CAP. III Quindici anni un viaggio appena iniziato...

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Quando torno a casa mia madre si fa trovare in cucina con i guantoni da forno e la pannuccia legata in vita.

Il profumo di dolce invade l'intera abitazione ed io non posso che esserne più che felice.
Amo le torte.
Amo qualsiasi cosa contenga abbastanza zuccheri e grassi.

- Tutto bene a scuola? -

Mia madre toglie dal forno il ciambellone fumante e lo posa sul piano da lavoro.

- Ah ah - mi siedo davanti alla tavola imbandita, alzo il coperchio della padella e mi ritrovo con la bocca allungata fino alle orecchie. - Hai fatto le cotolette! - esulto felice.

Ciambellone e cotolette cosa potrei desiderare di meglio?

- Ci sono anche le verdure vedi di sforzarti a mangiarne! -

Gonfio le guance e soffio - Ma mamma...-

- Solo un po', è per il tuo bene...- mi riprende.

Cedo al suo volere e prendo dalla ciotola carote e zucchine lesse con una faccia tanto schifata quasi da fare paura.

- Sabato tornerà papà? - mi sforzo di buttare giù la poltiglia verde e arancione che continua a frullare in bocca fino a diventare un unico pastone. - Sono quindici giorni che non lo vedo... -

Mia madre sistema il dolce sull'alzatina e sospira: - purtroppo no, ha molto lavoro arrestrato e non riuscirà a prendere un volo prima della prossima settimana! -

- Peccato...- giocherello con la forchetta.

Mia madre abbassa lo sguardo e incurva le spalle rabbuiandosi.

Io sospiro e vorrei mordermi la lingua! So quanto lei soffra nell'avere costantemente il marito fuori casa. Avrei semplicemente dovuto evitare di tirare fuori la questione.

Purtroppo il lavoro di esportazione di vino all'estero rende mio padre un vero e proprio fantasma viaggiante. Da Fiumicino all'Europa intera e mai in famiglia.
Torna a casa solo nei fine settimana, quando possibile.

Devo ammettere che anche io alle volte sento la sua mancanza, soprattutto negli ultimi anni, ma non l'ho mai fatto notare a mia madre che si fa in quattro per crescermi al meglio giorno per giorno.

Lei si è sempre mostrata forte e comprensiva ed ha saputo concedermi abilmente spazi e tempi.
Non è una di quelle madri che vietano di uscire o roba del genere. E' permissiva e si fida di me e della mia impeccabile condotta.

Purtroppo il suo carattere brillante e gioiale è stato messo alla prova in molte occasioni, tra cui la morte dei nonni, poco più di un anno fa.

In realtà quel fatto ha messo a terra tutti quanti.
Io amavo i genitori di mia madre.
Come si ama l'aria che si respira o l'acqua che ci lava.
Erano il rifugio dalle intemperie, l'ancora di salvezza, il porto affidabile dove attraccare dopo una lunga giornata di scuola.
E quando quei gioielli tanto preziosi sono venuti a mancare, prima la nonna e pochi mesi dopo il nonno, anche una parte di me se n'è andata distrattamente con loro, senza fare più ritorno.

Finisco il pranzo e salgo in camera.

Aver ripensato ai giorni nei quali c'erano anche i nonni mi ha messo un po' di tristezza.
So che dovrei pensare a loro con un sorriso.
Questo è ciò che vorrebbero, ma sorridere quando al tuo cuore manca un piccolo pezzo non è mai troppo semplice.

Per fortuna la vita procede, come un treno in direttissima, senza arrestarsi a nessuna fermata se non a quelle già programmate.

Io ho quindici anni, il mio viaggio è appena iniziato.

IO + TE ( #WATTYS2015 )Where stories live. Discover now