CAPITOLO 19 - SEBASTIAN

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SEBASTIAN:

Percorsi con Apocalypse la via principale di Burlington, andata e ritorno, più volte, andavo lentamente, penso che se ci fosse stato un vigile avrebbe potuto multarmi perché rallentavo oltremodo il traffico sonnolento di quella cittadina. Però non potevo andare più veloce, avrei sicuramente diminuito le possibilità di poter vedere Allyson.

Ormai sul marciapiede c'era parecchia gente che camminava o che entrava e usciva dai negozi, risultava estremamente difficile individuare una sola persona, chissà se Bruce era riuscito a trovarla dissi tra me, ma sapevo inconsciamente che se ciò fosse successo lui mi avrebbe avvisato. Strano notai , quel ragazzo che conoscevo solo superficialmente, in pochi giorni era riuscito con la sua arroganza, la sua prepotenza ma anche il suo carisma, ad attirare la mia attenzione.

In fondo non era male come si diceva in giro, la maggior parte della gente lo classificava come un delinquente pericoloso dal quale stare alla larga, in realtà ero portato a pensare che quelle da cui stare alla larga erano altre persone. Probabilmente aveva avuto un'infanzia ed un'adolescenza turbolenta, forse i suoi genitori si erano occupati poco di lui,, era cresciuto per la strada, è vero, i suoi modi erano un po' rozzi e maleducati, ma l'apparenza a volte inganna, non ci aveva messo molto a decidere di inseguire Allyson, ad un certo punto mi era sembrato veramente preoccupato che potesse commettere qualche sciocchezza.

Allyson uscendo dall'aula aveva detto che non ci sarebbe più tornata, ma sicuramente voleva farci sentire in colpa, il giorno dopo l'avremmo rivista al suo posto. Almeno lo speravo. Come aveva potuto una situazione degenerare in quel modo; non mi era mai successo di prendermela tanto, sì mi arrabbiavo a volte, ma poi lasciavo correre, invece con lei la rabbia mi saliva a livelli mai provati, l'adrenalina che mi montava in corpo vinceva la corsa con la razionalità e dalla bocca mi uscivano frasi cattive, soprattutto da dire ad una ragazza, ma era più forte di me, non riuscivo a bloccarmi prima di commettere qualche gesto inconsulto.

In poco tempo ero passato dalla rabbia alla felicità più estrema e poi di nuovo ero stato buttato in una voragine di incertezza , di confusione, possibile che non riuscissi a mantenere un minimo di equilibrio per riuscire a ragionare senza agire d'impulso e gettare me e gli altri in burroni emozionali ad alto rischio.

Pensando con calma a quanto era successo, mi sentivo in colpa per il mio atteggiamento, con il mio comportamento, avevo costretto quella ragazza che nemmeno mi conosceva a fare una scelta che adesso mi sembrava davvero assurda; se ci tenevo così tanto avrei dovuto accompagnarla passo dopo passo in quella direzione e non metterla davanti al fatto compiuto , l'avevo deciso io d'impulso e lei avrebbe dovuto acconsentire.

Avevo commesso un errore madornale, la nonna mi aveva fatto capire che la mia decisione le sembrava affrettata presa in un momento in cui mi sembrava di toccare io cielo con un dito, era da tanto tempo che non mi sentivo così felice e volevo farlo sapere al mondo intero; adesso chissà come sarebbe finita, sicuramente Allyson non mi avrebbe più voluto vedere né ascoltare e non potevo nemmeno darle torto, avevo saltato le tappe e così mi ero fatto terreno bruciato intorno.

Ero stato anche sfortunato però, chi avrebbe pensato che Rose quella mattina mi si sarebbe praticamente gettata addosso baciandomi con passione, per anni avevamo frequentato la stessa classe e non ci salutavamo nemmeno, poi all'improvviso la ritrosia e la timidezza che aveva sempre manifestato, si era dissolta come neve al sole, aveva preso coraggio e si era erroneamente messa in testa che i sorrisi che le rivolgevo erano intenzionali, ma erano solo educazione che mascheravano sensi di colpa.

Allyson doveva aver visto tutto dalla finestra, non sapendo chi aveva preso l'iniziativa del bacio tra i due, aveva dedotto che fossi stato io fregandomene del fatto che il giorno prima le avevo chiesto di diventare la mia ragazza. L'opinione che aveva di me , che non corrispondeva alla realtà, aveva fatto il resto e da questo episodio assurdo era scaturita la rabbia che l'aveva portata a distruggere quel meraviglioso mazzo di rose colorate con il quale l'avevo omaggiata quella mattina.

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