CAP. XX Un perdono con i fiocchi

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Il professore di fisica snocciola con scioltezza invidiabile la teoria della termodinamica, provocando sbadigli e sbuffi generali.

- Marcello ti ha accompagnata anche questa mattina a scuola? - domanda Giulia al mio fianco.

Annuisco, mordendo la penna tra i denti e stringendo gli occhi contro quella che l'insegnante chiama costante di Bolzmann.

- è molto carino con te quel ragazzo - continua - chissà se un giorno ne troverò uno così anche io! - sospira.

Mi giro appena, senza sganciare lo sguardo dalle equazioni scritte in gesso - vedrai che accadrà - provo a rassicurarla - ciascuno di noi ha un' anima gemella in giro per il mondo -

Lei sospira - forse hai ragione - acconsente - certo è che la mia non era quella di Riccardo! - precisa - sai che l'ho incrociato in cortile prima di entrare? - i suoi occhi si fanno vitrei - sono stata brava, ho decisamente finto di non vederlo! - si compiace.

Sorrido appena, mentre ascolto il cuore partire a mille.

Torno a seguire la lezione e aspetto che le pulsazioni riprendano la loro normalità.

Sono troppo sensibile, troppo suscettibile, basta pronunciare il nome di quel ragazzo che il mio corpo risponde esattamente come non dovrebbe. 

Giulia si sposta nella sedia senza trovare pace e a metà dell'ora prende a scambiare dei fastidiosi e stupidi bigliettini con Leo.

Io sono una persona tollerante e comprensiva. Capisco che la mia migliore amica si senta depressa, che non sia in vena di seguire le regole della fisica, ma non sopporto quando i suoi atteggiamenti vanno ad intaccare la mia concentrazione.

Così al quinto fogliettino che mi passa sulla testa, alzo la mano e chiedo di andare in bagno.
Non sono riuscita a scrivere alcun tipo di appunto sensato, tanto vale uscire a prendere un po' di aria.

Entro nell'antibagno delle ragazze e mi dirigo nel comparto centrale.
Sto per chiudermi la porta alle spalle quando l'illuminazione scompare improvvisamente e qualcuno mi spinge all'interno del gabinetto e gira la chiave.

Il mio cuore si ferma di colpo. I miei battiti improvvisamente sostituiti dal silenzio.

Poi tutto succede velocemente, la mia voce si ricarica pronta a lanciare un grido acuto, che però rimane strozzato a metà della trachea, interrotto per sempre dal palmo di una mano compresso sulla mia bocca.

Mi immobilizzo, bloccata, pietrificata dalla paura.

- tranquilla - una voce roca e familiare alle mie spalle cerca di rassicurarmi - non ho intenzione di farti del male - sussurra - voglio solo parlarti -

Mi dibatto, provando a sottrarmi dalle forti braccia che mi avvolgono.

La stretta si fa più decisa e insistente e il mio cuore pompa fino a uscire quasi dal petto.
Posso sentire l'eco delle pulsazioni fino alle tempie.

Pian piano gli occhi si abituano all'oscurità e incontrano allo specchio la sagoma che mi stringe da dietro.

Il riflesso di una ragazza impaurita, dalle pupille dilatate e dal respiro affannato è affiancata da quello di un ragazzo possente e determinato.

Un ragazzo che ha un nome che conosco anche fin troppo bene. 
Un ragazzo che fissa nel mio stesso punto, facendo scontrare i suoi occhi verdi con i miei in un breve secondo eterno.

Lentamente scivola la mano via dalla mia bocca ed io posso riprendere a incamerare aria. 

Il torace si alza e abbassa scosso da ansia ed emozione.

IO + TE ( #WATTYS2015 )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora