CAPITOLO 10 - SEBASTIAN / ALLYSON

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-SEBASTIAN:

Ero arrivato a casa, mi trovavo nella mia stanza, continuavo a percorrerne il perimetro avanti ed indietro, senza fermarmi, mi sentivo molto agitato, era da tempo che non mi succedeva, avrei dovuto sfogarmi, guardai l'angolo bar in cerca di una risposta, forse un po' di cognac mi avrebbe sollevato il morale....sì, certo, a stomaco vuoto poi, avrei cominciato a star male di sicuro perché mi conoscevo, al primo bicchierino non mi sarei fermato.....e poi avevo deciso di non bere più, l'ultima volta che era successo, avevo perso il controllo di me stesso a tal punto che dopo essere uscito dal bar e aver cantato a squarciagola dei suoni articolati, avevo ricevuto il mio premio, una bella secchiata d'acqua fredda mi aveva colpito in pieno, erano le quattro di mattina e a quell'ora la gente dormiva ancora. Non ricordo ancora oggi come fossi riuscito a tornare a casa sulle mie gambe, ma quando ci ero riuscito avevo scoperto che qualcuno approfittando del mio stato mi aveva rubato il portafoglio lasciandomi solo i documenti in tasca. Avevo più di mille dollari all'interno.....una vera catastrofe, non tanto per i soldi, quello non era mai stato un problema per me, ma avevo capito che quando perdevo il controllo, chiunque avrebbe potuto approfittarne.

Dovevo trovare un'altra valvola di sfogo, potevo attendere i miei amici, ma aspettandoli avrei sicuramente consumato la suola delle scarpe, perciò decisi di far visita alla nonna, non avevo ancora pranzato, ma non avevo fame, lo stomaco era stretto e lasciava passare solo qualche sorso d'acqua.

Sperai che la nonna fosse sveglia e soprattutto che fosse uno di quei giorni in cui la sua testa non vagava nel nulla, lei sarebbe riuscita a capire il mio stato e avrebbe saputo confortarmi.

Arrivai davanti alla sua stanza, la porta era chiusa, non si sentiva alcun rumore provenire dall'interno, mi soffermai un attimo, poi abbassai la maniglia, nonna Ester era seduta vicino alla grande finestra, le piaceva guardare il panorama, sulle ginocchia aveva un libro aperto, buon segno dissi tra me; mi avvicinai lentamente, ma lei mi aveva sentito, aveva un udito da far invidia ad un ventenne, "OH! Ragazzo mio che bella sorpresa sei venuto a trovarmi? Vieni qui vicino a me, avevo proprio voglia di vederti."

Mi portai di fronte a lei, mi sedetti su una sedia e la guardai dicendo:-

"Ciao nonna ti trovo bene oggi, mi fa piacere...."Sentii il suo sguardo trapassarmi da lato a lato, 

"Sì Sebastian oggi mi sento bene, ma sei tu che mi preoccupi, che cosa è successo, mi sembri inquieto, ti è sparito il sorriso, il bellissimo sorriso che mi ricorda tanto la tua mamma. Siediti vicino a me e raccontami cosa ti è accaduto, sono sicura che non sarà così tremendo, vedrai alla fine ti sentirai meglio".

Con un solo sguardo, nonna Ester aveva capito il mio tumulto interiore.

"Vedi nonna non so da dove cominciare, è tutto il giorno che mi sento strano ed irrequieto, sono venuto da te perché non volevo bere per dimenticare, voglio affrontare i miei problemi ma ho bisogno di aiuto per capire...."

"Bravo sei venuto dalla persona giusta, lo sai che io non ti giudicherò mai, ma cercherò di aiutarti a capire e superare i problemi che adesso ti fanno soffrire".

"Non sto proprio soffrendo" dissi io, "sono solo molto arrabbiato..."

"Va bene inizia a raccontare".

"Tutto è iniziato circa quindici giorni fa, con Alan e Oliver ero nel giardinetto della scuola, volevo vedere se avevano esposto i titoli dei libri e stavo chiacchierando piacevolmente quando una svitata, una "rana incazzata" mi è letteralmente piombata addosso e....."

"Una rana incazzata?" Mi interruppe la nonna," che significa? Non comprendo....."

"Nonna "rana incazzata" è il nome che ho dato a quella svitata che mi è venuta addosso".

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