CAP XLVII Riccardo e la gelosia

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Termino il tema di letteratura italiana e porto la penna alla bocca, dandogli una veloce lettura complessiva. Non è uno dei miei svolgimenti migliori, ma può andar bene per strappare la sufficienza.

Ho necessità di consegnarlo ed uscire da questa aula soffocante per fumare al più presto del tabacco. Il pensiero fisso di Arianna mi tormenta e annienta lentamente.

Sono stato uno stupido. Non so come mi siano potute uscire quelle parole dalla bocca.

Meglio finirla qua...Ho bisogno di una donna...

Ma è successo e nel peggiore dei modi. Vedere Arianna così impaurita, confusa e dubbiosa nei miei confronti, mi ha stretto il cuore e fatto salire i nervi. Capisco il suo odio profondo per Rebecca, ma l'amore dovrebbe essere capace di passare sopra a ogni cosa, anche agli errori, specialmente se successi prima.

Mi sono ritrovato a sputare tutta la rabbia che avevo in corpo e adesso vorrei solo vedere Arianna e dirle che non pensavo veramente quella roba. Lei per me è donna più di chiunque altra persona. E' la mia donna.

Sposto la sedia indietro e mi alzo. Cerco di fare il meno rumore possibile per non disturbare e mi avvicino alla cattedra. Passo a fianco al banco di Rebecca. Lei alza lo sguardo sul mio fondoschiena, riportando a galla il mio senso di colpa verso Arianna e di inappropriatezza con il mondo intero.

- Serio, consegna già ? - gracchia la professoressa.

Annuisco e lascio il mio lavoro sulla cattedra, - Posso uscire? -

La donna prende il foglio a protocollo tra le mani e acconsente.

Apro la porta e mi affacciaccio nel corridoio. Faccio un passo avanti e resto pietrificato. Letteralmente, inesorabilmente paralizzato.

Il corridoio sembra infinito mentre i miei occhi si focalizzano sulle due sagome alla mia sinistra. Il cuore sussulta e sprofonda.

Le braccia minute di Arianna avvolgono il corpo del suo compagno di classe dai ricci biondi. Le labbra distese in un sorriso.

Il dolore mi colpisce dritto al centro del petto.

L'abbraccio e il sorriso. Io sto una merda e lei si diverte.

Perché ride? Solo ieri stava piangendo...

Non riesco a realizzare. Perchè Arianna è qui con lui? Non dovrebbero stare in classe a seguire la lezione. Ciascuno dei due nel proprio banco e con le mani al loro posto?

I pugni si contraggono pronti a scattare contro quell' idiota dal viso angelico. Il suo nome mi trafigge la mente.

Matteo. Matteo. Matteo.

Matteo.

Perché non stai a spippolare quel tuo dannatissimo telefonino invece che strusciarti alla mia fidanzata?

Perchè si da il caso che Arianna è ancora la mia ragazza. Lei sa che non l'ho mandata al diavolo sul serio, ma ero solo tremendamente infuriato?

Non starà pensando che l' ho lasciata? Non starà già flirtando con un altro?

No. Lei non lo farebbe.

E davanti a me l'abbraccio è lungo, infinito, coinvolgente e travolgente. Maledico il giorno in cui sono venuto in questo liceo e ho incontrato questa ragazza dai grandi occhi neri e innocenti.

Stavo pensando di andarla ad aspettare fuori dalla porta per vederla al cambio dell'ora e scusarmi del mio comportamento e invece mi ritrovo a spiarla stringere un' altro ragazzo. La rabbia cresce mentre i due sono avvinghiati. Odio vedere le braccia di Matteo strette al corpo di Arianna. Odio vederla ridere con qualcun'altro che non sono io.

Impreco dentro di me e fuggo via come una furia.

Quando arrivo in fondo al corridoio mi volto appena e vedo che si sono staccati. Nessuno dei due si è accorto della mia presenza. La mia attenzione si dirige verso le mani di lui posate sulle spalle di Arianna.

Cerco di stare calmo anche se i loro visi sono estremamente vicini.

Nella mia mente vedo il biondino appiccicato al muro, con le dita delle mani spezzate ad una ad una e il sangue che esce dalla bocca spavalda.

Non voglio mettermi nei guai con la scuola e scaccio immediatamente ogni pensiero omicida. Poi Arianna fa una mossa che mi lascia definitivamente senza fiato. Gli arruffa i ricci con tenerezza e intimità ed è come se qualcuno avesse appiccato un incendio dentro di me.

Mi infiammo a tal punto che sento uscire fumo dal naso e dalle orecchie.

La vista si sfuoca e inizio a correre. Lontano, il più lontano possibile, verso l'uscita. Raggiungo il cortile e l 'aria fredda del mattino mi entra nelle ossa E' pura benedizione che riesce a placare un pò del mio fuoco interiore.

Accendo una sigaretta e spero che aiuti a calmare i nervi.

Non riesco a restare fermo. Mi alzo e mi siedo sugli scalini in continuazione, del tutto fuori controllo.

Sono geloso?

Non lo so. Forse.

No.

Sì invece, lo sono.

Tremendamente.

Ho appena provato la stessa sensazione viscerale e profonda di quando ho visto Arianna in auto con Marcello, con la differenza che lì non era ancora la mia ragazza. La stessa bruttissima emozione di quando Arianna era appena uscita dal bagno con il solo asciugamano addosso, finito ai suoi piedi a causa della mia irruenza. Solo che adesso è peggio, molto peggio.

Ci sto vedendo nero, anzi nerissimo, pesto come la notte.

La sigaretta finisce troppo presto e ne sto per prendere un' altra quando il cellulare vibra per l'arrivo di un sms.

Il cuore subisce una capriola nel vedere il mittente: la mia << Piccola >>.

Leggo con gli occhi ridotti a due minuscole fessure. Arianna dice che non le piace come ci siamo lasciati ieri. Ha ragione, anche a me non piace, affatto. Scrive che sta male. Bugiarda!

Vuole vedermi all'uscita di scuola, vuole parlare con me.

Cosa vuole? Deve dirmi che si è già consolata?

Tiro sù il cappuccio della felpa e prendo la testa tra le mani.

Raduno i pensieri ma non riesco a incanalarli in una logica e così me la prendo anche con la mia dannata testa che non mi concede nessun tipo di aiuto.

Scatto in piedi e con rabbia violenta mi scaglio contro il bidone dell' immondizia. Il calcio provoca un frastuono tremendo.

Il bidello si avvicina accigliato, - Ehi ragazzo! Guarda cosa hai fatto? - indica la sporcizia a terra e intorno a noi.

I miei piedi si muovono rapidi e attraversano il cortile.

- Che maleducazione i ragazzi di oggi! -

Giro la testa verso il povero uomo chinato a raccogliere carta e lattine sparse ovunque, mentre le mie "Converse" procedono sempre più veloci in direzione dell'ingresso. Apro la porta principale e entro.

Quando giro l'angolo i miei occhi incrociano quelli di Marcello, che sta uscendo dal bar con una pila di lattine tra le braccia.

Il suo sguardo è sprezzante nei miei confronti, quasi a dire eri mio amico e mi hai deluso.

Abbasso lo sguardo. Non l'ho mai fatto per un uomo, mai in vita mia. Adesso mi viene spontaneo, perché è come se potessi leggere nel suo cuore e nella sua mente. So che è ferito e lo sono pure io!

Marcello si piega per posare a terra la cassa di bevande, ne approfitto per risalire rapidamente la scalinata. Spero vivamente che i due amanti clandestini abbiano avuto il buon senso di tornare in classe e cessare le loro pubbliche effusioni.

Sono nero in volto e sanguinante nel cuore. L'unico mio pensiero è che mancano ancora tre ore prima della fine delle lezioni e l' incontro con Arianna. Sarà il tempo più lungo, insopportabile e divorante della mia esistenza!

IO + TE ( #WATTYS2015 )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora