CAPITOLO 2: SEBASTIAN

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SEBASTIAN:

Ma sono proprio bello....ogni giorno guardo la mia immagine riflessa nello specchio e ringrazio madre natura per questi lineamenti decisi, per questi occhi azzurri, no non sono azzurri semplicemente, sono turchesi, questi capelli ricci e neri come la notte , portati un po' lunghi e spettinati dove le ragazze amano infilare le dita e strapazzarmi fino a farmi gemere.

Sebastian Touch si rimirò ancora una volta nella bella specchiera posta alla fine del lungo corridoio , si sentiva bello, importante, potente, gli bastava schioccare le dita e le ragazze intorno a lui accorrevano letteralmente ai suoi piedi in eterna adorazione e nella speranza che lui alzando il suo bellissimo sguardo incrociasse gli occhi di quella che aveva prescelto per la giornata.

Aveva due amici del cuore, li considerava più fratelli che amici, si frequentavano dalle scuole elementari e praticamente avevano vissuto insieme i momenti migliori e peggiori delle loro brevi vite. Alan (soprannominato il biondo) e Oliver (l'intrepido), lo stavano aspettando in giardino, si erano accordati per fare un giro al centro commerciale in cerca di prede facili con le quali trascorrere la serata.

Si guardò ancora una volta intorno, viveva nel lusso, una splendida villa con tante stanze di cui non conosceva il numero esatto disposte su tre piani, l'ultimo trasformato in una bellissima mansarda che era diventato il suo rifugio dove ascoltava musica messaggiava con gli amici giocava al computer, curava il suo profilo Facebook ed in ultimo avrebbe anche dovuto studiare e dove nessuno osava entrare senza il suo permesso.

La villa era circondata da un bellissimo parco ben curato dove alberi e querce maestose svettavano i propri rami verso il cielo cercando di catturare gli ultimi raggi del pallido sole di settembre, un sentiero bordato di cespugli di rose ormai sfiorite conduceva ad una immensa piscina dove nei periodi estivi venivano organizzate feste e riunioni di ragazzi, barbecue all'aperto e giochi . Scendendo dopo la piscina si arrivava ad un edificio che ospitava quattro cavalli islandesi dal manto candido e dalla folta criniera e due purosangue dal manto nero e lucido.

Alan e Oliver erano seduti dietro le scuderie vicino ai garage di villa " Golden Touch" su un muretto di pietre che delimitava le scuderie dal resto della proprietà, fumavano una sigaretta muovendo i piedi al ritmo di una musica inesistente in attesa dell'ultimo componente del trio.

"E' in ritardo di quasi 40 minuti" disse Alan tra sé e sé, "ci telefona di fare in fretta e poi ci lascia a macerare nell'attesa..."

"Lo sai com'è fatto" rispose Oliver , "lo conosciamo da sempre, ama farsi aspettare, ma poi perché te la prendi? Non abbiamo molto da fare nel pomeriggio, mi sembri un po' nervoso oggi, qualcosa non va?"

"Assolutamente no, ma odio sprecare il tempo ad oziare e poi dover correre per recuperarlo, mi fa venire l'ansia."

Oliver rise maliziosamente.

"Io invece penso che al centro commerciale ti sta aspettando qualcuna.....e tu non vuoi arrivare in ritardo.."

"Ma che stai dicendo? Nessuno o meglio nessuna mi sta aspettando..."

"Va bene non insisto anche se ieri sera al bar del centro ti ho visto fare l'occhiolino alla cassiera, quella bella rossa dagli occhi di gatta affamata, che faceva le fusa e si mordicchiava il labbro inferiore tutte le volte che ti avvicinavi...."

"Tu sei fuori" riprese Alan "probabilmente avevi bevuto una birra di troppo , quando sono andato alla cassa per ordinare un drink mi ha servito un uomo calvo con i baffi...vedi un po' tu..."

"Ah un uomo calvo con i baffi.......ma chi vuoi prendere in giro..."

"Ehi ragazzi ma che state facendo? Vi aspettavo davanti al portone d'ingresso e voi siete qui seduti a scherzare" dissi raggiungendoli , "muovetevi è tardi, è possibile che non riuscite a rispettare un semplice orario?" E così dicendo mi incamminai verso il garage.

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