CAPITOLO 95 - PENELOPE

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PENELOPE

Guardavo gli occhioni sgranati di quella bambina e sorridevo, la sua incredulità di fronte allo sfarzo di quella camera che stava divorando con gli occhi era uno spettacolo per chi come me in questo momento la stava osservando attentamente.

La guardai con circospezione, indossava quel piumino, ma che dicevo quello non era certamente un piumino, era un giubbetto logoro, scolorito e sicuramente non adatto a quelle temperature. Le sollevai una gambina e il mio cuore perse un battito a vedere quei piccoli piedini racchiusi in quei sandaletti aperti senza calze a ripararli dalle intemperie.

Mio Dio, pensai avvilita e sorpresa, ma chi aveva vestito quella bambina non si era accorto che era Natale , perciò eravamo nel mese di dicembre e fuori c'era una nevicata pazzesca?

Ero totalmente sbalordita, ma adesso avrei cercato di rimediare alla cosa.

Accarezzandole la testolina attirai la sua attenzione.

"Ti piacerebbe fare un bel bagnetto con tanta schiuma?" le chiesi sorridendo.

I suoi occhioni improvvisamente si restrinsero e il capo cominciò a girare da destra a sinistra, probabilmente era un no.

Dolcemente le domandai:- "Perché? Non ti piace la schiuma?"

Mi guardò, sul suo volto lessi che la parola schiuma non era arrivata al suo cervello, probabilmente non la conosceva.

Poi mentre cercavo di riuscire a farle capire cosa le avevo detto, Lorelai esclamò con tono quasi impaurito -: "No, canna, no!".

Era piccola e parlava senza completare le frasi, ma comunque riusciva a farsi capire, quando la mia mente registrò quella parola che era scivolata quasi con terrore dalle sue labbra, il cuore iniziò a palpitare selvaggiamente, non potevo aver capito bene, non era possibile, ma dove aveva vissuto quella bambina?

"Piccola, cosa vuoi dirmi? Non capisco", aggiunsi, "potresti aiutarmi?"

"Strega" iniziò...quasi balbettando.

Rammentai velocemente che quella era la parola che aveva usato per definirmi quando le avevo dato quello schiaffo che solo a ricordare quel gesto malevolo mi sentii mancare la terra sotto i piedi.

"Stai parlando di me Lorelai? Sono io la strega?

"No!" mi rassicurò subito con un sorriso, "tu principessa" aggiunse stringendo le sue piccole braccia attorno al mio collo.

Con quel gesto voleva comunicarmi che mi aveva perdonato? Avrei fatto di tutto per farle dimenticare quei brutti momenti.

Stavo per chiedere chi fosse la strega quando lei esclamò:- "Suora, strega!"

"Suora?" Ripetei poco convinta, forse avevo capito male, di solito le suore erano delle persone buone. Ma se Lorelai ne parlava come se fosse una strega , probabilmente aveva ragione lei, i bambini non mentono, sono creature innocenti.

I pezzi iniziavano a combaciare, ma la visione che mi appariva davanti agli occhi non era quella che avrei voluto vedere, era uno scenario raccapricciante, una volta di più mi accorsi che il mio comportamento sconsiderato di poco prima aveva vietato a Bruce di spiegare la situazione; se fossi stata ad ascoltare le sue suppliche ed i suoi vani tentativi di parlarmi, adesso avrei saputo come comportarmi.

Per non intristire di più la bambina continuando un interrogatorio le cui risposte non mi avrebbero fatto fare dei passi avanti, decisi di evitare temporaneamente quel discorso, che avrei però ripreso nella sede opportuna parlando e questa volta ascoltando la storia di quella bambina.

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