CAPITOLO 39 - BRUCE/PENELOPE

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BRUCE:

Che giornata! Meno male che era quasi finita, durante il tragitto in moto avevo pensato e ripensato a tutti i possibili avvenimenti della mia vita per i quali avrei potuto ricevere degli avvertimenti di quel tipo, ma sapevo benissimo di cosa si trattava, qualcuno aveva scoperto di me e di Penelope e voleva farmi capire che stavo camminando su un terreno minato, forse si trattava di quel Maximilian Thornton, doveva aver saputo che la sua promessa si vedeva con un altro e non aveva digerito la cosa.

Appena giunto nel mio appartamento, presi il telefonino, dovevo inviare un messaggio alla mia gattina senza spaventarla troppo, ma doveva sapere cosa era successo, così avrebbe fatto più attenzione nei suoi movimenti.

Amore digitai devo sentirti subito, è molto impostante, chiamami appena puoi.

Nonostante tutto avevo passato un bel pomeriggio con Touch, era stato molto gentile a voler pagare di tasca sua, ma non era giusto, avrei dovuto ricambiare in qualche modo, non mi aveva nemmeno detto quanto era costata tutta l'operazione, è vero che per lui erano briciole, ma erano comunque sue, gli appartenevano e non doveva sprecarle per me.

Mi sembrava di essere una tigre in gabbia, camminavo avanti ed indietro percorrendo il perimetro di quella stanza che sembrava restringersi ad ogni giro, guardavo continuamente l'orologio e scattavo come una molla per ogni minimo rumore specie se proveniva dalle mie spalle; sono già passate due ore pensai, come mai non mi ha ancora chiamato? Se non poteva telefonarmi avrebbe potuto mandarmi un messaggio. Un bip raggiunse le mie orecchie, che tempismo la mia gattina mi leggeva nel pensiero, avevo appena finito di pensare a lei e lei mi aveva scritto.

Lo aprii ma mi accorsi che non era di Penelope ma era Touch che voleva sapere se il rientro era andato bene.

No risposi in risposta, vicino al bosco di querce ho incontrato il lupo cattivo che cercava l'indirizzo di Cappuccetto rosso e mi ha fatto perdere tempo.

Grazie, mi rispose subito dopo, dovevi chiamarmi, avrei dato io un passaggio al lupo cattivo con la mia automobile.

Non mi sé sembrato il caso, volevi fare venire un infarto al lupo cattivo?

Un infarto? Non capisco.

Nel momento che avesse visto quello strano esemplare che ti ostini a chiamare automobile, sarebbe schiattato piuttosto che salirci.

Antipatico concluse, per questa volta non racconterò ad Apocalypse che ti sei permesso di offenderla, A presto.

Questo scambio ironico di battute era stato un toccasana per i miei nervi che nell'attesa si erano attorcigliati all'interno del mio corpo.

Finalmente dopo un'ora un trillo squarciò il silenzio , "pronto" risposi al primo squillo.

"Micione come sei impaziente ..."

"Ma sono tre ore che aspetto Penny e dici che sono impaziente".

"Non ho potuto , la tua gattina era impegnata a farsi bella per la cena di questa sera, adesso tu mi aiuterai a scegliere l'abito, devo essere la più bella, questa è la cosa più urgente..."

Scherzava come sempre, ma adesso era il momento di riportarla con i piedi nella realtà "Penny abbiamo un problema" cominciai.

"Ma lo so micione, è un vero problema, tu pensi che il turchese mi doni, o sarebbe meglio un abito crema a corolla o...."

"Penny", ripresi mentre mi stava descrivendo l'intero guardaroba, "mi hanno tagliato le gomme della moto".

"Tutto qui?" Rispose candidamente, "io penso che forse l'abito nero sia più... che cosa hai detto" urlò?

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