui si gira e mi guarda perplesso e infastidito. -Sì!-

-Piacere sono Riccardo, il ragazzo di Ar...-

-So chi sei-. Mi interrompe con tono scocciato,-Cosa vuoi?-

-Sto aspettando Arianna, ma non si è fatta viva, tu sai dove possa...-

-Non l'ho vista!- mi interrompe ancora una volta, -Adesso scusami devo proprio andare. Sto aiutando Federico a sistemare le aule per la notte-. S'incammina a passo svelto verso la scala che porta alle classi del primo piano.

Lo inseguo. -Aspetta, solo un minuto!-

-Mi dispiace c'è molto da fare-.

Cerco di stare al suo passo. -Posso darvi una mano. Ma tu ascoltami, per favore!-

Lui prosegue a passo spedito.

-Arianna sarebbe dovuta essere già qui. È piuttosto strano che non sia arrivata...-

Leo si gira e mi passa un paio di scatole. -Magari ci ha ripensato!- Riprende a camminare.

Tengo in equilibrio i due pacchi ingombranti. -Impossibile!-

Lui posa le scatole e apre la porta della classe. Entriamo nell'aula deserta.

-Magari tu hai un altro numero. Oppure, non so, puoi provare a chiamarla con il tuo cellulare-.

Leo sospira e sfila il telefonino dalla tasca dei jeans. Restiamo entrambi in attesa mentre la chiamata parte. Il cellulare squilla più volte e poi finalmente una voce femminile sussurra: -Pronto?-

-Pronto, cercavo Arianna-.

-Leo sei tu?-

Lui si gratta la testa e muovendo le labbra mi fa capire che al telefono c'è la madre di Arianna

-Sì signora, la stavo aspettando, avevamo un appuntamento-.

La voce dall'altro capo s'incrina. -Non può venire... febbre...- Ripetuti fruscii disturbano la linea, -È... in camera, sta dorm ...- ancora interferenze. -Lasciato il cell...- La linea si interrompe definitivamente.

Leo e io restiamo un istante a guardarci, finché lui rompe il silenzio. -Niente di cui preoccuparsi. Arianna è a letto con la febbre e non ha il cellulare con sé-. Ricaccia il telefonino in tasca e apre le scatole. -Ehi! Che intenzioni hai? Per caso vuoi restare a guardarmi o mi dai una mano?-

Mi sforzo di sorridere e arrotolo le maniche della felpa, pronto a dare il mio contributo. La telefonata è riuscita a calmarmi un po', almeno so che non gli è successo niente. Però c'è qualcosa che non torna, mi chiedo perché non mi abbia avvisato.

Alle undici e un quarto abbiamo finito. Stanchi, ci sediamo di fronte all'aula dove sta per concludersi l'assemblea studentesca. Accendo una sigaretta e faccio qualche tiro. Leo mi osserva senza dire niente. Sicuramente sta pensando che questo non è il luogo adatto per fumare, ma non mi interessa.

IO + TE ( #WATTYS2015 )Where stories live. Discover now