CAPITOLO 77 - SEBASTIAN

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SEBASTIAN:

L'orologio a pendolo, situato nell'atrio in cui mi trovavo in fondo allo scalone suonò nove rintocchi, era arrivata l'ora, molti invitati erano già arrivati e stavano confabulando tra di loro in attesa della comparsa ufficiale degli ospiti speciali e dei padroni di casa.

Io ero già comparso, d'altronde qualcuno doveva ricevere gli ospiti, lodi sperticate da parte delle signore presenti si erano sprecate sul mio aspetto, peccherò di modestia, ma erano tutte meritate, con la camicia bianca, lo smoking nero e le scarpe ultra lucide facevo la mia bella figura, attirando gli sguardi maliziosi delle ragazze e delle donne più giovani.

Spiacente pensai, questa sera andrete in bianco, avrò occhi solo per la mia piccolina, non la vedevo da qualche ora e mi mancava terribilmente, sapevo che aveva già incontrato la nonna, ma ero ansioso di sapere come si era concluso l'incontro; nonna Ester era una cara e dolce persona, ma quando qualcosa non era di suo gradimento prendeva di petto la situazione senza rimandare o delegare ad altri la risoluzione dell'imprevisto.

Il protocollo stilato da nonna Ester prevedeva che la prima ad apparire in cima alla scala, fosse Penelope, dopo aver ricevuto gli omaggi e gli applausi di gradimento degli astanti sarebbe scesa da sola fino al pianerottolo centrale che divideva in due spezzoni l'enorme scalone ; appena arrivata sul pianerottolo, sarebbe stato il mio turno di salire al suo fianco, porgerle la mano ed accompagnarla tra il resto degli invitati. Poi sarebbe stato il turno della mia piccolina, stesso iter, ero davvero emozionato, chissà come sarà agitata, Penny ha tocco e classe, ogni movimento è accuratamente studiato perché la sua figura appaia leggera come una farfalla che vola sui gradini mentre scende tra i poveri mortali; lei di scale se ne intendeva, aveva partecipato a decine di feste e nel tempo aveva accumulato esperienza e sviluppato trucchetti per apparire leggiadra e meravigliosa.

Ma la mia piccolina? Come se la sarebbe cavata?

Guardai in alto, per l'occasione lo scalone era irriconoscibile, nell'ultima ora cinque giardinieri di massimo livello avevano disposto su ogni gradino a zig zag, delle opere floreali, dal gradino si innalzavano stupendi fiori bianchi che accompagnando delle meravigliose rose rosse, riempivano le ciotole creando delle composizioni elaborate e di grande effetto.

La nonna era stata impagabile, quando avrebbe aperto la porta che conduceva al salone dove era già pronto il buffet, tutti sarebbero rimasti a bocca aperta, era successo anche a me quando l'avevo visto terminato, verso il soffitto si sarebbe innalzato un coro di "OH! per la meraviglia.

Nonna Ester sarebbe stata l'ultima a scendere, lei era la padrona indiscussa di quella casa, ricordai che quando ero piccolo e le feste in casa mia non mancavano, ero io che mi preparavo in cima alla scala ed accompagnavo la nonna al piano terra, ma questa volta aveva deciso diversamente, sarebbe scesa da sola, voleva dimostrare a tutti che era ancora in perfetto stato di salute, i più tanti l'avevano data da tempo per spacciata, questa era la sua occasione di rivalsa nei confronti delle malelingue.

Scendere quello scalone senza accompagnatore era già complicato di per sé figuriamoci per una persona che malgrado fosse vivace e pimpante aveva quasi raggiunto le ottanta candeline. Avevo insistito, ma educatamente aveva rifiutato; tu occupati di Allyson, non mi accadrà nulla, fidati di me.

Come nei grandi film storici, (la nonna amava molto quel genere di cose e soprattutto la sfarzosità che trasudava da quelle pellicole, ero certo che di questa festa avrebbe parlato tutta Burlington per un bel pezzo), in cima allo scalone apparve il maggiordomo, abbigliato per l'occasione, con un bastone attirò l'attenzione picchiando la punta più volte sul pavimento di marmo.

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